Squilla il telefono, c’è Berlusconi. Sarà che una telefonata allunga la vita, come diceva un vecchio spot, ma sembra proprio che il presidente del Consiglio non possa fare a meno di chiamare chiunque e ovunque. Telefonate a Masi e Innocenzi, per fermare Annozero; telefonate alla Questura di Milano, per provare a insabbiare il caso Ruby; telefonate a Floris e Lerner, nel tentativo di intimidirli in diretta televisiva; telefonate alle tv di famiglia, perché un comizio su Canale5 o Rete4 fa sempre comodo; telefonate a qualunque incontro, convegno, manifestazione, meeting del Pdl, ma anche di ogni altro minuscolo movimento del centrodestra, per celebrare se stesso, attaccare i giudici e le istituzioni, evocare lo spettro del comunismo (anche se il comunismo è morto, ma al Cavaliere fa sempre comodo resuscitarlo, il suo amico Putin permettendo). Insomma, se fosse un film sarebbe ‘S.B. Telefono Casa’, giocando col titolo di un vecchio kolossal del cinema.
In tutto questo però c’è davvero ben poco da scherzare. Perché dietro al ‘morboso’ rapporto del premier con la cornetta si nasconde un disegno preciso: apparire sempre, per poi occupare, oltre che controllare, qualunque spazio informativo in maniera capillare. E’ così che Berlusconi ha costruito in passato le sue vittorie elettorali, è così che adesso cerca di rimanere aggrappato al potere. Non avendo mantenuto le promesse fatte, essendosi preoccupato solo di salvare se stesso e di aiutare gli amici e mai dei problemi degli italiani, ora deve convincere i tanti delusi che di lui ci si può ancora fidare. Impresa difficile, dopo anni e anni di pessimo governo, ma non impossibile quando si controlla in modo diretto o indiretto buona parte dell’informazione. E così ecco Berlusconi entrare in ogni casa, tutti i giorni ad ogni ora, senza nemmeno bussare.
C’è un dato che la dice lunga ed è quello relativo alle presenze nei telegiornali del servizio pubblico. Ebbene, nello scorso mese di gennaio Berlusconi ha occupato Tg1, Tg2 e Tg3 per oltre 400 minuti, più del doppio di tutti i leader dell’opposizione messi insieme. Squilibrio abnorme, che diventa anche maggiore se non si conta la sola presenza in video ma “il tempo di parole”, quello in cui non solo si vedono i leader ma li si ascolta pure: qui Berlusconi ha parlato tre volte più di Bersani e Casini e sette più di Fini. E l’Italia dei Valori? Di Pietro a gennaio ha avuto spazio per soli 25 minuti, praticamente le briciole. Un dato che si commenta da solo. Per questo abbiamo deciso di presentare un esposto all’Agcom, perché intervenga a ripristinare un minimo di equilibrio e impedisca al presidente del Consiglio l’indecente occupazione dei mezzi di informazione. Intanto però il premier telefona, straparla, interviene ovunque, ben sapendo c’è sempre chi lo rilancia dandogli la migliore vetrina possibile. Insomma, una telefonata può davvero allungare la vita, almeno quella politica. Ma solo se ti chiami Silvio Berlusconi!