I busti fisiognomici Franz Xaver Messerschmidt

A Parigi nell'ala Richelieu del Louvre, fino al 25 aprile saranno esposte in una affascinante ed intrigante retrospettiva, circa trenta «busti fisiognomici» di Franz Xaver Messerschmidt, artista tedesco del settecento, noto per le sue sculture di volti dai tratti fortemente espressivi ed esasperati come «L'artista che ride» e «L'uomo che piange come un bambino». Le labbra rappresentano un elemento prevalente delle sue opere dove la bocca è il mezzo di comunione e di contatto con l’infinito cosmico, con lo spirito universale, in un continuo scambio con l’anima dell’uomo. Le labbra fortemente chiuse, rappresentano una sorta di censura, di timore nel relazionarsi con lo spazio infinito, oppure il tentativo esasperato di allontanare l’archetipo dello spirito demoniaco.
Dei suoi studi scultorei sono interessanti le teste a becco, più piccole rispetto agli altri busti, che riproducono volti trasformati da ghigni, proponendo un’immagine surreale, ma con dovizia di particolari delle “grimaces”, segni distintivi di turbe psichiche ed allucinazioni, che costituiscono il tratto comportamentale caratteristico della schizofrenia, malattia della quale fu affetto anche Messerschmidt fino alla sua morte. Il suo caso clinico ed il percorso artistico fu studiato ed analizzato da Ernst Kris, storico dell'arte, esperto di glittica e psicanalista freudiano, che avvalendosi del metodo patografico, sostenne la sua schizofrenia. Secondo E. Kris, tra le cause scatenanti degli squilibri mentali dello scultore, ci sarebbero la morte del padre quando aveva appena dieci anni ed una ipotetica, l'influenza del medico, Franz Anton Messmer, adepto del «magnetismo minerale», secondo cui i “fluidi universali” o “fluidi magnetici” abbracciano e penetrano ogni organismo vivente, in un delicato equilibrio, che produce un ritmico e perpetuo movimento simile a quello del flusso e reflusso delle onde del mare. La rottura di questo equilibrio provoca alterazioni e malattie, che possono essere curate con il magnetismo.
I bavagli presenti sulle bocche di alcuni busti, fanno riferimento ai magneti che Messmer utilizzava nelle sue terapie e sono simbolo di rifiuto totale a qualsiasi forma di sessualità, quella che Messerschmidt proclamava come sua disciplina di vita.
Egli passò gran parte della sua vita “perseguitato” da demoni, che vedeva e sentiva, soprattutto la notte e quello che lo terrorizzava di più, era il “demone della proporzione”, invidioso della sua conoscenza perfetta delle proporzioni. Per annientare questo spirito malvagio e tentatore, egli, davanti ad uno specchio, pizzicava varie parti del corpo, al quale attribuiva una smorfia, che ritraeva poi in una delle sue sculture, raggiungendo così, un eccellente “controllo sui demoni”.
Nel 1774, a causa dei suoi problemi psichici e dell' ostilità per l'Accademia di Vienna, di cui era diventato professore, venne espulso dalla Istituzione. Successivamente, trasferitosi a Bratislava, trascorse gli ultimi anni della sua vita lavorando ai suoi busti e morì di polmonite nel 1783.

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