Pare che la Liguria è ‘ndranghetista

Nel distretto di Genova sono operative nel settore degli stupefacenti e del gioco d’azzardo gruppi mafiosi siciliani, diretta emanazione di famiglie di Cosa nostra, fra cui quella di “Piddu Madonia”. La relazione della Direzione nazionale antimafia conferma che in città esistono infiltrazioni mafiose. Non solo Cosa nostra, però. Non manca la ‘ndrangheta, “la più potemte della mafie” come riportato dalla stessa relazione. Il “locale” ‘ndranghetista operante a Genova – è scritto nella relazione – dà ordini alla “societa minore” costituita da alcuni ‘ndranghetisti nel basso Piemonte. La “società minore”, detta anche società di sgarro (inferiore alla “Santa”) si trova a Sommariva del Bosco, in provincia di Cuneo, ed era dipendente dalla locale di Genova guidata da Domenico Gangemi, detto ‘Mimmo’, il fruttivendolo di San Fruttuoso, 64 anni, arrestato a luglio nell’ambito di una maxioperazione antimafia dei Ros.

La relazione della Direzione nazionale antimafia riserva poi un capitolo al resto della regione: “Altre famiglie mafiose riconducibili a Cosa nostra palermitana – è scritto – sono penetrate nei settori della cantieristica navale di La Spezia, degli appalti, dei subappalti e dell’indotto”. Ma è nel’estremo ponente che si concentra la compagine criminale maggiore: “A Ventimiglia, al confine con la Francia, esiste una “camera di controllo” della ‘ndrangheta calabrese. Lo hanno rivelato alcuni collaboratori di giustizia. Tutta la zona dell’imperiese sarebbe “area strategica per la ‘ndrangheta – si legge nella relazione della Dna – in ragione della sua posizione di confine con la Francia dove, nella fascia compresa tra la Costa Azzurra e il ponente ligure, è stata segnalata più volte la presenza di latitanti di rilievo”.

La zona sarebbe così importante da attribuire, alla “locale” che insiste in quell’area, il ruolo di “camera di controllo”, ovvero un organismo sovraordinato al potere di ogni “locale” i cui rappresentanti sarebbero eletti tra i più importanti capi delle locali presenti nella regione. Tra l’altro, la “camera di controllo” viene utilizzata per nascondere e aiutare i latitanti. Secondo la Dna nel comprensorio di Imperia operano famiglie di spessore quali i Pellegrino, originari di Seminara (Reggio Calabria) collegati alla potente cosca dei Santaiti-Gioffrè che coltivano interessi concentrati nell’edilizia ma anche capaci di spostare enormi pacchetti di voti.

Narcomafie di è occupata del radicamento della criminalità organizzata – e in particolare della ‘ndrangheta – in Riviera nel numero mensile di gennaio, “Locali di Riviera“, appunto, in cui si racconta di una Liguria schiacciata dalle inchieste: le indagini sui Pellegrino, il caso Ventimiglia e il comune di Bordighera a rischio di scioglimento per infiltrazione mafiosa. Un’onda di appalti truccati, assunzioni irregolari, relazioni pericolose, che sta per sommergere la politica ligure nell’indifferenza generale.

(m.zol)

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