Un'immagine della manifestazione di oggi a Piazza Navona

Oggi inizia una grande mobilitazione per dire sì all’abrogazione delle leggi sulla costruzione di centrali nucleari, sul legittimo impedimento e sulla privatizzazione dell’acqua: un percorso in grado di riportare i cittadini al centro dell’azione politica, che un Governo sempre più arroccato nella sua torre d’avorio sta riducendo a poche leggi inique approvate contro l’interesse degli italiani. A Piazza Navona si è respirata un’aria sana, fresca e carica di passione. Sono state le migliaia di persone che hanno partecipare all’apertura della nostra campagna referendaria a portare, con il loro entusiasmo, una ventata di primavera.

L’appuntamento con i referendum è lo sbocco naturale per le istanze di chi vuole cambiare il Paese e pensa che sia necessario voltare pagina: soprattutto, è l’occasione per esprimere un voto politico che avrà tanto più peso quanto più saranno numerosi i voti. La partecipazione democratica ai referendum consentirà di cambiare il nostro futuro, cancellando la rotta scellerata tracciata dal Governo e scrivendo una pagina fondamentale della nostra storia. Potremo compiere scelte fondamentali per il nostro futuro, in maniera certo molto più saggia di quanto abbia fatto il centrodestra. Votando sì ai referendum, insieme potremo evitare tragedie come quella del Giappone, ma anche di Chernobyl e Three Mile Island, tutelare le previsioni dell’articolo 3 della Costituzione, che sancisce l’uguaglianza di tutti di fronte alla legge, e preservare dall’assalto della speculazione privata un bene essenziale come l’acqua.

Energia, giustizia e servizi primari sono tre campi sui quali il Governo ha messo le mani per piegarli alla propria logica egoista, cinica e spregiudicata. Non è in questo modo che si amministra la cosa pubblica, l’Italia ha bisogno di riforme che possano migliorare la qualità della vita, ridurre le diseguaglianze sociali ed assicurare l’accesso alle risorse essenziali. Il nostro modello deve essere un Paese dove si utilizzano le fonti naturali per la produzione di energia, favorendo un modello di sviluppo ecosostenibile; dove i cittadini hanno parità di diritti e doveri, e anzi chi occupa incarichi pubblici deve seguire una condotta ancor più responsabile e trasparente; dove il patrimonio idrico è gestito perché sia disponibile per tutti, non perché garantisca a pochi profitto e potere di controllo.

La miope politica del centrodestra rischia di portare l’Italia ad un punto di non ritorno: dobbiamo fermarli ora, non avremo un’altra occasione come questa per dire sì, vogliamo decidere noi quale futuro costruire. Solo in questo modo potremo superare l’oscuro periodo del berlusconismo da cui tutti vogliamo uscire, un brutto incubo che ha offuscato le prospettive degli italiani senza però fare i conti con la straordinaria vitalità del Paese reale.

Una fitta nebbia è calata sull’Italia: una ventata di primavera la spazzerà via.