TRADIMENTI DEMOCRATICI! Considerazioni politiche economiche.

Plokamos, quattro settimane addietro, scrisse che erano stati sbarcati a Benghazi, dall’HMS CUMBERLAND, militari francesi, inglesi e americani. Affermava che si trattava dell’avanguardia d’uno sbarco in forze. La notizia, in data 25 febbraio ore 14, era stata ripresa dalla fonte israeliana: “La DEBKA”. Si trattava, fu scritto, di truppe scelte tra le più addestrate, ma la notizia passò nel silenzio anche della stampa ytalyota, e solamente da oggi, 21/03 essa è riportata e commentata in radio Radicale da Massimo Bordin.

Quella notizia si va confermando, e un novello Vietnam per la nuova guerra in Libia si sta forse creando per non lontani, nel futuro, motivi tribali di comando che presumibilmente là condurranno ad una guerra civile; però, alla luce degli avvenimenti bellici scatenati dalla Francia con al seguito altri, “i volenterosi!!”, i politici ytalyoty affermano: “C’era una volta la guerra, ma nel civile mondo moderno, essa è scomparsa”!

La guerra, l’ha insegnato Bush, in realtà in questo secolo dell’apparire come tante altre cose ha solo mutato nome perché è divenuta “operazione preventiva”, e per il presidente Napolitano, in ytalya, è anche “operazione legale” perché voluta dall’Alleanza cui partecipiamo, e di cui siamo schiavi mi permetto aggiungere.

Insomma, spezzonare, bombardare, cannoneggiare, ammazzare in nome della democrazia, ma sia ben chiaro con bombe intelligenti, non è aggressione, ma “civismo” legalizzato da chi ha più potere militare. Questo è il concetto affermato dal Presidente di questo Paese che anche asserisce: “L’articolo 11 della Costituzione non è stato stuprato”!

Premesse le poche ma gravi questioni di come la politica nazionale ed internazionale agisce nello scegliere i propri bersagli, buoni quando fanno comodo e pessimi quando non più utili, ciò mutando anche in pochi giorni, possiamo ora asserire che c’è un Paese sulla Terra che sembra vivere di tradimenti politici, intanto che altri Paesi si mostrano “traditori democratici”!

Molti che in quel Paese vivono non vorrebbero che ciò così fosse, ma la imposta e odiosa democrazia dagli ameri-cani, anche lì giunta con le cannonate dopo la guerra del dollaro contro la GIUSTEZZA DELLE IDEE SOCIALI FASCISTE, vide il Paese militarmente sconfitto per una certa sua classe dirigente principalmente milanese lombarda, ed economicamente libertaria, che brigò, complici il borgognone Savoia e la Chiesa di Roma, per un armistizio separato di cui già sì vociferava fin dal 1939. Era avvenuto che gli industriali “voltagabbana”, alleati del cattolicesimo delle sacrestie, insieme con quelli propugnatori della Chiesa gerarchica, rendendo equivoco il similare ma diverso significato tra “Santa Sede” e “Città del Vaticano”, concetto mai realmente chiarito né nel 1929, né con il più recente rifacimento craxiano, lo condussero a ciò cui è considerato: “Paria d’Europa, e forse del mondo”!

L’equivoco citato, per restare in tema per qualche rigo, ai padani liberisti economici e cattolici, tutti confluenti in Confindustria insieme con i politici al potere ossequienti delle banche, ancora giova perché in tal maniera quel Paese può facilmente essere saccheggiato dei suoi beni con conti esteri accesi nella Banca Vaticana, o con valige diplomatiche ecclesiali che fuoriescono per opera dello IOR. Oltre che essere depredato dalla sua classe dirigente si aggiunga che si tratta di un Paese mantenuto quasi interamente dal reddito dei lavoratori dipendenti, e che è povero di materiali minerari di cui ha necessità d’approvvigionarsi mentre è totalmente dipendente dal petrolio che altri possiedono insieme all’energia atomica.

Quest’ultima tecnica energetica, che perdura da alcuni decenni in molti Paesi, è da tanti considerata una formula valida per creare benessere economico, ma da qualche giorno l’intero mondo è in allarme per i danni verificatisi in Giappone per cause radioattive. Perciò, parrebbe che molti vorrebbero disfarsi del “nucleare”, e per questo motivo il petrolio sta prepotentemente tornando ad essere l’unica forma energetica realmente apprezzabile su scala mondiale. Per il petrolio furono scatenate guerre… e la storia continua!

