CON QUESTO FEDERALISMO IL GOVERNO SI TRASFERISCA A PONTIDA

Oggi il Senato ha approvato il decreto legislativo sul federalismo municipale, che non solo aggraverà il divario tra le varie zone del Paese, a svantaggio soprattutto del Mezzogiorno, ma aumenterà le tasse a tutti i cittadini ed annacquerà il principio di responsabilità degli amministratori. Insomma, una riforma partita bene ma che sta perdendo per strada tutte le sue caratteristiche.

L’Italia dei Valori considera il federalismo, inteso come distribuzione equa e solidale della ricchezza dello Stato e responsabilizzazione degli enti locali, un’occasione per ottimizzare le risorse e avvicinare i cittadini alle istituzioni. Siamo per uno sviluppo omogeneo del Paese e per una politica più snella ed efficiente: questi devono essere i principi di una riforma condivisibile. Ma la Lega ne ha voluto fare una bandiera da sventolare contro “Roma ladrona”, sottraendo al provvedimento ogni contenuto positivo e caricandolo solo di balzelli per tutti e di misure che metteranno in ginocchio anche l’erogazione dei servizi essenziali.

Il Gruppo IdV al Senato ha presentato una propria mozione per chiedere al Governo di eliminare le sperequazioni previste dall’aliquota Imu (Imposta municipale unica), una vera e propria patrimoniale che colpisce i ceti bassi, e dalla cedolare secca sugli affitti, che conviene solo alle fasce di reddito più elevate. Abbiamo presentato un emendamento per stabilire l’invarianza tributaria complessiva che la maggioranza non ha voluto, ammettendo così l’aumento delle tasse. Il Pdl, che ormai la Lega tiene al guinzaglio, ha dovuto persino votare contro il punto della nostra risoluzione che impegnava il Governo a riconoscere la bandiera tricolore, l’inno di Mameli e Roma capitale come simboli fondamentali dello Stato repubblicano.

Ma la Lega predica bene e razzola male, visto che il viceministro Castelli è, a quanto pare, coinvolto nell’affittopoli romana delle case dell’Enasarco. Non solo il federalismo del Carroccio non consentirà di diminuire gli sprechi, ma al contrario, come ha affermato ieri la Corte dei Conti, è verosimile che il sistema corruttivo e più in generale l’aumento della spesa pubblica possano trovare esaltazione in un provvedimento che parte senza la definizione dei costi.

Nonostante la Commissione bicamerale abbia respinto il provvedimento e nonostante il Presidente Napolitano lo abbia rinviato all’esame delle Camere, la maggioranza continua la sua corsa solitaria nell’approvare una riforma senza rispettare le regole, il buon senso e la condivisione democratica. Al Governo non resta che togliere l’incomodo e trasferirsi a Pontida, per aprire un finto parlamento e giocare a pasticciare con l’amministrazione dello Stato senza far danni al Paese.

Clicca qui per scaricare il testo di riferimento della dichiazione di voto del Gruppo Idv in Senato

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