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Berlusconi si compra il regno dei cieli e ci obbliga a vivere anche da morti

La prossima settimana inizierà alla Camera la discussione della legge sul cosiddetto testamento biologico, già approvata dal Senato quasi due anni fa. Non ho alcun dubbio nel dire che più che una legge si tratti di un attentato alla libertà individuale, garantita dalla nostra Costituzione.
Infatti, come è noto, l’art. 32 della Costituzione così recita: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Nell’ambito della libertà della persona e dei diritti costituzionalmente riconosciuti, deve quindi intendersi consentito il diritto al rifiuto e/o all'interruzione dei trattamenti sanitari. Tale diritto non può essere disatteso da nessuno, neppure in nome di un supposto dovere di cura. Il medesimo principio di libertà si ritrova sia nell'articolo 8 della Convenzione europea sui diritti dell'uomo, che nell'articolo 3 della Carta europea dei diritti dell'uomo. Del resto, uno dei padri della dottrina liberale, John Stuart Mill, scriveva nel 1858 (nel volume “Sulla libertà”): “su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente, l’individuo è sovrano”. Ben prima di lui Platone ne “La repubblica” diceva: “E’ libero chi sceglie il proprio destino” e Aristotele in “Etica Nicomachea”: “E’ libero chi sceglie con consapevolezza”.
Dunque oggi succede questo: un malato di cancro in fase terminale, inguaribile, può consapevolmente rifiutare l’alimentazione e l’idratazione. Un malato che si trovi in condizioni di incoscienza (ad esempio in coma irreversibile o in stato vegetativo) deve subirle, anche se durante la sua vita, quando era pienamente consapevole, aveva dichiarato che, in una tale situazione, potendolo fare, le avrebbe rifiutate.
E’ davvero paradossale, tanto più che, per poter imporre per legge un tale comportamento ai medici, stante l’art. 32 della costituzione, la legge stessa deve dichiarare che “alimentazione e idratazione” non sono “trattamento medico”, ma sostegno vitale. Al riguardo basti dire che il Presidente della Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo (SINPE), Professor Maurizio Muscaritoli, ha dichiarato: “è un falso ideologico affermare che la nutrizione artificiale non è un trattamento medico, perché ha bisogno di un corretto e continuo monitoraggio”. Nello stesso senso anche la Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri.
La verità è che ancora una volta il varo di una legge dello Stato Italiano avrà luogo per motivazioni meramente politiche, per fare un favore alle gerarchie ecclesiastiche. Basti al riguardo richiamare l’intervista del Ministro Sacconi al quotidiano “La Repubblica” del 25 gennaio scorso. Al giornalista che ricordava al ministro le parole di Bagnasco secondo cui “chi accetta di assumere un mandato politico deve essere consapevole della misura e della sobrietà”, Sacconi rispondeva sottolineando come il cardinale nel suo intervento, facesse anche riferimento “a molti altri temi cari ai cattolici, quali ad esempio il testamento biologico. Avremo presto modo di tradurre i principi in atti legislativi, per tutelare sempre e comunque la vita, anche quella che si trova in condizioni di estrema fragilità e alla quale bisogna garantire alimentazione e idratazione”.
In altre parole Berlusconi sta ora cercando di comprare “il regno dei cieli”. Ma se per caso fosse in vendita, bisognerebbe ricordare al Santo Padre, che esiste un comportamento, che la chiesa considera peccato mortale e che risponde al nome di “simonia”, cioè il commercio di cose sacre e di indulgenze, anche a causa del quale si è avuto lo scisma di Lutero.

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