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PER UNA GIUSTIZIA GIUSTA E DEGNA DI UN PAESE MODERNO

Cari amici,

al di là dei danni arrecati dalle ennesime, insensate e imperdonabili iniziative giudiziarie messe in campo dai magistrati di Milano, il Presidente del Consiglio, il governo e la maggioranza hanno lavorato e stanno lavorando alacremente alla soluzione dei tanti problemi che ci affliggono.

Abbiamo affrontato bene la crisi economica internazionale, ma, dopo aver evitato le conseguenze più gravi, siamo ancora alle prese con la necessità di creare le condizioni per uno sviluppo che sia solido e che sia duraturo.

Avere garantito la tenuta dei conti pubblici e del bilancio dello Stato, avere mantenuto la pace sociale, avere avviato finalmente la riforma della pubblica amministrazione, realizzato la riforma della scuola e dell’università, sostenuto con molti provvedimenti le imprese, tutto questo ci consente oggi di mettere i primi mattoni della ripresa e del rilancio dell’economia.

Il nostro governo, lungi dall’essere paralizzato o bloccato, come va dicendo l’opposizione con argomentazioni assolutamente infondate, il nostro governo del fare non si è fermato mai neppure un momento. E ora vogliamo e possiamo andare avanti grazie a un passo che è reso ancora più spedito dall’uscita dalla nostra maggioranza di Fini e dei suoi, che avevano sempre da ridire su ogni nostra iniziativa e ritardavano di proposito le riforme, in particolare, come sapete, quella della giustizia e quella sulle intercettazioni.

Negli ultimi due mesi abbiamo lavorato sodo, sottoponendo all’approvazione definitiva del Parlamento una serie di provvedimenti importanti: la legge di stabilità per continuare a tenere il bilancio pubblico in sicurezza; la riforma dell’università; il decreto per la situazione dei rifiuti in Campania; la legge comunitaria, più i decreti attuativi della legge sul federalismo fiscale, che per giudizio di tutti rappresenta una riforma epocale per un corretto uso del denaro pubblico, in quanto consentirà ai Comuni di contrastare l’evasione fiscale e consentirà ai contribuenti di controllare se le imposte versate corrispondano alla qualità dei servizi pubblici ricevuti.

Anche nell’ultima settimana l’azione del governo è stata nella direzione della crescita: abbiamo stipulato un accordo con le banche che proroga sino a tre anni la moratoria per il pagamento dei debiti delle piccole e medie imprese, e questo è un provvedimento che ha già aiutato circa 200 mila aziende e che nei prossimi mesi ne aiuterà ancora tantissime per uscire dalla crisi, per tornare a livelli di produzione che generano utili e per garantire migliaia di posti di lavoro.

Di fronte alle crisi politiche e sociali che hanno investito e che stanno investendo la Tunisia e l’Egitto e gli altri Paesi del Nord Africa e che hanno provocato l’afflusso di più di 5mila clandestini in pochissimi giorni, il governo si è riunito d’urgenza ed ha deliberato lo stato d’emergenza umanitaria, che consente l’immediata adozione, con una ordinanza di Protezione civile, delle misure necessarie per controllare il fenomeno e assistere i cittadini in fuga dalla Tunisia e dagli altri Paesi.

Poiché si tratta di un fenomeno che può assumere dimensioni molto rilevanti e che non riguarda soltanto noi e che non riguarda solo l’Italia, ma l’intera Europa, abbiamo chiesto un intervento adeguato dell’Unione europea, e io quanto prima porterò la questione all’attenzione del vertice dei capi di governo dell’Ue e dei partners europei affinchè tutti si facciano carico in modo concreto di questa emergenza.

Il Senato in questa settimana, su proposta del governo, ha approvato il cosiddetto decreto Milleproroghe, che introduce importanti misure di sostegno alle imprese e alle famiglie.

