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La Cassazione dice basta al malcostume di parcheggiare in doppia fila. Rischia il carcere chi sequestra l’auto del vicino e non scende a spostarla

L’autovettura parcheggiata in modo tale da impedire all’altro di uscire dal cortile condominiale. può portare alla condanna per violenza privata.
È il principio stabilito nella sentenza n. 7592 del 28 febbraio 2011, emessa dalla sesta sezione penale della Suprema Corte che riporta Giovanni D’Agata, componente del Dipartimento Tematico “Tutela del Consumatore” di Italia dei Valori e fondatore dello “Sportello dei Diritti”
Con la decisione in commento gli ermellini hanno, infatti, confermato la condanna nei confronti del proprietario dell’auto parcheggiata in cortile che teneva “prigioniera” la vettura del vicino, che scende a spostarla soltanto dopo un’ora
Mentre il condomino “sequestrato” va risarcito, l’altro che se la prende comoda rischia pure trenta giorni di reclusione.
«Non trovavo le chiavi», si giustificherà davanti al giudice l’automobilista fin troppo disinvolto che neppure si affaccia dal balcone per scusarsi con il vicino.
La sentenza della Cassazione penale ha statuito che l’effetto pratico della condotta addebitata è impedire per lungo tempo al vicino di allontanarsi da casa come invece egli avrebbe voluto.

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