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     Era il 18 febbraio, quando è spuntato un messaggio su Facebook, di un amico che mi dice: ” ascolta, guardala, è una giovane donna in rosso…che canta

Era il 18 febbraio, quando è spuntato un messaggio su Facebook, di un amico che mi dice: ” ascolta, guardala, è una giovane donna in rosso…che canta.” Lei sta in piedi e poi si siede piano e tiene in mano una candela. Intorno una marea di gente che si sente manifestare: il suo canto non è turbato, si alza come una preghiera dolcissima e ferma, risale alla fine di gennaio. Da Munir Romdani “manifestazione delle donne nella capitale tunisina, mi ha emozionato tantissimo questo video, sono orgoglioso che le donne nel mio paese fanno sentire la loro voce, e che voce !vi traduco quello che sono riuscito a capire, la traduzione inizia dal momento in cui si siede per terra, * chi è libero non ha paura, siamo segreti che non muoiono mai, la mia voce non smetterà mai, io e la mia parola siamo liberi, non dimenticare il prezzo del pane, non dimenticare la storia che corre, non dimenticare il tradimento del mostro, sono il segreto della rosa rossa, e quelli che hanno vissuto anni rossi , sepolti con il vento dei giorni,usciranno sulla punta delle fiamme, per dire liberatevi* sto piangendo.” Tunisian girl signing a beautiful song while demonstration is going on in the back!

Ho letto il testo in inglese che dice, scusate la non impeccabile traduzione: “Sono libera e senza paura Appartengo ai segreti che non muoiono mai Sono la voce di coloro che resistono Trovo significato nel mezzo del caos Combatto per la destra che opprime , Esaurita dai cani Rubano il grano dalle case della gente Evitano la luce delle idee Sono libera senza paura Appartengo ai segreti che non muoiono mai Sono la voce di coloro che resistono Sono libera e le mie parole sono libere Sono libera e le mie parole sono libere Per non dimenticare mai La destra deve imparare chi sono I seminatori dei dispiaceri I traditori”

E’ intervenuto ,Mohamed Ben Hammouda , l’autore tunisino delle musiche del video Reset Tunisia, l’ha riconosciuta. E’ Amel Matholouthi: “una donna tunisina libera ed impegnata a portare la voce della donna libera in tutto il mondo, grande artista e grande donna da sempre LIBERA”. In un altro video molto più popolare, sempre nella stessa giornata riporta in didascalia, da me tradotto in italiano: “La libertà sta arrivando in Tunisia, è il desiderio delle persone e nessun potere al mondo può fermarla.Io avevo un titolo sbagliato e ho pensato che lei era dell’Egitto, scusatemi sono molto spiacente . Il suo nome è Amel MATHLOUTHI e lei è tunisina. E una Bella ragazza che firma una bella canzone mentre la manifestazione continua alle sue spalle.”
Sono andata su you tube, ed eccola Amel con Kelmti Horra -Ma parole est libre.