Fra le tante misure abbiamo introdotto: il ripristino della social card per consentire gli acquisti alimentari alle persone più indigenti, con un’innovazione importante che ne affida la gestione agli enti della carità. Abbiamo introdotto delle norme di sostegno all’autotrasporto, con un fondo di 30 milioni per la proroga dell’ecobonus. Abbiamo introdotto sgravi per le banche, che si riverbereranno positivamente sui risparmiatori; abbiamo introdotto acconti per i Comuni in vista dell’attuazione del federalismo fiscale; e sono così tante le cose che è difficile anche ricordarsele, abbiamo ripristinato il cinque per mille per le tantissime associazioni “no profit” che operano secondo il principio di sussidiarietà.

Quanto all’agenda futura, io convocherò il Consiglio dei Ministri per fargli varare entro pochi giorni e in seduta straordinaria la riforma costituzionale, questa importantissima della Giustizia, introducendo delle innovazioni di portata storica nell’ordinamento giudiziario, per fare in modo che anche l’Italia possa avere finalmente una giustizia giusta ed anche una giustizia degna di un Paese moderno, cioè senza quelle ingiustizie, quelle lentezze e quelle inefficienze che hanno scoraggiato per anni anche gli investitori stranieri a venire ad operare da noi. Sono ingiustizie, lentezze e inefficienze che hanno fatto precipitare al minimo la fiducia delle famiglie e delle imprese nella giustizia, che è divenuta sempre più un contropotere politico che esonda dai principi costituzionali e che è sempre meno un servizio pubblico efficiente e giusto, quale invece tutti vorrebbero che fosse.

Tra i provvedimenti che sottoporremo di qui in avanti al Parlamento, vi ricordo: la divisione dell’ordine requirente da quello giudicante, con la separazione degli ordini tra avvocati dell’accusa e giudici giudicanti e con un Consiglio Superiore della Magistratura, uno per i pm e uno per i giudici, accompagneremo queste novità da una riforma elettorale del Consiglio Superiore della Magistratura per ridurre quella che oggi è una politicizzazione che è eccessiva e che è inaccettabile. Introdurremo anche procedure più snelle per invocare la responsabilità civile dei magistrati e anche una normativa sulle intercettazioni telefoniche che ponga fine agli abusi e alle violazioni della nostra privacy che si verificano anche in danno di chi non è neppure indagato, con l’introduzione di nuove norme di garanzia che scoraggino la pratica di fornire ai giornali il risultato delle intercettazioni, così come avviene in tutti, tutti i Paesi civili, e tra l’altro come avviene negli Stati Uniti, dove chi passa le intercettazioni alla stampa va in galera, e ci resta per molti anni.

Continuiamo quindi, voglio ripeterlo, a lavorare con impegno. Perché come succede in ogni democrazia liberale, il governo è legittimato dal voto popolare ed ha il diritto-dovere, diritto-dovere di governare se ha il sostegno della maggioranza parlamentare.

Noi abbiamo vinto tutte le tornate elettorali degli ultimi tre anni: abbiamo vinto le elezioni politiche, le elezioni europee, le amministrative e quelle regionali. Non solo. Negli ultimi tre mesi il Parlamento ci ha rinnovato per ben otto volte la fiducia al governo, con uno scarto crescente tra maggioranza e opposizione, a favore della maggioranza.

Noi non abbiamo mai alimentato tensioni o conflitti tra le istituzioni, ma abbiamo sempre operato con determinazione per fare esclusivamente l’interesse dell’Italia, e siamo riusciti a porre le famiglie e le imprese al riparo dai contraccolpi della crisi internazionale.

Amici cari, vi invito dopo aver detto forse troppe cose, a fare partecipi delle cose che ho detto di questo messaggio i vostri familiari, i vostri amici e i vostri colleghi di lavoro. Vi ringrazio per il vostro impegno, che si sta rivelando sempre più prezioso per contrastare le menzogne dei nostri avversari.

Vi abbraccio tutti e vi auguro di conservare sempre lo spirito di missionari della libertà, di missionari della democrazia, che vi ha animato e vi anima e che vi rende tanto preziosi per tutti noi.

Ancora grazie, davvero di cuore.

Silvio Berlusconi

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