Barbato entusiasta per l’arresto del boss “scissionista” Pagano

Il responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti: “I partiti ed una certa politica devono decidere, una volta per tutte, di tagliare ogni rapporto, ogni condivisione ed ogni contatto con la malavita”

“Mi compiaccio per l’operazione realizzata che conferma l’ottimo lavoro svolto dai magistrati della Dda e dalle forze dell’ordine, poiché è soltanto grazie al loro lavoro e all’attività di intelligence che si arrestano i latitanti, i camorristi e si contrasta l’illegalità”. Francesco Barbato, responsabile per le Mafie e la Criminalità organizzata dell’Italia dei Diritti, si complimenta con quanti si sono impegnati per il risultato ottenuto ieri sera con l’arresto del boss camorrista Domenico Antonio Pagano, latitante dal 2009 e considerato uno dei capi del clan degli “scissionisti” di Secondigliano.

“La Procura napoletana rappresenta, nel territorio campano, un vero presidio a difesa della legalità – dichiara con fermezza l’esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro -, mentre abbiamo visto come il governo Berlusconi si sia fregiato ripetutamente, a mo’ di mosca cocchiera, del lavoro fatto dai magistrati e dalle forze dell’ordine negli ultimi anni.

Mi turba il fatto che l’arresto si sia verificato a Cicciano, comune del Nolano dove abito. Tuttavia, ciò conferma le mie convinzioni su quel territorio che ritengo sia uno dei più mafiosi della regione per la copertura che le amministrazioni, i colletti bianchi ed una certa imprenditoria danno alla Camorra.

Occorre dare una scossa al mondo politico per sconfiggere definitivamente le mafie e bloccare il gravissimo fenomeno che si verifica tutt’oggi. Mi riferisco al fatto che esistono ancora partiti che candidano e tengono nelle istituzioni mafiosi amici degli amici, come abbiamo potuto apprendere dalla relazione della Commissione Antimafia che rivela la presenza di amministratori collegati alla criminalità organizzata, concentrati a Napoli e nel Mezzogiorno d’Italia”.

Concludendo, Barbato ribadisce: “I partiti ed una certa politica devono decidere, una volta per tutte, di tagliare ogni rapporto, ogni condivisione ed ogni contatto con le mafie. È vero che in Campania, per un candidato, è molto più facile avere sostegno da parte del boss locale che ti aiuta durante la campagna elettorale, però, così facendo, la politica resta ostaggio della criminalità organizzata. A oggi, purtroppo, specie nel Pdl, non solo sparute presenze, ma gran parte dei dirigenti risultano sotto inchiesta per rapporti con la Camorra. Contrastiamo e ci opponiamo fermamente a questo perverso intreccio deleterio per il Sud che ne mina, soprattutto, il futuro”.

Ufficio Stampa Italia dei Diritti

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