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Nucleare in Italia, Saglia: "Andiamo avanti, ma centrali solo con il sì delle Regioni"

Il governo italiano andrà avanti sulla strada del ritorno al nucleare. Ma “non si potranno realizzare le centrali nucleari nelle regioni che si esprimeranno negativamente sulla localizzazione degli impianti nel loro territorio”. Lo ha affermato il sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera. Il programma energetico nucleare non potrà essere realizzato in assenza di una totale condivisione delle comunità territoriali coinvolte”, ha precisato Saglia, il quale ha aggiunto però che non è questo il “momento più opportuno per modificare le decisioni di politica energetica” sull'onda dell'emozione di quanto accaduto in Giappone.Saglia ha sottolineato infatti che la “tragedia immane” in atto in Giappone non è connessa con le scelte per il nucleare, ma si tratta di una “catastrofe inimmaginabile con conseguenze imprevedibili”. La stessa Germania “si è limitata a decidere una moratoria sul prolungamento delle centrali nucleari dello stesso modello”. Secondo il sottosegretario “anche qualora ci si trovasse di fronte ad un escalation dell`emergenza nucleare, sarebbe sbagliato tornare indietro ed interrompere l`attuazione del programma energetico del Governo”.Le Regioni del Sud dicono no al nucleare. Dopo la tragedia del Giappone, si consolida il parere negativo dei governatori al decreto del governo sui criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi dei rifiuti, corretto dopo i rilievi della Corte Costituzionale. Puglia, Molise, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna hanno detto no: fa parziale eccezione la Campania, che ha dato parere favorevole subordinato però all'accoglimento di una serie di emendamenti. Il decreto varato l'anno scorso fissava i criteri di localizzazione delle centrali e dei depositi delle scorie, con l'obiettivo di far partire i lavori entro il 2013: ma senza il via libera degli enti locali è difficile avviare i progetti. Il governatore campano Caldoro ricorda: il rischio terremoti c'è anche in Italia.Intanto sul dibattito nucleare irrompe anche Adriano Celentano. “Nel bel mezzo di una tragedia come quella che sta vivendo il Giappone”, “senza contare l'aspetto più insidioso dovuto alle radiazioni liberatesi nell'aria, il nostro presidente del Consiglio non demorde” e “ha fatto subito annunciare dai suoi 'CicchittiPrestigiacomini' e dai piccoli insidiosi Sacconi che il progetto sul nucleare in Italia andrà avanti”, senza tener conto dell'”orientamento popolare contro le centrali decretato dal referendum fatto 24 anni fa”. Con queste parole il mollegiato ha preso posizione contro il ricorso al nucleare in un intervento sul “Corriere della Sera”. Per Celentano il governo “cerca di ostacolare Antonio Di Pietro”: “Le ottocentomila firme raccolte da Di Pietro contro le centrali atomiche e il legittimo impedimento saranno oggetto di un referendum che 'si farà', ha detto il ministro Maroni allievo di Berlusconi. Ma a giugno. Quando la gente va al mare”.Celentano, usando nella sua prosa i caratteri maiuscoli per le frasi considerate fondamentali, ha dunque lanciato “non un appello” ma “una preghiera” a chi vota, “di destra, di sinistra, studenti, leghisti, fascisti e comunisti: “Per il vostro bene, non disertate il referendum. Questa volta sarebbe un suicidio”. Parole dure, poi, contro Chicco Testa, presidente del Forum nucleare italiano: “Ormai è appassito per mancanza di clorofilla e quindi non più in grado di catturare quell'energia solare di cui un tempo si nutriva”. Casini e Berlusconi? “Ipocriti marci” perchè a suo avviso consapevoli che “per quanto sicure possono essere le centrali atomiche, anche di decima o di undicesima generazione, il vero pericolo sono soprattutto le scorie radioattive, che nessuno sa come distruggere”. L'unico, ha concluso, “che ha intuito cosa c'è nel cuore della gente” è il sindaco di Firenze Matteo Renzi, “che ha il coraggio di dire no alla cementificazione facile con la quale, secondo i malvagi, si costruirebbe per il bene dei cittadini”.Anche Pier Luigi Bersani ha bocciato il piano del governo sul nucleare e chiede una pausa per riflettere alla luce della tragedia che si sta verificando in Giappone. Il segretario del Pd oggi ne ha parlato in un'intervista all'Unità nella quale ha anche ricordato la scelta del partito a favore del referendum contro il nucleare. “Già prima di quanto accaduto” in Giappone “noi avevamo ottime ragioni, e le abbiamo ancora, per essere contrari al piano nucleare, che non ha nessuna fattibilità, che è economicamente svantaggioso”, quindi in vista del referendum “lavoreremo perchè dalle urne esca una risposta chiara contro questo piano che poggia sulla sabbia ed è totalmente sbagliato”. Una posizione che avvicina in questo caso il Pd ai partiti che sono alla sua sinistra, Idv e Sel, ma lo allontana dal Terzo polo che invece resta favorevole allo sviluppo del nucleare e che sostiene non si debba decidere sull'onda dell'emozione.Nella campagna referendaria si è già lanciato Antonio Di Pietro: “Alla luce dei tragici eventi che hanno colpito il Giappone l'Italia dei Valori chiede al Governo di rivedere immediatamente la scelta di realizzare nuovi impianti di produzione di energia nucleare in Italia – è la richiesta avanzata oggi dal leader di Idv-. Ci auguriamo che il governo si fermi in tempo, altrimenti saranno i cittadini a bloccare questa follia suicida”. L'altro sostenitore convinto del Sì è il leader di Sel, Nichi Vendola secondo il quale “una nuova avventura nuclearistica è sbagliata e pericolosa e noi ci ribelleremo con tutte le nostre forze”.Su tutt'altre posizioni è schierato il terzo polo. Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, per primo, aveva chiarito due giorni fa che la tragedia del Giappone non aveva modificato la sua opinione a favore dell'energia nucleare: “In Italia si parla di centrali nucleari di ultimissima generazione – ha detto Fini -. Il mio auspicio è che non si decida sull'onda dell'emozione”.
Anche se Fabio Granata ha spiegato oggi che Fli lascerà libertà di coscienza sul referendum ai suoi elettori. “Bisogna essere seri, non si può cambiare opinione a seconda degli eventi, sia pur drammatici come quelli accaduti in Giappone”, ha puntualizzato il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini ricordando che “le centrali del Giappone sono di 40 anni fa; inoltre bisogna proporzionare tutto all'evento drammatico del terremoto. Seguire la demagogia è sbagliato, altri cambiano idea a seconda delle circostanze”.16 marzo 2011Redazione Tiscali

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