Prima d’abbracciare la… storia che continua, desidero rammentare il pensiero di “Giulio Andreotti”, certamente uno stratega di primo piano della politica interna ed estera italiana. L’anziano leader recita, nella rivista “30 Giorni” da lui diretta: “Anni fa asserii che sul tema libico s’avvertiva uno scontro diretto tra compagnie petrolifere americane. Non ho mai avuto prove certe, ma un sospetto che sia un elemento che influisce ancora sulla situazione è più che legittimo”.

E se così s’esprime G. Andreotti, scaltro d’anni e d’esperienza, è presumibile che l’Italia con la Libia non deve essere contrastante, ma cercare per quanto possibile avvicinamenti con essa. Ciò perché, essendo la Libia il più vicino Paese alle nostre coste, un accordo ci tutelerebbe da “cattive” novità quali una stragrande “quantità” di migranti che prima di raggiungere l’Europa continentale, se vorranno andarci, stazioneranno nel nostro Paese, da altissimi rincari improvvisi dei carburanti e da possibili ritorsioni terroristiche se non pure militari, anche se gli esperti comunicano che i missili libici non dovrebbero essere temibili, ovviamente per chi se ne sta lontano!

Proprio per questo motivo anche l’affamata di petrolio economia e grandeur francese, che dovette abbandonare la sponda settentrionale africana in fretta e furia perché ributtata in mare dagli algerini, e poi frustrata da certe mosse italiane d’un non lontano passato che la surclassò, tenta ora la sua malcelata vendetta attraverso la nuova guerra libica che per prima ha creato tentando di fare esporre l’Italia del politicamente plateale premier Berlusconi a ritorsioni tali che, se la nuova belligeranza mediterranea anche dovesse terminare in breve tempo e nel migliore dei modi, potrebbero lasciare la Penisola in profonda crisi energetica perché privata di petrolio e gas libico che era stato ottenuto giungendo a questo risultato prima della Francia che vi aspirava.

Dobbiamo ora ricordare che il colonialismo imperialista, massimamente quello anglo/americano/sionista/francese sempre alla ricerca del proprio più proficuo interesse recentemente si muove su più fronti e secondo appetiti specifici, ma, tutto sommato, “concordatari” tra le massime potenze atomiche:

A) Per la conquista del petrolio delle centro asiatiche cinque Repubbliche Esterne ex sovietiche furono architettate e realizzate guerre con attori principali. Da un lato gli “inventati “ed armati Talebani, dall’altro la serva NATO dominata dagli USA, NATO che di lì a breve iniziò le guerre kosovare del 1989 e seguenti. Furono guerre che ebbero come soggetto l’ignaro e piccolo Kosovo cui, cucirono addosso, la ricerca presunta di democrazia ed indipendenza. In realtà, il Kosovo, poi distrutto e caduto nelle mani degli USA che ancora ne gestiscono la ricostruzione, era intenzione non ancora abbandonata degli Stati Uniti che divenisse sbocco marino di un’eventuale pipeline mediterranea utile agli stessi ameri-cani che, in ogni caso, avrebbero lasciato l’Italia senza royalty per il mancato uso dei suoi porti nonostante fosse intervenuta anche in quella guerra contro l’articolo 11 della propria Costituzione.

Le 5 Repubbliche Esterne ex sovietiche.

1) Su un altro versante degli stessi interessi, la seconda possibilità del piano “pipeline per gli USA” fu la necessaria scomparsa di Saddam Husseyn dalla scena irachena. Infatti, Husseyn, alla fine di certe decennali operazioni d’intelligence era divenuto un ingombrante personaggio che aveva esaurito la sua funzione anti Iran, in quel tempo alleato dell’odiata URSS. In più, Husseyn, facendosi forza politica e militare per le sue trascorse e nascoste relazioni con gli Stati Uniti, spavaldamente in seguito agì nazionalizzando il Kuwait ed impedendo, nel suo territorio, l’eventuale passaggio della “pipeline americana” che avrebbe dovuto raggiungere lo Shat el Arab dal centro Europa prima attraversando l’Afghanistan. Così, anche in questo caso, per portare la democrazia americana in Iraq, i cowboys in due guerre successive s’avvalsero del cannone che distrusse quel Paese creandovi qualche milione di morti. Ma Husseyn, sconfitto, non doveva narrare al mondo dei suoi trascorsi politici di connivenza con gli USA, e come i Gerarchi Nazionalsocialisti di Norimberga, Mussolini, Milošević… sparì ucciso perché accusato d’avere in mano la “pistola fumante” dei suoi misfatti. Ciò in ossequio al fatto che “l’unica bocca che non parla è quella del cadavere”!

