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Fukushima insegna

di Giorgio Prinzi

Quanto sta avvenendo nel sito di Fukushima pone un serio problema di scelta degli eventuali reattori nucleari da installare in Italia, di cui sinora si è poco, se non affatto, parlato. Una grande responsabilità grava ora sulla costituenda Agenzia per la sicurezza nucleare, che dovrà vagliare le diverse opzioni sotto il profilo della sicurezza passiva che ciascuna di esse è in grado di garantire, non lasciandosi condizionare da sia pur legittimi interessi industriali e finanziari dei diversi potenziali attori. I problemi per le unità ad acqua bollente installate in quel sito giapponese si sono posti proprio perché i sistemi di asportazione del calore residuo non erano di tipo passivo e, al venir meno dell’erogazione della rete e dei generatori diesel di emergenza, che sembra siano stati danneggiati dall’onda di maremoto, non è stato possibile asportare in altro modo il calore residuo, che è sfuggito al controllo anche perché il sottosistema a corrente continua alimentato da batterie di limitata autonomia non era in grado di adempiere alla funzione adeguatamente, in quanto sembra concepito per il tamponamento momentaneo di una mancanza di corrente alternata. Peggio, dalle prime frammentarie notizie che ci giungono in lingua inglese, sembra che alla stessa centrale diesel fossero asservite più unità, in contrasto con una delle regole di sicurezza che prevede la ridondanza e la duplicazione dei sistemi critici. Certo, la macchina danneggiata era alquanto vecchiotta, essendo divenuta critica per la prima volta nel 1971, e i criteri di sicurezza in base ai quali era stata realizzata ormai decisamente obsoleti. Sono però proprio queste considerazioni che ci fanno a gran voce richiedere il massimo impegno di coloro che dovranno decidere, in base ad avanzati criteri di sicurezza, le future filiere da installare in Italia. Su questo auspichiamo che si apra il dibattito, al quale gli ambientalisti potrebbero contribuire con una visione critica e costruttiva, sempre che riescano a liberarsi dei loro preconcetti ideologici e del loro furore antinucleare che, anche in questo frangente, caratterizza le loro dichiarazioni a caldo. Non vi sono altre soluzione praticabili: l’energia nucleare è una scelta obbligata. Si tratta di affrontare il problema con razionalità. Sempre nello stessa prefettura di Fukushima il sisma ha causato il crollo di una diga, ma la notizia è quasi passata sotto silenzio, perché l’attenzione è focalizzata solo sulle installazioni nucleari.(Laici.it)

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