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Ci chiedono di festeggiare l’Unità  d’Italia ma ci chiudono i Consolati

Bruxelles, 13/03/2011 – Non sembra decollare il clima di festa per le celebrazioni dell'Unità d'Italia. Nonostante il grande impegno profuso del Presidente Napolitano e dal suo staff nel ricordare ad ogni piè sospinto il valore e il significato della ricorrenza, nonostante le pagine dei giornali e i giochi e le sciarade inventate dai media per invogliare la gente, sembra che i cittadini, di questa ricorrenza ritenuta così importante, non se ne curino affatto, e di conseguenza non si entusiasmino più di tanto per questa Patria che ormai sentono lontana e per di più così indegnamente rappresentata nei suoi vertici istituzionali.

Certamente oggi la gente è oppressa da problemi che sono ben differenti dall'obbligato e imposto ricordo di Garibaldi o di Pisacane ed il tricolore non sembra più di moda; non attira più come quando la nazionale vince il mondiale di calcio, ma soprattutto è lo stesso paese che ne rifiuta il significato quando è costretto ad assistere al teatrino della politica che invece di affrontare il capitolo delle necessarie riforme, si perde nella contestazione del bunga bunga, nei teoremi creati dalle toghe rosse, nell'incapacità dell'informazione di essere imparziale e indipendente .

Se a Milano e a Roma poi, ma succede sicuramente anche a Palermo e Catania, per quanto se ne sa, si sono divisi gli appartamenti più prestigiosi nei quartieri più esclusivi proprio gli amici di cui parlavamo qualche giorno fa in queste stesse pagine, (la famosa cricca blindata da una legge elettorale che premia i lacchè) per pochi soldi mensili, molto al di sotto del prezzo di mercato, questo indegna i cittadini e li interessa certo più di una celebrazione folcloristica.

D'altro canto, come potrebbero gli italiani entusiasmarsi se lo stesso principale cantore delle celebrazioni, il presidente Napolitano, famoso in Europa già per gli articoli firmati per l'Unità inneggianti all'intervento sovietico a Budapest, oggi ritorna in auge per la ripubblicazione di un video del 2004 che lo coglieva in fallo mentre da parlamentare europeo intascava 800 euro per il rimborso di un biglietto aereo per cui ne aveva pagati 89…. Bello sputtanamento!

Così, se nel Paese il tricolore appare fuori tempo, tra le comunità all'estero, dove quella bandiera invece che infuocava una volta gli animi, oggi è soppiantata dalle bandiere dei mille comuni e soprattutto dalla Triscele giallorossa, visto l'elevato numero di figli della diaspora siciliana che nei nord lontani hanno dovuto ridisegnare le loro vite, il tricolore è decisamente superato e proprio l'ultima delle preoccupazioni.

Come possiamo infatti pensare che queste comunità possano appassionarsi per un simbolo, con tutto quello che questo simbolo sottende, possano trepidare per una Patria, se si tiene conto della considerazione che questa Patria ha da sempre dimostrato ed ancora oggi dimostra nei loro confronti?

Si parla di celebrazioni per l'Unità e poi ci si dimentica dei figli migliori di questa Patria, che vivono lontano da madri e fratelli, in luoghi dove hanno ricostruito, tra sacrifici e difficoltà le loro esistenze, rendendosi conto sempre di più della assoluta mancanza di considerazione in cui sono tenuti dalla Patria.

Immaginandosi una fantasia infinita si sono inventati la scellerata legge per il voto all'estero nella consapevolezza non di rappresentare le esigenze di quelle comunità, ma proprio di prendersi gioco di quelle esigenze, paracadutando nelle liste elettorali individui come l'ex senatore Di Girolamo, ancora oggi in carcere dopo la violazione del requisito della residenza obbligatoria all'estero, i brogli elettorali, gli imbrogli di Zacchera e Tremaglia e i fondi Mokbel e come altri a lui collegati, non ancora inquisiti, ma che difficilmente riescono a rappresentare le comunità che li avrebbero eletti, per incapacità e per menefreghismo.

Non ci meravigliamo quindi se, senza alcuna opposizione da parte di questi eletti all'estero, il governo disegna la riduzione dei consolati e riesce persino a chiuderne alcuni importantissimi per l'utenza che dovrebbero invece servire a fare sentire questa Patria più vicina, più attenta.

Una patria che invece abbandona i suoi figli che vivono all'estero, chiude così, ad esempio i consolati di Bruxelles, Edmonton, Esch/Alzette, Innsbruck, Lilla, Edimburgo, Ginevra, Lipsia, Atene, Cairo, Bastia, Vienna, Madrid, Smirne, Windhoek, Alessandria, Gedda, Karachi, Amburgo, Manchester, Liegi e Mons, e poi ci chiede di celebrare l'Unità…. con Cavour, Mazzini, la spigolatrice di Sapri e lo stesso Garibaldi.

Ufficio stampa
L'ALTRA SICILIA – Antudo
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