Mi si apre un mondo, come avviene sempre più spesso, sconosciuto eppure vicino e tento di tradurre…” Amel Mathlouthi è nata a Tunisi nel 1982, cantautrice, chitarrista. La sua voce, evoca Joan Baez, Suor Marie Keyrouz, la grande libanese Fairouz … E’ dotata di eccezionali capacità vocali, uno stile accattivante e a volte lirico, con forte dominante Hop rock, orientale e Trip, alleandosi con tatto,alla musica del Maghreb e del Medio Oriente. Si scioglie come in una tavolozza, colori a volte Tzigan, a volte Flamenco, Celtic, Gnawa o Ragga….La passione per il teatro e lo spettacolo è nata quando lei aveva 8. Viaggia nel rock e a 19 anni va sul palco, iniziando con una band di amici di scuola. Nel 2002 inizia la carriera di solista e si accompagna con la chitarra. Il più grande punto di svolta fu l’incontro con la musica del Medio Oriente e la lirica di Marcel Khalifa Chikh.” Amel Matholouthi ha scritto la sua prima canzone in Tunisia nel 2004: “Khaief”, convinta dell’ importanza per tutti di esprimersi nella propria lingua e dichiara la sua vera identità. ” Il primo album porta il nome di questa canzone . Il suo secondo Helma, è auto-prodotto e include 8 titoli, frutto delle sue prime esperienze come musicista, tra immigrati a Parigi. Collaborazioni con CharlElie Couture, Jean Jacques Milteau e Mei Tei Sho Group, scelta per la prima edizione del Premio RMC Medio Oriente nel 2006 (in arabo canale RFI) e la Festa della Musica 2007 a fianco di ASA e Yael Naim nel giardino del Dipartimento di Cooperazione, “African Ball alla Bastiglia” a lato della Souad Massi Ismael Lo, Alpha Blondy, Johnny Clegg e molti altri. Sta diventando una delle figure principali della musica araba di oggi. I suoi testi sono autobiografici e ripercorrono le sue prime esperienze di giovane vita. I sentimenti, l’amore della vita, la bellezza delle piccole cose che non si notano, la disperazione, la frustrazione per i mali del mondo, il rifiuto delle tradizioni, le convenzioni, il “savoir vivre” sono tutti i presenti nell’universo da vedere e da toccare.”
Tornando a Marcel Khalife, penso valga la pena far conoscere chi sia . ” E’ nato nel 1950 a Amchit, nel Libano.Ha studiato presso il Conservatorio nazionale di Beirut dedicandosi al liuto specialista e al rinnovamento di questo strumento. Dal 1970 al 1975 Marcel Khalife ha insegnato al Conservatorio tenendo concerti come solista in Medio Oriente, Nord Africa, Europa e Nord America. Nel 1972 crea nel suo villaggio natale, un gruppo che rilanci il patrimonio musicale e corale arabo. La prima rappresentazione ebbe luogo in Libano. La sua notorietà è andata ben oltre il Libano. Marcel Khalifé, accompagnato dal suo ensemble musicale, cominciò a fare numerosi tour nei paesi arabi, Africa, Europa, Stati Uniti, Canada, Sud America, Australia, Giappone, e fino ai nostri giorni e fu invitato in festival di fama internazionale come: Baalbeck, Beit Eddine (Libano), Cartagine, El Hammamat (Tunisia), Timgad (Algeria), Jerash (Giordania), Cairo Opera House (Egitto), Arles (Francia ), Krems, Linz (Austria), Brema (Germania), l’orientamento (Svezia), Pavia (Italia), World Music Festival a San Francisco, New York, Clevland (USA). Dal 1974, Marcel Khalife è coinvolto nella composizione musicale e di danza, attraverso un profondo scambio di lavoro, e un nuovo genere di danza orientale (Caracalla, Sarab Group, Rimah, Folk Art Group).Partecipa alla composizione di musica e film documentari, lungometraggi prodotti da Maroun Baghdadi e Oussama Mouhamad. In collaborazione con grandi poeti contemporanei arabi, e soprattutto con Mahmoud Darwish, cerca di rinnovare il personaggio della canzone arabi, per rompere gli stereotipi e cambiare la società attorno a lui.”

Intanto le notizie incalzano, come questa “IL CAIRO – Le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 84 persone in Libia in tre di giorni di manifestazioni. Lo afferma Human Rights Watch. Chiuso l’aeroporto di Bengasi e internet è inaccessibile in tutto il Paese ” : niente pane da mangiare solo pallottole che ci mangiano…” è il canto di una donna che ha perso tanti suoi cari a Redayef in una rivolta contro il governo nel 2008.

Amel non si ferma, corre con la sua passione, dove la giustizia non c’è, in Palestina: Code Rouge feat Amel Mathlouthi ” Horizon ” Génération Palestine . E’ del 18 febbraio la seguente monotona notizia dell‘Ansa: “Gli Stati Uniti hanno bloccato con il proprio veto una risoluzione delle Nazioni Unite che condanna Israele per aver continuato a costruire insediamenti a Gerusalemme Est e nei territori palestinesi. Il documento, preparato da un gruppo di Paesi arabi, ha ricevuto luce verde dai delegati degli altri 14 Paesi che siedono nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu.”

A novembre del 2010 scrissi: Africa Europa spero ti schiererai. Riportavo notizie italiane europee africane, c’è da aggiungere il Medio Oriente, che è isola a sè di ingiustizie decennali, sembra da sempre. E alla fine dell’articolo, copiavo il testo di una canzone di Rino Gaetano: “Africa il sole le dune è Africa lontana ma legata all’ America i riti tribali di stregoni cardinali di ministri triviali è Africa Africa terra nera bruciata è Africa le bombe il sangue è Africa una mamma che prega un fermo di polizia uno sparo un ferito è Africa Africa ma per te che lavori e non ridi per chi come te più non gioca questa terra è ancora Europa Europa le lotte di classe Europa la difesa del posto Europa per i tuoi interessi per i figli e noi stessi per chi c’è e chi è disperso Europa Africa il mare trasparente è Africa ma nella storia c’è ancora una svastica un ricordo preciso qualcuno è stato ucciso nel cielo nel mare dell’Africa”

La Musica non ha bisogno di Traduzione e neanche certe Immagini di essere spiegate. Generazioni vecchie e nuove, è il Mondo che è in lotta. Vi prego fatela volare,la Musica, in nome di Piazza Libertà.
Ma parole est libre
Doriana Goracci
“…Evitano la luce delle idee Sono libera senza paura Appartengo ai segreti che non muoiono mai Sono la voce di coloro che resistono Sono libera e le mie parole sono libere Sono libera e le mie parole sono libere Per non dimenticare mai”

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