2) La terza necessità che il massimo Paese imperialista doveva affrontare per ottenere il controllo del petrolio posto sull’antica montana “via della seta” era anche quella di far cadere l’Afghanistan sotto il suo controllo, e, se possibile, per ottenere questo scopo il massacro che creò fu ancora più barbaro. Furono armati i Talebani, fu poi inventata al-Kaida ed un suo inafferrabile capo, e, massimo orrore, fu in casa propria distrutto il WTC con le proprie genti che lì si trovavano facendo ricadere le responsabilità su arabi ribelli.

3) Ma la guerra afgana ormai continua da oltre un decennio e non se ne intravvede la fine, e la pipeline verso l’Iraq è ancora di là da venire mentre il petrolio diviene sempre più appetibile per la paura del nucleare.

4) Allora, a questo punto, è facile ipotizzare e comprendere che le rivolte liberali arabe di questi tempi potrebbero essere state verosimilmente pilotate e costruite da capitali occidentali, o che, almeno, l’Occidente stia approfittando dell’arroganza ed illiberalità del bedù Gheddafi, che siede su un mare di petrolio, per deporlo dalla sua carica in nome della solita “democrazia” che lì creerà un governo a sé compiacente impadronendosi delle risorse petrolifere.

5) Inoltre, la manovra francese di controllo della Libia, però nascostamente americana, tenderebbe anche a “ricollocare a cuccia la piccola Italia” che s’era in passato permessa il lusso, allontanandosi dalle imposizioni di Washington, di salvare Gheddafi dal bombardamento americano, e che da qualche tempo ha osato ingraziarsi le simpatie di Putin ottenendo da lui rifornimenti metano-petroliferi. Ma la piccola Italia ha anche beffato quella grandeur francese che in passato sempre la ostacolò, e che più modernamente tentò di eliminare fisicamente il presidente Gheddafi per tornare ad essere Paese preminente in Nord Africa. La storia di quell’avvenimento non è ancora chiarita, ma le varie teorie che videro accusati di strage i “neofascisti” sono naufragate, ed una diversa verosimile verità è ormai tracciabile. Il 27 giugno 1980 avvenne che MIG libici con a bordo Gheddafi sorvolarono l’Italia forse diretti in URSS mentre le francesi portaerei Clemenceau e Foch, al largo della Sardegna ed in esercitazione aeronavale, ne attendevano il passaggio. L’imboscata fallì per informazioni dei nostri servizi segreti riferite a quelli libici, ma da ciò scaturì un disastro forse voluto dai francesi, o forse occasionale, perché nel cielo di Ustica e sopra un mare profondo oltre 3 mila metri furono uccisi gli 81 passeggeri dell’aviogetto Itavia diretto a Palermo, infatti, l’aereo che li trasportava esplose in volo perché colpito o investito dall’onda esplosiva di un missile aria-aria contenente nella testata T-4 e TNT di cui furono trovate tracce nei resti ripescati dagli abissi marini. Il tipo d’esplosivo, perizia Ugolini, suggerì anche l’ipotesi della bomba neofascista a bordo, ma tra le strane cose della strage omicidiaria di Ustica è doveroso ricordare come il recupero dei resti dell’aereo inabissato fu affidato, chissà perché, all'Ifremer (Institut français de recherche pour l'exploratione de la mer), società francese vicina ai servizi segreti di Francia. Società che certificò ogni operazione che compiva come unica “testimone” di ciò che ripescava. Ma anche stranizzanti sono le morti di ben 12 militari italiani, ufficiali e sottufficiali, che ebbero diretta conoscenza “tecnica e tecnologica” degli avvenimenti che coinvolsero l’aereo esploso su Ustica.

