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San Marino, il pane della ‘ndrangheta

Località Gualdicciolo, nella Repubblica di San Marino. Qui il forno del “clan Vallefuoco” riforniva di pane le mense scolastiche di Reggio Emilia e contava tra i suoi clienti nomi dei big delle ristorazione emiliana e italiana, tra cui Camst. A dirlo è il segretario di Stato della piccola repubblica per l’Industria e il commercio, Marco Arzilli, nell’incontro settimanale con la stampa a Palazzo Pubblico: “La società Vallefuoco – spiega il segretario di Stato – ha operato a San Marino con commissioni rilevanti soprattutto in Emilia Romagna, nel bolognese e a Reggio Emilia, con i grandi nomi della ristorazione come la Camst per pane e farinacei”.

L’arrivo dei Vallefuoco a San Marino si è avuto a seguito della liberalizzazione del settore: “I controlli sulle società invece sono stati effettivi solo grazie alla legge del 2008 che ha istituito l’ufficio di Controllo a cui si è aggiunto, con l’attuale governo, il nucleo antifrode”. Non è la prima volta che San Marino si trova vittima di infiltrazioni mafiose anche se, precisa Arzilli: “Fino al 2008 qualcuno diceva che non esisteva la malavita a San Marino. Rifiuto completamente la battaglia politica su questi temi, se oggi si stanno succedendo molte azioni contro le infiltrazioni a San Marino, non è certo un caso”. Arzilli glissa sui possibili collegamenti tra il panificio e Fincapital, la finanziaria messa in liquidazione coatta da Bcsm (la Banca centrale sanmarinese), che avrebbe garantito linee di credito ai camorristi. In tal caso l’antica Repubblica non sarebbe più una semplice vittima delle infiltrazioni mafiose, ma un buon alleato, utile al riciclaggio di denaro sporco. Sulla vicenda è aperta un’indagine della magistratura di San Marino e di quella italiana.

(m.zol)

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