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Piccioni. Papi. Interessi. Ma sulla guerra di Libia la Chiesa tace!

Pio IX, durante il Concilio Vaticano I°, 18 luglio 1870, nella “Pastor Aeternus” annunciò la sua infallibilità… insieme con i fiammiferi Moscatelli recitò Pasquino, e da allora tale pregio è simboleggiato da piccioni che, lasciati liberi di volar via, a loro volta alludono allo spirito santo di cui gli stessi papi sono infallibili interpreti e… liberatori.

Eh già… hai visto mai che lo spirito santo non sappia parlare le lingue del mondo, ed abbia necessità di traduttori e interpreti?

Ma, caro Papa re, cosa sa Lei del Dio che io non so? Forse che esso/lui/essa non è incomunicabile? Lo afferma Lei ed il suo carrozzone di teologi. E allora…?

Nonostante ciò, il concetto d’infallibilità nel parlare per bocca del Dio fu in ogni caso riaffermato con la “Lumen Gentium” del Concilio Vaticano II°; e, pur tralasciando ogni sorta di critica rivolta al pensiero temporale che indusse Pio IX a quella primitiva “sentenza”, e sorvolando anche su valutazioni teologiche che pongono in evidenza come ogni giudizio papale precedentemente espresso possa essere cancellato o modificato perché “non sarebbe stato affermato… ex cathedra”, si deve sostenere che sempre l’infallibilità è dote comoda ad usarsi secondo desiderio, quasi lo spirito santo fosse un eterno indeciso.

Infatti, dall’inizio dell’odierna libica Babele, o meglio araba, ancora nessuna parola di condanna della guerra fatta ad arte scoppiare in quel Paese dal Francese è giunta dall’Infallibile “ermellinato”, e dalla sua corte dei… miracoli.

Il silenzio della massima Autorità della Chiesa gerarchica cattolica è assordante.

Ed altresì esiste un convinto “no comment” delle gerarchie da lui dipendenti sui tristi avvenimenti guerreschi che dilaniano la Libia, insieme con quelli che interessano il nostro vicino e medio oriente in genere!

Spero non a tanti è sfuggito che quanto avviene in Bahrein, Egitto, Libia, Siria, Tunisia, Yemen… dagli acuti diplomatici vaticani, sempre pronti a condannare ciò che potrebbe ledere il loro prestigio, è rigorosamente trascurato e sottaciuto. Le loro bocche tacciono, sono cucite al contrario dei pettegoli commenti che le rendono ciarliere in occasioni decisamente semplici, e direttamente osannanti il loro agire.

Perfino la referendaria costituzionale vittoria riportata dai Fratelli Musulmani non è stata ufficialmente commentata dalla Chiesa. Giudizio popolare con vittoria che, tra l’altro, ha reso l'articolo 2 della sharia islamica fonte principale d’ogni loro diritto legislativo, e ciò vale finanche nell’Egitto post Mubarak che era la “costola” con cui Israele, i “fratelli macciori” dell’Infallibile, controllava la regione araba mediterranea, ed anche più lontana, in funzione dei propri interessi e di quelli statunitensi.

Che valore dobbiamo dare al reiterato silenzio Vaticano?
Dove sono finiti i suoi intenti umanitari?

Forse tutto tace perché c’è un’indolente sotterranea necessaria approvazione del bombardamento della Libia di Gheddafi?

Eppure Giovanni Vincenzo Martinelli, vicario apostolico di Tripoli ha ammesso: “Questa guerra non risolverà nulla”!

Eminenza paludata di pelli animali, in periodo di veti di sacrificio degli stessi, mi permetta d’aggiungere: “La guerra non risolve nulla, perché è nel carattere della guerra non risolvere nulla”, e soggiungo: “La situazione araba è disordinata perché la Libia è attaccata da Stati imperialisti che sono divisi da profondi interessi e rivalità. Interessi materiali che toccano anche il Vaticano ed i suoi investimenti libici”.

