“Italiani senza frontiere”, un incontro sulla nuova immigrazione italiana a Ginevra

Il Consolato d’Italia e l’associazione Culturaitalia di Ginevra hanno organizzato il 2 marzo 2011 un incontro sulla “nuova immigrazione italiana a Ginevra”, per discutere e confrontarsi sulle caratteristiche comuni dei nuovi espatriati e sui disagi (e opportunità) condivise.

L’incontro, dal titolo “Italiani senza frontiere”, si è focalizzato, in particolare, sui flussi migratori degli ultimi quindici anni (1995-2010: “la valigia di coccodrillo”), in particolare sui loro elementi distintivi (e del tutto divergenti) dalla precedente emigrazione (1950-1970: “la valigia di cartone”).

All’incontro-dibattito hanno partecipato come relatori il Console italiano, Alberto Colella, il sindaco di Ginevra, Sandrine Salerno, e la giornalista e blogger Claudia Cucchiarato, autrice del recente libro “Andare oltre” dedicato alla nuova immigrazione italiana in Europa.

Il Console ha illustrato, con grafici e statistiche, i cambiamenti intercorsi tra la passata e l’odierna emigrazione a Ginevra, i mezzi di supporto forniti dalla rete consolare ai nuovi bisogni della comunità italiana residente, e le difficoltà e le sfide che i nuovi emigrati si trovano oggi a dover affrontare.

L’intervento del sindaco è stato invece dedicato agli strumenti forniti dall’amministrazione pubblica locale e alle politiche d’integrazione delle comunità straniere residenti nel Cantone. La città di Ginevra ha promosso in questi ultimi anni un’intensa azione di sostegno per gli immigrati, aumentando il numero di alloggi a loro disposizione, facilitando l’inserimento nel contesto urbano e sociale tramite incontri con i rappresentati politici locali, diffondendo materiale informativo e promuovendo eventi culturali volti a coinvolgere i più giovani.

L’intervento della Cucchiarato, giornalista emigrata a Barcellona da qualche anno e dunque rappresentante, in prima persona, di questa nuova comunità d’espatriati, ha voluto essere una testimonianza diretta delle scelte e del coraggio che animano i nostri giovani a lasciare l’Italia, alla ricerca dell’indipendenza e degli strumenti necessari alla costruzione di una vita propria.

Tema comune all’appassionato dibattito che è seguito è stato il rimpianto delle nuove leve di espatriati che, pur occupando spesso posizioni lavorative di prestigio e dotati di un bagaglio culturale ed educativo di primordine (il 55% dei nuovi espatriati italiani a Ginevra sono almeno laureati), sono stati spesso costretti all’emigrazione per l’impossibilità di trovare in Italia adeguate opportunità e sbocchi professionali.
Una immigrazione quindi nuova, colta e preparata, con caratteristiche ben distinte dall’immigrazione di massa in Svizzera negli anni ‘60 e ’70. Ma che ha in comune con quella il rimpianto di aver lasciato alle spalle una Italia in difficoltà, e di essere stati in qualche modo “costretti” ad emigrare.

Nota finale di speranza quella di tanti giovani professionisti (all’incontro ha partecipato un pubblico assai folto), che da qualche anno lavorano e vivono a Ginevra ma che non disperano, in futuro, di poter tornare nel loro Paese, se dovessero verificarsi le condizioni adatte.

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