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Cambogia: lungo il Mekong

Cambogia, 22 Febb. Lungo il Mekong, fiume che attraversa Phnom Penh, mi da il suo benvenuto la Cambogia. Lungo il suo corso limaccioso c’è una Cambogia devota, che accende bastoncini di incenso e porta fiori ad un Buddha nero, all’interno di una pagoda.Lungo il fiume c’è la Cambogia dai piedini sporchi, come quelli di una bambina che ruba la nostra attenzione mentre parliamo. Ha in mano un pezzo di plastica che lecca come se fosse un gelato. Come lei ci sono altri bambini che fanno comunella in attesa dei genitori, che lungo le strade vendono strani cibi che ancora non ho decifrato. Lungo il Mekong c’è la Cambogia motorizzata, quella di un’infinità di scooter e vecchie carrette a due ruote che sembrano venirti addosso in ogni momento; guidatori consapevoli di attraversamenti in diagonale, a destra a sinistra, al centro, di traverso. Ovunque vai ti trovi motorini sulla tua stessa corsia. Eppure non ho sentito una frenata brusca, non un rabbioso inveire. Lungo la passeggiata del fiume ci potrebbe essere, forse c’è, anche la Cambogia violentata; un gruppo di attempati occidentali attira l’attenzione di due ragazzine, che si voltano sorridendo ma vanno via. Controllo che siano lontane. Lo sono. Ancora non è scesa la notte. Chissà cosa accadrà più tardi? Lungo il Mekong, fiume che attraversa anche il Laos e il Vietnam c’è una Cambogia che spera. A sedere sui marmi roventi del lungofiume una ragazza tiene in mano un uccellino. Lo ha appena comprato da alcuni venditori ambulanti, che in una gabbia stretta stretta ce ne tengono un centinaio. Qualcuno mi dice che lasciare volar via un uccellino lungo il Mekong sia di buon auspicio. E allora la ragazza apre le mani e lo lascia andare. L’uccellino sorvola i suoi sogni e un lungo fiume di sofferenze, devozione e tanta dignità. Ben lieto di conoscerti Cambogia!!

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