RESISTERE, RESISTERE, RESISTERE

Cosa deve fare una forza di opposizione quando il Governo si regge su una maggioranza con i numeri falsati e senza alcuna valenza politica? Come può un partito responsabile reagire quando l’Esecutivo procede a forza di colpi di mano, in spregio ad ogni logica democratica? In che modo il centrosinistra può mandare a casa un uomo imputato per gravi reati che sfrutta il suo ruolo per curare i propri interessi, danneggiando l’ordine istituzionale e il Paese? Per alcuni, la risposta è un atto estremo: le dimissioni in massa di tutti i parlamentari dell’opposizione. Bene: se questo serve al mio Paese, le mie dimissioni sono già sul tavolo.

Faccio politica per passione e non ho problemi a sposare la “soluzione Aventino”: penso però che la proposta, per quanto affascinante, sia difficilmente praticabile. In caso di dimissioni, infatti, il Parlamento si riunisce per approvarle o respingerle e, se il voto è favorevole, viene proclamato eletto il candidato che succede al parlamentare dimissionario nella lista elettorale. Il nuovo eletto dovrebbe a sua volta seguire lo stesso iter, e così via per decine di volte per ogni parlamentare. Inoltre bisognerebbe sperare che ogni nuovo eletto sia disponibile a rassegnare le dimissioni e che la maggioranza voti ogni volta per la decadenza dei parlamentari di opposizione (il che non è scontato). Certo politicamente il gesto sarebbe deflagrante, ma a Berlusconi, incapace di comprendere la parola ‘democrazia’, importerebbe qualcosa?

Un’ulteriore proposta è quella di bloccare il Parlamento. Altra idea suggestiva. Ma poniamoci una domanda: può una minoranza impedire il funzionamento delle istituzioni? Due anni fa ci opponemmo alla visita in Senato di Gheddafi; l’anno scorso, per impedire che fosse approvata la legge-bavaglio contro le intercettazioni, abbiamo occupato simbolicamente l’Aula del Senato per una notte. Insomma, ci siamo opposti con ogni mezzo consentito dalle regole democratiche per fermare il caterpillar della maggioranza. Ma è evidente che le proposte ‘aventiniane’ mancano di senso pratico, essendo di fatto inapplicabili: anzi, potrebbero avere l’effetto contrario di quello voluto.

Purtroppo Berlusconi gioca sporco ma le carte che ha in mano, per quanto truccate, gli consentono di restare al suo posto. Non è fuggendo dalle nostre responsabilità, o peggio facendo il gioco dell’avversario, che vinceremo la partita: dobbiamo restare in Parlamento e lavorare nel Paese, per questo siamo stati eletti. Abbiamo trascorso tre anni di faticoso e certosino lavoro di smantellamento di ogni singolo provvedimento della maggioranza e di presentazione di centinaia di interrogazioni, interventi in aula, proposte di legge ed emendamenti, senza cedere di un metro all’avanzata della cricca e impegnandoci a tutelare strenuamente l’interesse dei cittadini, per una nuova stagione di riforme. Se Berlusconi è in difficoltà è sicuramente anche merito dell’Italia dei Valori. È questo che dobbiamo continuare a fare e, come disse il procuratore di Milano Borrelli, “resistere, resistere, resistere come su di una irrinunciabile linea del Piave”, agendo affinché la democrazia abbatta Berlusconi.

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