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Il Mercato Euromediterraneo: quali possibilità  per le nostre imprese

di Fabio Spilotros

Una nuova possibilità si sta concretizzando per le piccole e medie imprese italiane.

Il settore agroalimentare come anche il settore turistico, ma si potrebbe dire tutto il made in Italy ultimamente sconta una perdita di competitività come del resto quasi tutti i comparti produttivi che si affacciano sui mercati del nord europa o ancora peggio per le imprese che hanno rapporti commerciali con il nord america. Il dollaro a questi livelli certamente non agevola il compito delle imprese.

Evidentemente forse sarebbe opportuno fare un piccolo passo indietro e rivedere effettivamente chi siamo per comprendere meglio quale lè a nostra vera identità e come farla diventare un punto di forza della nostra offerta. La vicinanza con i paesi del Nord Africa, con i paesi dell’est europa, con la Turchia e quindi con l’Asia probabilmente ci suggeriscono altre strategie, sicuramente nuove.

Il Mediterraneo assume un ruolo centrale nelle dinamiche commerciali con questi Paesi che sebbene colpiti da tensioni sociali hanno un margine di crescita importante. L’Italia potrebbe essere il cuore di una serie di traffici commerciali sostituendosi al modello Olandese. Si potrebbe realizzare in maniera concreta un nuovo modello che potrebbe essere il modello Italiano se si potesse contare anche sulla disciplina e sulla certezza delle regole e sull’etica di impresa. Lo scenario è quello di avviare un progetto nuovo, nemmeno poi tanto innovativo per tutte le imprese italiane che sono depositarie di tantissimi valori ineguagliabili.

Il Made in Italy è un sinonimo ancora oggi di eccellenza e qualità e la scommessa è quella di non perdere terreno in un momento in cui gli scambi si stanno liberalizzando. Lo scenario futuro sarà per le imprese italiane di modificare atteggiamento e rivedere le strategie nell’ottica di perseguire un obiettivo ambizioso: diventare riferimento nel Mediterraneo.

I paesi musulmani che contano circa 2 miliardi di abitanti sono certamente ottimi consumatori di prodotti italiani.
Tantissimi negozi evocano nomi e segni legati al made in Italy proprio perchè rappresenta ed è un valore.

Di recente sono stati avviati progetti ambiziosi con Aeroporti, Porti e Ferrovie per realizzare in Italia alcune basi logistica dei traffici commerciali da e per quei mercati. Sono stati creati i cosiddetti corridoi Halal (in arabo lecito) che tiene conto delle esigenze di questi due terzi della popolazione mondiale.

La considerazione da parte delle imprese del cliente è massima; e allora perchè non tenere conto che esiste una comunità ugualmente importante, che non aspetta altro che consumare made in Italy ? Si parla di un mercato quello Halal che fattura circa 2.100 miliardi di dollari e cresce ogni anno di circa 500 miliardi.

I mercati si stanno organizzando e Halal è diventato uno standard che va nella direzione della tutela dei consumatori.

E si parla soprattutto di un mercato assai vicino alle nostre imprese. Forse la soluzione è in un radicale cambio di mentalità: quello che prima era un valore globale, oggi non lo è più. Si sta affermando il concetto di glocale.

Oggi dobbiamo ripartire dalle nostre stesse qualità e riappropriarci dei nostri territori e promuoverli in modo adeguato, senza che vi siano strumentalizzazioni e sovrastrutture mentali se vogliamo che le nostre imprese riprendano a correre.

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