“Consoli onorari? Non ci resta che piangere”La replica di Gino Bucchino e Fabio Porta alla risposta del Governo

“La situazione degli Uffici consolari onorari rappresenta un capitolo meno vistoso ma non meno allarmante del cosiddetto piano di “razionalizzazione” della rete consolare, che sta letteralmente devastando il sistema dei servizi per le nostre collettività. Su di essa, con un’interrogazione e con altre iniziative, abbiamo cercato di richiamare, assieme ai colleghi Fedi e Garavini, l’attenzione di Governo e maggioranza per cercare di evitare danni irreversibili. Ora, la risposta che il Sottosegretario Sen. Alfredo Mantica ha dato alla nostra interrogazione, lungi dal riassorbire alcune nostre preoccupazioni, le rafforza per il presente e soprattutto per il futuro”. Inizia con queste parole la dichiarazione degli onorevoli Porta e Bucchino sulla risposta data dal Sottosegretario Mantica alla loro iniziativa parlamentare.
“Gli uffici consolari di seconda categoria sono secondari solo per definizione burocratica. Essi, in realtà, soprattutto nei paesi transoceanici di storica immigrazione, ad esempio il Canada e il Brasile, dove la rete consolare deve fare fronte ad una grande estensione territoriale, svolgono una funzione essenziale di integrazione dell’attività consolare primaria e, in molti casi, di vera e propria sostituzione delle strutture che mancano o sono carenti per varie ragioni.
Si tratta di un servizio tanto utile e necessario quanto agile e poco costoso. Vogliamo ricordare, infatti, che in base al DPR n. 18 del 1967 i titolari di tali uffici svolgono la loro funzione a titolo gratuito e si fanno carico delle spese relative. Lo Stato italiano, tramite il MAE, dovrebbe far fronte solo alle spese postali e telefoniche ed erogare un contributo sulle spese di ufficio e rappresentanza.
Ebbene, nonostante ciò, la scure dei tagli ha inciso sugli uffici consolari di seconda categoria in modo ancora più grave di quanto non abbia fatto per i consolati di prima categoria. Nel bilancio del MAE i contributi per i vice consolati onorari tra il 2009 e il 2010 hanno subito una riduzione del 45% e per il 2011 hanno sofferto di ulteriori erosioni. In più, con tutta una serie di disposizioni amministrative si stanno limitando le competenze dei viceconsolati unitari al di fuori di qualsiasi logica di riorganizzazione e di riforma. Francamente, nel momento in cui sciaguratamente si pensa, per risparmiare, di contrarre la rete consolare primaria, incidere nello stesso tempo anche sull’unica alternativa che si ha nelle mani ci sembra un caso di suicidio annunciato.
Di fronte a questa allarmante prospettiva, quale è stata la risposta, anzi la duplice risposta del Sottosegretario per gli italiani nel mondo? Prima di tutto che ci si deve rassegnare ormai alla scarsità delle risorse e che, per questo, si cercherà di selezionare le situazioni con criteri di priorità. Non possiamo impedire purtroppo che proprio chi detiene la delega per gli italiani all’estero si rassegni al loro infausto destino, ma possiamo almeno chiedere: perché una scala di priorità non è stata adottata finora? Perché ci si è rassegnati alla meccanica applicazione dei tagli lineari?
La seconda parte della risposta è che l’obiettivo del MAE è quella di procedere verso la totale gratuità degli uffici consolari, chiedendo ai titolari non solo di lavorare gratuitamente ma di rimetterci di persona le spese vive di ufficio. Tant’è che nell’ultimo anno coloro che non hanno richiesto alcun rimborso sono passati dal 7% al 10% del totale. Chiaro? L’eccezione diventa la regola e il sistema dei servizi resi ai nostri connazionali, anziché essere fondato su un fondamentale diritto di cittadinanza, è consegnato nelle mani di coloro che sono ricchi di famiglia e che hanno soldi da spendere al posto dello Stato.
Non sappiamo se il Sottosegretario si renda conto degli effetti che simili affermazioni possono produrre tra quelli che a vario titolo prestano lavoro volontario nelle nostre comunità.
Per quanto ci riguarda sappiamo invece di doverci ancor più impegnare per fare in modo che i nostri connazionali all’estero, almeno loro, non si rassegnino a questa deriva e che il Governo e il MAE aprano gli occhi di fronte al baratro in cui stanno precipitando le politiche emigratorie”:

On. Gino Bucchino / On. Fabio Porta

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