In ogni modo, “Avvenire”, il quotidiano della C.E.I. ha pubblicato la notizia, dopo aver consultato il professor Parsi esperto di politica internazionale e docente alla Cattolica di Milano, che la situazione creata dai “Maestri di Democrazia Sarcozy e Cameron” “non conduce nemmeno ad una tesi che possa definirsi quantomeno accettabile”.

Però, nonostante ciò, nessuna posizione di condanna della scelleratezza del franco/inglese/americano emerge dall’alto dell’aristocrazia vaticana.

Tutto tace, al contrario di ciò che per solito avviene, quando qualcuno degli schiavi del mondo pone mano alle armi… Tutto tace, e questa volta l’eccidio che può derivarne potrebbe essere immenso, se non pure coinvolgente l’intero mondo!

Certo, sosterranno in tanti, la Chiesa ha in uso la circospezione per salvaguardare chi potrebbe essere esposto al pericolo di nuove aggressioni. Un gran realismo politico non le è sconosciuto, perché suoi proseliti sono presenti in ogni continente, e molti tra loro affrontano rischi mortali.

Perciò, il giudizio della Chiesa anche se improntato alla prudenza è per solito accurato, chiarissimo, anti dogmatico, e per avvalorare la veridicità di questo mio dire rammento ad ognuno che Giovanni Paolo II s’adoprò a lungo e con energia per osteggiare la seconda guerra del Golfo, e che mai biasimò teologicamente e moralmente quei cattolici che la giudicarono legittima.

In quest’occasione, invece, a tutt’oggi ogni giudizio è assente in ogni livello gerarchico ecclesiale superiore, infatti, domenica 20 marzo Benedetto XVI ha sì implorato soccorso per i cittadini inermi ed ha invocato che “… un orizzonte di pace e di concordia sorga al più presto sulla Libia e sull'intera regione nordafricana…” però solo a questo si è limitato.
Sulla condanna della guerra neppure una parola è stata da lui pronunciata.
Forse che il “no comment” sulle azioni militari avviate in Libia coincidono con la linea politica/economica perseguita dalla Segreteria di Stato vaticana in quella regione, e in comune con i guerrafondai già detti?
Ma oltre agli inviti verso l’umanitarismo svolti da Giovanni Paolo II in favore del Kosovo, e che avrebbe voluto fossero estesi all’allora incipiente genocidio rwandese, o agli appelli di Benedetto XVI sull’obbligatorietà di proteggere i popoli da qualsivoglia aggressione armata, il cardinale Bagnasco già affermò, il 18 aprile 2008: “Il Vangelo ci indica il dovere di intervenire per salvare chi è in difficoltà”!

Ma lasciatemi dire, Vostra Infallibile santità e sottoposta eminenza più fallibile, per la Libia quest’ultimo concetto ha validità secondo interpretazione? Perché “NON CONDANNATE LA GUERRA”? Eppure il già citato vescovo Martinelli ha affermato: “Mi fanno ridere coloro che dicono che l'intervento militare in Libia è per fini umanitari”!

Caro “amico” Martinelli, Lei ha colto nel segno, ma i suoi timorosi superiori non la ascoltano perché vogliono essere certi di simpatizzare con il vincitore, ne va dell’economia della “Sacra Bottega”!

Ma, forse, Autorità vaticane, così penso io, poiché in Libia non è in corso un vero sterminio da parte dell’esercito di Gheddafi sulla popolazione residente, ma si tratta di una vera e propria guerra civile tra tribù armate, Warfalla e Tuareg, preferite attendere d’aver certezza del vincitore per saltare sul suo carro come soliti siete sempre a fare alla stregua dei borgognoni Savoia, quelli famosi per i loro continui TRADIMENTI durante tutto l’arco di storia che li hanno visti abili materiali galleggianti già dal periodo medievale.

In questo modo, Eminenza dell’INRI pasquiniano (Io Non Riconosco Infallibilità), il Paese che Vi ospita non può migliorare. Anzi un vezzo audace, giusto ma sbagliato, accompagna ormai storicamente per Vostra colpa il povero ytalyota: “L’essere più del necessario critico con se stesso” mentre lo sciovinismo gallico amante della sua grandeur gonfia le penne da tacchino che prima o poi finirà in pentola”.

Kiriosomega, agnostico

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