Il Parlamento nucleare

In fuga da Tokyo
(1:52)

Il Parlamento italiano è peggio dei reattori di Fukushima. Il nucleare non è di destra, né di sinistra, è un grande affare per tutti. Investito dalle radiazioni provenienti dal Giappone, risvegliato come un novello Paolo di Tarso sulla via dell'atomo, il Pdmenoelle si sta esercitando a fare la faccia scura antinucleare di fronte allo specchio e agli elettori. L'importante è abbaiare, poi nel retro bottega ci si mette d'accordo tra cooperative rosse e bianche e Lunardi, con la TAV di Chiamparino e Fassino, con la costruzione della più grande base militare americana in Europa a Vicenza, benedetta da Bersani, con gli inceneritori e, ovviamente, con le centrali nucleari.
L'orologio nucleare si è fermato l'11 marzo 2011, ma i nuclearisti italiani non si fermano mai, veri zombie della politica. Alla Camera il voto sull'accorpamento del voto amministrativo e dei referendum è terminato con 276 contrari e 275 a favore. Un risultato che accontenta tutti. Il Governo, perché non è passata la mozione, l'opposizione (?) perchè ha dato testimonianza di esistenza in vita e ha potuto esprimere la sua rabbia e indignazione con il duo Bindi/Franceschini. Quest'ultimo ha detto: “E' inaccettabile e incomprensibile… Non si è trattato di un no qualsiasi visto che con l'election day si sarebbe votato insieme sul legittimo impedimento, sul nucleare e sull'acqua. Intendo convocare l'ufficio di presidenza“. Referendum dei Movimenti per l'Acqua e di Idv che peraltro il pdmenoelle non ha mai voluto, né sostenuto.
La colpa del mancato accorpamento che avrebbe fatto risparmiare 350 milioni agli italiani e raggiungere il quorum è stata attribuita allo sciagurato Marco Beltrandi, radicale e pdimeoellino, paghi uno e prendi due. La cui confusione mentale traspare dalle parole per giustificare il suo voto: “Ho votato in dissenso dal Pd perchè sono contrario al quorum e perchè penso che l'election day sia un sotterfugio per aggirare la legge“. Insomma ha votato no per dire si, ma voleva dire forse. Da ricoverare. Il dito puntato contro il capro espiatorio (qualcuno bisogna pur sacrificare) ha fatto passare in secondo piano l'assenza di 10 deputati pdimenoellini (*), 8 del FLI e 2 dell'Idv. Dov'erano questi signori pagati dagli italiani? Loro, insieme a chi ha votato a favore, sono responsabili di fronte alla Nazione dell'eventuale mancato quorum. Della costruzione di centrali nucleari in Piemonte, Sardegna, Campania. Del futuro dei nostri figli. Non esiste giustificazione per la loro assenza.
Una parte del Giappone non esiste più, nessuno forse potrà tornare a vivere in un raggio di almeno 80 km da Fukushima, un territorio enorme, che ora è come se fosse su Marte, e anche Tokyo, con i suoi 15 milioni di abitanti in fuga, è a rischio contaminazione. Il 12 e il 13 giugno accendi l'Italia e “Spegni il nucleare“!
(*) Fassino era a Torino per una cerimonia per i 150 anni dell’Unita’ d’Italia, autorizzato dal partito

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