Dunque, la necessità di realizzare la “conquista” della pipeline già era pressante, ma il non prevedibile, FORSE, terremoto giapponese con il susseguente inquinamento atomico di Fukushima ha acuito la necessità degli “Alleati di ieri e di oggi” di maggiormente controllare ogni mercato petrolifero, e d’ottenerne la massima quantità possibile.

La ghiotta occasione di possibile controllo del “mare di petrolio” libico è stata offerta dalla scarsa malleabilità politica del Colonnello Gheddafi che ha favorito, in qualche modo, la piccola Italia con vendita ad essa di gas e petrolio a basso costo. Italia che però, nello scacchiere internazionale, anche dopo la cosiddetta unificazione del regno è stata sempre mal sopportata dalle potenze imperialiste europee e specialmente francese che sempre ha avuto, già da prima della Grande Guerra, mire sul territorio libico. Grandeur francese che aveva preparato, come già riferito, anche piani militari per la soppressione del bedù Gheddafi.

In questi ultimi mesi gli americani nascostamente, ma forti del loro controllo sulla NATO e sulla UE dove sono fedelmente coadiuvati dai soliti noti inglesi e francesi, hanno trascinato la Destra illiberale e plutocratica al potere nel nostro Paese a compiere l’ennesimo tradimento, infatti, per farla breve, dal “baciamani di Berlusconi verso Gheddafi, alla pugnalata dello stesso verso il bedù è trascorso brevissimo tempo”. COSA E’ STATO PROMESSO, O COME E’ STATA RICATTATA L’ITALIA PER IL SUO NUOVO TRADIMENTO? QUESTO OGGI NON E’ ANCORA DATO SAPERE, MA NON DIMENTICHIAMO CHE FUORI DEL NOSTRO PAESE CI SONO “MAESTRI DI DEMOCRAZIA” CHE INSEGNANO A TUTTI COME TALE ARTE POLITICA HA VALORE SOLO PER LORO STESSI!

Infatti, per rammentare come funziona la democrazia estera, non scordiamo in quale maniera i Paesi europei tutelano con leggi ad hoc i propri prodotti commerciali, e in qual guisa difendono le proprie aziende da scalate finanziarie provenienti da Paesi diversi. La Francia, per esempio, difese in maniera paranoica la Danone dalla scalata Parmalat, mentre in Europa ed Asia i nostri prodotti possono essere contraffatti per leggi internazionali compiacenti. Prodotti agricoli quali il “Moro”, saporitissima arancia di Sicilia, stanno scomparendo anche localmente perché gli agrumicoltori sono stati costretti ad ibridare le piante autoctone con produzioni straniere; il nostro “Parmigiano” è diventato “Parmesan” o altro addirittura prodotto in Cina; la famosa cioccolata italiana non è più DOC insieme con tanti altri prodotti del made in Italy, e qui devono essere ospitati in numero spropositato gli immigrati dall'Africa mentre il resto d'Europa deve restarne immune.

Ma ora, dopo la lunga premessa, occupiamoci più da presso della guerra libica.

Improvvisamente Gheddafi è stato accusato di “stroncare” il popolo libico con la forza del suo esercito perché esso era ormai riottoso al suo comando, e immagini “occidentali” di comodo spesso hanno fatto apparire quelle genti come poveri disgraziati, ma non è così! I libici hanno un alto reddito economico pro capite, chiunque ha visitato quel Paese ben lo sa. La moltitudine di poveri che ci è mostrata attraverso la televisione è dovuta a lavoranti provenienti dalla vicina Tunisia, dall’Egitto, dall’Africa sub sahariana, dalla Cina, dalla Corea… masse di gente che fuggono dalla miseria della propria terra le cui risorse sono in mano agli imperialisti.

Ma con l’ipocrisia dall’Occidente eretta a sistema Gheddafi è improvvisamente divenuto l’Hitler d’Africa, per la storia secondo gli USA, o anche è assimilato allo scomodo Milošević, o all’odiato Husseyn… ma mentre quelli erano accusati di genocidio o in possesso d’armi di distruzione di massa, il libico è proprio da un giorno all’altro accusato di eccidi nei confronti del suo popolo! Salvo poi appurare che le tanto televisivamente sbandierate fosse comuni in riva al mare sono… un comune cimitero!

