Il parlamento ha definitivamente approvato il decreto Milleproroghe, che proroga di un anno l’entrata in vigore della mediazione nelle sole materie del condominio e della responsabilità  da circolazione stradale

1. Mediazione: il Cnf approva un Manifesto di critica da distribuire negli Ordini
2. Mediazione: i servizi agli Ordini
3. Riforma forense: il Cnf in audizione alla Camera dei Deputati
4. Formazione: ridotti i crediti formativi
5. Corte dei Conti, il presidente Alpa: “Rafforzare la difesa nella fase d’indagine del processo contabile”

1. Mediazione: il Cnf approva un Manifesto di critica da distribuire negli Ordini

Il parlamento ha definitivamente approvato il decreto Milleproroghe, che proroga di un anno l’entrata in vigore della mediazione nelle sole materie del condominio e della responsabilità da circolazione stradale.
Il Cnf, preso atto di tale situazione, nella seduta amministrativa del 25 febbraio scorso ha approvato un Manifesto nel quale stigmatizza le incongruenze della legge. Il Manifesto è stato inviato a tutti gli Ordini forensi. Di seguito riportiamo il testo integrale.
Mediazione: e le garanzie per il cittadino?
Da un anno il Cnf denuncia con forza le palesi incongruenze di una legge che ha costruito un’alternativa alla giurisdizione senza garanzie per i cittadini, che dovranno obbligatoriamente ricorrervi privi di adeguata tutela ed impossibilitati a valutare consapevolmente le eventuali rinunce ai propri diritti.
L’Avvocatura, chiamata dalla Costituzione e dalla legge speciale alla salvaguardia dei diritti anche dei soggetti più deboli, non contrasta l’idea della mediazione quale complemento della giurisdizione nella soluzione dei conflitti, ma ribadisce la propria opposizione a questa normativa, tra l’altro di dubbia costituzionalità, che, per come concepita, si risolve in un percorso ad ostacoli nell’accesso alla giurisdizione, con un aumento di oneri e costi per ottenere risposta alla domanda di giustizia.
Il Cnf ha ripetutamente rappresentato i limiti della legge, chiedendone le necessarie modifiche.
L’Avvocatura ha dovuto tuttavia prendere atto che il Governo ha purtroppo disatteso le richieste formulate, con il profilarsi di una paralisi del sistema che avrà ricadute negative sui procedimenti in atto e sulle iniziative processuali da incardinare.
Il Cnf ribadisce le posizioni espresse e le richieste formulate e nel contempo è concretamente a disposizione dei Consigli dell’Ordine per tutte le necessità connesse all’entrata in vigore dell’obbligatorietà della procedura.
Cliccare sul link per leggere il manifesto.

2. Mediazione: i servizi agli Ordini

Raccogliendo numerose richieste di supporto da parte degli Ordini forensi nella fase di avvio degli Organismi di Conciliazione, il Cnf ha messo in cantiere una serie di iniziative, di studio e operative, per facilitare la istituzione di tali Organismi da parte degli Ordini.
Nella seduta amministrativa del 25 febbraio, da ultimo, ha varato un progetto per la messa a disposizione degli Ordini di un software per la gestione anche contabile dell’attività di tali organismi.
In secondo luogo, ha richiesto un parere pro-veritate dell’avv. Claudio Berliri sul trattamento fiscale e tributario dell’attività degli organismi di conciliazione, decidendo peraltro di proporre relativo interpello all’Agenzia delle Entrate, stante la novità dell’argomento (cliccare sul link per leggere il parere).
Ha inoltre messo a disposizione una proposta di contratto di Assicurazione con la società Banchero Costa spa, che gli Ordini potranno autonomamente sottoscrivere.
Già il 21 dicembre, inoltre, il Cnf aveva approvato un Modello di Regolamento per gli organismi di mediazione costituiti dai Consigli dell'Ordine degli Avvocati (cliccare sul link per leggere il regolamento).

