“In un momento in cui le attenzioni di tutto il mondo sono concentrate sugli accadimenti che stanno cambiando la storia dei Paesi del Nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, alle porte di casa nostra, e alla vigilia del Consiglio europeo straordinario dell’11 marzo sulla drammatica situazione della Libia, torna di attualità una delle questioni di rilievo internazionale ancora irrisolte dell’ultimo secolo” con queste parole l’on. Franco Narducci (Vice presidente della Commissione affari esteri della Camera) ha aperto l’intervento di presentazione del libro di Fausto Biefeni Olevano, “La verità nascosta”, sulla vera storia della scomparsa dell’Imam Moussa al Sadr, dello sceicco Yaacoub e di Badreddin, scomparsa che impegnò a lungo la magistratura italiana. Narducci ha rievocato l’interrogazione parlamentare presentata dall’on. Spataro e altri sulla misteriosa scomparsa dell’imam Moussa al Sadr, nel corso del suo viaggio aereo Tripoli-Roma, datato 31 agosto 1978, un viaggio mai confermato.
Nel mese di agosto di quel lontano 1978, al Sadr partì per la Libia con due personalità per incontrare dei funzionari del governo libico e mediare tra il colonnello Muammar Gheddafi e il presidente per la liberazione della Palestina, Yasser Arafat.
In August 2008, Lebanon issued an arrest warrant for Qadhafi and 11 other Libyan officials, charging them with kidnapping al-Sadr.Narducci ha ricordato al riguardo che, nell'agosto del 2008, il Libano ha emesso un mandato di cattura per Gheddafi e per 11 funzionari libici, accusandoli del sequestro di al Sadr e dei suoi compagni.Qadhafi was also indicted for “inciting the abduction” of the senior cleric. Gheddafi è stato anche incriminato per “incitamento al rapimento” del leader religioso. La Libia ha negato ogni responsabilità, sostenendo che al Sadr e la sua delegazione lasciarono la Libia per l’Italia nel 1978. Tuttavia, vi è ragione di credere che al Sadr sia ancora vivo e sia detenuto in una prigione segreta in Libia.
“L’imam sciita al Sadr fu una figura chiave dello sciismo mediorientale e della politica libanese degli anni immediatamente precedenti la guerra civile. Sostenitore di una rivoluzione culturale sociale da combattere senza armi per sconfiggere la povertà (“mai più povertà”) e per andare oltre i conflitti religiosi – ha sottolineato Narducci. Grazie al suo carisma quasi profetico seppe promuovere il suo movimento a livello internazionale e allo stesso tempo chiedere uno stato non confessionale e sostenere fortemente il dialogo interreligioso tra musulmani e cristiani”.
Non vi è dubbio che l’imam Musa al-Sadr scomparve mentre era al culmine del suo impegno politico e nazionale libanese, avendo raccolto l’eredità delle masse di sinistra all’interno della comunità sciita, ed avendo costruito la sua leadership sull’attivazione del patrimonio riformista all’interno dello sciismo duodecimano.
”Libya has denied responsibility, claiming that al-Sadr and his companions left Libya for Italy in 1978.Questo libro, per gli stimoli che promana, è destinato a riaprire il dibattito sull’esperienza di al Sadr e sulle ragioni della sua scomparsa”, ha sottolineato il Deputato eletto all’estero. “Oggi che il nord Africa è attraversato da venti di cambiamento, da speranze di affrancamento dalla povertà e dall’indigenza, dalla ricerca di democratizzazione e modernità – la vera scommessa di milioni di giovani scesi in piazza a manifestare – è importante riscoprire la dimensione del dialogo interreligioso per la costruzione dello sviluppo e della pace. Dialogo che oggi costituisce un tema caldissimo per gli eventi che stiamo vivendo e che aveva rappresentato un tema centrale dell’esperienza già in parte avviata dall’imam al Sadr. Oggi si cercano ancora le ragioni della sua scomparsa, dopo la quale si sarebbero consumate due rivoluzioni nella regione: quella in Iran che di lì a pochi mesi avrebbe cambiato il volto del Medio Oriente; l’altra, in Libano, avrebbe avuto una fine drammatica, con l’invasione israeliana del 1982 che avrebbe lasciato dietro di sé un paese distrutto e un sistema politico vacillante. Con la lente della storia e con l’intelligenza rivolta alla profezia, emerge l’interrogativo; “Cui prodest?”, ha concluso Narducci, evidenziando che a questa domanda bisogna dare risposta se si vuole affrontare con scienza e coscienza il futuro del Mediterraneo.