Il mio è amore per Gheddafi? No! Ma non sopporto l’inopinato uso de: “…il fine giustifica i mezzi…”, frase da stolti attribuita a Machiavelli che in realtà scrisse: “…si habbi nelle cose a vedere il fine e non il mezzo…” dichiarando il Prencipe non proprietario dello Stato, ma suo servo che doveva difendersi dall’ingerenza della Chiesa.

Ma, come già accennato, Sarcozy prima, poi Cameron hanno mostrato predilezione nell’uso della forza militare contro la Libia, anche per utilizzare con felicità dei loro fabbricanti gli armamenti detenuti dai propri Paesi, e, ovviamente, è lapalissiano che all’inizio delle operazioni belliche francesi nessuno poteva parlare di eccidi sui civili libici dato che Gheddafi non aveva incominciato alcuna azione militare.

Acclarata la stupidità dell’informazione/azione per ritrosie all’intervento militare da parte d’Italia, Russia, Germania, Cina, India, Brasile… fu cercata una motivazione che “giustificasse” l’aggressione francese verso la Libia. Per questo fu rapidamente deciso, era la più comoda, che il suo premier fosse accusato di eccidio su civili.

La storia, ammaestrata, si ripeteva come già l’aveva inventata ed usata D. Rumsfield, ma nel caso libico non potendo affermare che la guerra scatenata fosse dovuta “all’esportazione della democrazia”, dato il sistema tribale che vige nel Paese, presenza di Tuareg e Warfalla sempre in lotta tra loro, fu deciso di comunicare alla stampa di volere difendere i civili da Gheddafi con bombe intelligenti, “cornuto chi crede alla loro esistenza”, per non dichiarare la vera mira: “ Possesso e controllo del petrolio del paese”!

La stampa iniziò il suo battage sconfessando Gheddafi che annienterebbe gli insorti che vogliono la libertà. Insorti che, è stato scritto, sono la democrazia ed il futuro del Paese. Però è stato tenuto nascosto che potrebbe essere auspicabile la creazione di un doppio Stato libico, o almeno il trapasso dei poteri verso qualcuno benevolo con Francia ed Inghilterra. Sembrerebbe quasi che il “nuovo corso illuminato” abbia diviso il globo in zone d’influenza, da una parte gli USA, dall’altra gli antichi Stati schiavisti europei che ancora per qualche tempo non dovrebbero scontrarsi.

Sempre per mascherare le vere mire economiche fu poi spinto ad intervenire il Consiglio di Sicurezza dell’ONU (Organizzazione senza Nessuna Utilità), e si creò una “no fly zone” libica. No fly zone non voluta, ma nemmeno profondamente osteggiata da Cina, Russia, India, Brasile, Germania, Italia. Al contrario, paesi di sicura primaria importanza come la Nigeria, il Gabon, il Libano, la Bosnia Erzegovina, il Portogallo, la Colombia ed il Sud Africa votarono favorevolmente la risoluzione n. 173 presentata da Francia, Inghilterra e USA sull’embargo e sul non sorvolo.
Così, confortato dal parere emesso da importantissimi Stati, il nobile magiaro oggi occupante l’Eliseo cerca di rispolverare la grandeur francese, ma gli esiti che si è proposto non sono ancora per nulla scontati, anzi tutto il piano potrebbe miseramente naufragare per intervento massiccio della Lega Araba, della Turchia, della Russia, della Cina, dell’India… mentre la già putrefatta Unione Europea, con il suo ministro degli esteri Lady Ashton di seguito mostrata in una delle sue note intelligenti espressioni,

baronessa per caso, però “competentemente completamente digiuna di politica estera”, nulla ha fatto per intervenire nelle “faccende dei grandicelli” che… in quel posto, no… non quello di …giocatrice di canasta, l’avevano voluta.

Ed ora secondo il reuccio Sarcozy sarebbe giunta l’ora che l’Italia paghi quelli che lui considera misfatti! Ma la capacità italiana, quella che ha portato il Paese a sopravvivere anche alle angherie della Chiesa di Roma, del ruffiano cattolicesimo e della truffaldina consorteria borgognona corte dei miracoli con tanti ladri che la seguirono, il che è tutto dire, riuscirà a renderci più scaltri dei guasconi francesi, dei presuntuosi inglesi, degli ingessati germanici, degli stupidi americani, dei fatalisti orientali, dei rassegnati africani… Insomma, lo IUS qui è nato, quando gli altri erano ancora barbari dell’età del bronzo.

kiriosomega

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