3. Riforma forense: il Cnf in audizione alla Camera dei Deputati

Approvazione urgente della riforma professionale senza riaprire una discussione che rischia di compromettere tale obiettivo. Il testo varato dal Senato, nonostante alcune modifiche approvate abbiano affievolito l’impatto della riforma soprattutto con riguardo all’accesso alla professione, è nel suo impianto ancora condivisibile. Ma se la commissione giustizia dovesse riaprire il confronto, allora il Cnf intende tornare al testo originario condiviso con tutte le componenti dell’avvocatura, più rigoroso sull’accesso, con il divieto delle iscrizioni di diritto, con il riconoscimento del potere regolamentare al Cnf.
E’ questa la posizione espressa il 16 febbraio scorso dal presidente del Cnf, Guido Alpa, audito con una delegazione del Consiglio dalla commissione giustizia della Camera sulla proposta di legge di riforma dell’ordinamento forense (AC 3900). “Il progetto non è frutto di istanze corporative”, sottolinea Alpa. “I privilegi si condividono in pochi, certo non tra gli appartenenti ad una massa che si riproduce in modo esponenziale” qual è l’avvocatura. I dati (gli iscritti agli albi ammontano a 216mila; il reddito medio annuo non arriva a 50mila euro; in dieci anni il numero degli avvocati è raddoppiato; il tasso di disoccupazione dei giovani si aggira tra il 20% e il 30%) “smentiscono di per sé ogni critica alla categoria, proveniente dalle autorità indipendenti e dai poteri economici forti. Le loro prese di posizione sono apodittiche e suonano come un accanimento nei confronti dell’avvocatura: ne abbiamo avuto prova durante la discussione in senato. E questo non è più tollerabile”.
Il Consiglio nazionale forense ha consegnato alla commissione giustizia un dossier con cinque schede di approfondimento dedicate ai principali profili problematici della proposta di legge con argomenti giuridici specifici a sostegno delle scelte perorate dagli avvocati: potestà regolamentare, riserva di consulenza legale, tariffe, pubblicità, indipendenza.
Cliccare sul link per leggere il comunicato stampa.

4. Formazione: ridotti i crediti formativi

Il Cnf, tenuto conto degli esiti del questionario agli Ordini sulla congruità del monte crediti formativi che gli avvocati sono tenuti ad adempiere e tenuto conto delle esperienze europee, alla scadenza del primo triennio di sperimentazione, ha deciso, nella seduta amministrativa del 25 febbraio, di fissare a 75 i crediti formativi che è obbligatorio cumulare nel triennio, stabilendo che 60 dovranno essere ordinari e 15 in deontologia e ordinamento professionale.

5. Corte dei Conti, il presidente Alpa : “Rafforzare la difesa nella fase d’indagine del processo contabile”

Il presidente del Consiglio nazionale forense è intervenuto martedì 22 febbraio alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario della Corte dei Conti.
Nel suo intervento, Alpa ha sottolineato che nel processo contabile “l’avvocato nella fase di indagine pre-processuale ha un ruolo marginale rispetto alla figura preminente del pubblico ministero. E’ ancora, difatti, poco garantito il c.d. contraddittorio preliminare, visto che solo nella fase conclusiva dell’inchiesta, l’inquisito ha diritto di ricevere un invito a dedurre e di chiedere eventualmente di essere ascoltato. Nella fase dell’istruttoria è limitato anche il diritto di accesso e la sopravvivenza della richiesta di deduzioni ,quando la procura ha ormai esaurito l’istruttoria, ha una sostanziale funzione di garanzia pressoché formale”. Eppure “è delicatissimo il ruolo del difensore tecnico di collaborazione al raggiungimento della verità. Gli avvocati auspicano che il sistema giudiziario contabile sia oggetto di un intervento riformante e corroborato con adeguate risorse finanziare e umane, per alleviare il carico pendente, abbreviare i giudizi, quindi rafforzare le garanzie di difesa”, ha continuatoAlpa.
Cliccare sul link per leggere il testo integrale della relazione.

A cura dell’Ufficio Comunicazione e Media
in collaborazione con l’Ufficio studi

Consiglio Nazionale Forense
Via del Governo Vecchio n.3
www.consiglionazionaleforense.it

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