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In un libro di Alberto Cairo le nuove aspirazioni del popolo afgano e il ruolo dell’occidente. L’intervento di Franco Narducci (PD)

L'on. Franco Narducci, Vicepresidente della Commissione affari esteri, è intervenuto alla presentazione del libro “Mosaico afgano. Vent’anni a Kabul” di Alberto Cairo. Un libro in cui l’Afghanistan viene “raccontato con gli occhi degli afgani”, alla presenza della principessa India d’Afghanistan, del prof. Matteo Luigi Napolitano e ad altri parlamentari, oltre che l'Ambasciatrice Anna Della Croce Brigante Colonna.

L'on. Franco Narducci, ringraziando Alberto Cairo per il suo prezioso lavoro in Afghanistan oltre che per il libro che rappresenta una testimonianza dal basso di ciò che avviene in quelle terre, ha sottolineato che “costruire la pace dovrebbe essere un accadimento naturale fra gli esseri umani e fra i popoli. Eppure ancora oggi si lotta per raggiungerla, mantenerla, per il solo desiderarla. Oggigiorno si assiste ad una continua evoluzione geopolitica, indipendente dalle volontà dei vari Governi mondiali che si adoperano per la salvaguardia dei diritti umani e democratici. La cooperazione internazionale è l’elemento più importante affinché si raggiungano obiettivi comuni volti alla tutela di quei popoli martoriati e oppressi”.

Fra le situazioni più difficili rientra quella l’Afghanistan, una terra divisa fra diverse etnie, un “mosaico”eterogeneo, frazionato da diatribe interne che si ripercuotono inevitabilmente nel mondo intero con minacce temibili che noi tutti conosciamo.

Secondo Narducci “la cooperazione internazionale è lo strumento principale per evitare conflitti, placare le insurrezioni, e aprire spiragli di modernità, di incontri di culture, di pace appunto. L’Afghanistan è una terra di insurrezioni alle quali abbiamo assistito e assistiamo; gli obiettivi della più grande potenza mondiale, gli Usa, sono quelli di “negare eventuali rifugi ad Al Qa’ida e di negare ai Talebani la capacità di rovesciare il governo afgano”. Quindi si cerca di “ridimensionare l’insorgenza talebana e di promuovere auto-capacità militari e di governo sufficienti”. Nel prossimo futuro (luglio 2011), si conferma una “ responsabile” riduzione delle truppe americane “nell’ottica di passaggio di consegne delle responsabilità della sicurezza alle forze afgane””.

Il parlamentare eletto all'estero ha fatto una accurata analisi della situazione geopolitica afgana per poi sottolineare che “in una società come quella afgana, poter giungere ad una stabilità politica interna ed alla cessazione del conflitto, è frutto di anni di lavoro diplomatico, e di sforzi civili e militari. E’ necessario un maggiore sforzo di diplomazia regionale per giungere ad una riconciliazione nazionale. Non si possono ovviamente calendarizzare eventi, ma il processo di transizione in atto in questo Paese, che tende ad un controllo pieno da parte del governo afgano e quindi al blocco totale delle insurrezioni, deve essere studiato sul terreno di volta in volta”.

Narducci ha ribadito che “la comunità internazionale è presente in Afghanistan per un sostegno a tutti i livelli” e che i “problemi del Paese sono enormi, ed in più è un Paese costituito su base tribale, e ciò comporta in particolare problemi di comprensione e di relazioni”.

“Oggi – secondo Narducci – abbiamo la possibilità di guardare all'Afghanistan e al mondo islamico da un punto di osservazione geo-politico che negli ultimi mesi ha cambiato il volto del Nord Africa. Non possiamo parlare di mondo islamico ignorando i portentosi sconvolgimenti che lo scuotono dalle catene dell'Atlante, superano il Mar Rosso e il Medio Oriente, e speriamo tocchino l'Iran. Oggi l'occidente è chiamato a mettere da parte eventuali tentazioni coloniali e da agire, su mandato ONU, Lega araba e Unione africana, nel solco dell’ingerenza umanitaria armata contro un dittatore e a difesa del suo popolo. L'ondata insurrezionale porta in sè straordinarie aspirazioni di libertà, apre un circuito virtuoso di partecipazione come base di una democrazia da costruire: col rischio del fondamentalismo islamico”.

“Dobbiamo agire – ha concluso Narducci – perchè l’operazione di ingerenza umanitaria in corso in Afghanistan sappia far conoscere il nuovo del mondo islamico, e sappia fare propri i fermenti dei giovani che hanno bisogno di liberarsi da dispotismi e oscurantismi. Il nostro agire là è di fatto oggi sostenuto da milioni di giovani innanzitutto nel mondo islamico: abbiamo l’opportunità di aver iniziato un lavoro pesante e faticoso caratterizzato dall'essere contro i Talebani e l’oppressione, e di poter procedere con un lavoro a favore dei giovani afgani che non devono più avere come orizzonte di liberazione l'illusione teocratica. La storia a volte corre ed oggi siamo in uno di questi momenti e dobbiamo avere la capacità di cogliere le opportunità che ora vengono offerte.”

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Franco Narducci

Vicepresidente

Commissione Affari esteri

Camera dei Deputati, Roma

Tel. ++39 06 6760 5698

Cel. ++39 338 677 04 24

narducci_f@camera.it

www.franconarducci.com

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