Liegi: il 28 marzo manifestazione contro la chiusura del Consolato

Il Comitato di Coordinamento di Liegi prosegue la sua lotta contro la chiusura del Consolato italiano locale. Per questo, invita la comunità italiana a partecipare numerosa alla Manifestazione Generale che si svolgerà il 28 marzo 2011 alle ore 10 dinanzi al proprio Consolato per la difesa dei nostri diritti e della nostra identità.

La Comunità italiana residente all’estero sente il dovere di appellarsi ad una attenta riflessione perché si prenda in seria considerazione la nostra situazione all’estero.

Inviamo un appello di civiltà e di unità nazionale, soprattutto in questo momento in cui le Istituzioni e i cittadini celebrano l’anniversario dell’Unità d’Italia, perché questo legame continui a rimanere forte e includa tutti gli italiani, senza discriminazioni. Non possiamo e non vogliamo tacere di fronte ad atteggiamenti e scelte politiche che penalizzano la nostra comunità e l’immagine stessa del Paese.

Noi siamo i primi a sostenere che i costi superflui vanno eliminati, ma NON chiudendo definitivamente i Consolati, rinviando perennemente le elezioni e logorando così il ruolo e le responsabilità di CGIE e Comites, azzerando i finanziamenti per la divulgazione della lingua e cultura italiana all’estero, per l’editoria, per l’assistenza”.
Per risparmiare all’incirca 8.500.000 euro, ci troviamo di fronte alla distruzione “totale” della collettività italiana, senza riflettere sui risultati finali che tali chiusure e/o annientamenti comporteranno a breve e a lungo termine. Nello specifico, in merito alla situazione attuale della rete consolare, si potrebbero pianificare risparmi se questi mirassero ad una ristrutturazione razionale e di buon senso delle Sedi esistenti.

Noi sappiamo bene che la crisi ha messo in ginocchio le economie di molti Paesi e tanti cittadini onesti non hanno, in Italia, mezzi per sopravvivere e sfamare la propria famiglia. Noi ne siamo pienamente coscienti ed è per questo che ci sentiamo vicini alle sofferenze e alle difficoltà dei nostri connazionali. Gli italiani all’estero sono e possono continuare ad essere una risorsa utile contro la crisi. Basti pensare, tanto per citare qualche numero, che solo per le pensioni maturate all’estero, l’Italia percepisce annualmente un indotto di 5 miliardi di euro. Tali fondi non aiutano forse l’economia del Paese? E allora, perché questi continui schiaffi morali contro l’identità italiana all’estero? Non è nei momenti di maggiore difficoltà che bisognerebbe unirsi e collaborare tutti assieme per risollevarsi e guardare con vero ottimismo al futuro del Paese?.

Parliamo di fondi che significano cultura, investimento, segno di una presenza viva e attiva, appartenenza di ognuno di noi alla nostra Nazione. Senza investimento non può esserci alcuna crescita, senza risorse per la divulgazione della cultura italiana, una società è destinata a regredire sempre di più, fino all’emarginazione totale.
Sottolineiamo che in gioco non c’è solo l’aspetto sociale, di rappresentanza, ma l’aspetto economico dell’Italia stessa. Gli italiani residenti all’estero sono italiani a tutti gli effetti e hanno gli stessi diritti degli italiani residenti in Italia. Noi difendiamo i nostri diritti per garantire alle generazioni future, ai nostri figli, un avvenire senza discriminazioni sociali.

Agire per loro, perché possano farsi apprezzare e continuare la tradizione, sentirsi orgogliosi e fieri di appartenere all’Italia e, allo stesso tempo, per la memoria delle generazioni passate, di coloro che molto prima di noi sono emigrati e con enormi sacrifici, sudore, passione hanno lottato per guadagnarsi quel diritto che spetta a ognuno di noi: la dignità. Se oggi siamo apprezzati a livello internazionale, se esiste un’integrazione forte della cultura italiana in giro per il mondo è soprattutto grazie a tutte queste persone, a quei valori che qualcuno oggi tenta di disperdere. Molte di queste persone non ci sono più, ma il loro ricordo é sempre vivo in noi e dovrà continuare anche per le generazioni future.

L’attuale Governo ha deciso di chiudere entro l’anno 2011 i Consolati d’Italia di Amburgo, Liegi, Lille, Manchester, Mons e cancellare i corsi di Lingua e Cultura all’estero per abbandonarci completamente.
La chiusura dei Consolati metterà in gravi difficoltà migliaia di persone, di nostri connazionali. Arrecherà un grave danno all’immagine del Paese nei rapporti internazionali con le autorità politiche locali e sancirà la fine del legame con le comunità italiane residenti all’estero.

Il Comitato di Coordinamento di Liegi

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