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BUCCHINO: LA MIA PROPOSTA DI LEGGE PER IL RIMBORSO DEI CONTRIBUTI AGLI STRANIERI CHE RIMPATRIANO

Una proposta di legge al fine di tutelare i diritti previdenziali dei cittadini extracomunitari che hanno lavorato e versato i contributi in Italia e decidono di rimpatriare prima del compimento dell’età pensionabile o della maturazione del diritto a pensione di vecchiaia in Italia. L’ha presentata l’On. Gino Bucchino che in questo modo cerca di supplire al blocco delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale con i Paesi di provenienza degli immigrati extracomunitari.
“Sono migliaia – sostiene il parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero – i lavoratori extracomunitari che versano i contributi in Italia per alcuni anni e poi tornano nei loro Paesi di origine senza aver maturato un diritto autonomo a pensione italiana perdendo così la contribuzione versata, anche a causa del fatto che l’Italia da anni non stipula o rinnova più convenzioni di sicurezza sociale a tutela dei nostri emigrati che vanno all’estero e degli stranieri che vengono in Italia; convenzioni che consentirebbero ai lavoratori di ottenere una prestazione pro-rata da entrambi i Paesi contraenti”.
Fino al 2002 – ricorda Bucchino – i contributi versati in Italia venivano rimborsati agli stranieri in caso di rimpatrio. La legge sull’immigrazione Bossi-Fini varata in quell’anno abolì il rimborso dei contributi e introdusse una norma che consente agli stranieri rimpatriati di ottenere una piccola pensione al compimento del 65mo anno di età ma solo se i versamenti rientrano nel sistema contributivo – che si applica a tutti coloro i quali hanno cominciato a versare in Italia a partire dal 1996 – escludendo tutti gli altri, e cioè coloro i quali hanno versato i contributi prima del 1996 oppure sia prima che dopo tale data (sistemi retributivo e misto).
Secondo Bucchino si è creata così una situazione di disparità di trattamento tra categorie simili di lavoratori che penalizza paradossalmente quelli che rientrano nel sistema retributivo o misto e i quali sono immigrati in Italia in periodi più remoti nel tempo, (quando vigeva solo il sistema retributivo) hanno forse vissuto in Italia più a lungo e hanno versato un numero più alto di contributi.
La proposta di legge intende sanare in parte la discriminazione succitata reintroducendo nella legislazione italiana l’istituto del rimborso dei contributi. Il rimborso sarebbe quindi alternativo alla conservazione dei diritti previdenziali maturati in Italia in caso di rimpatrio previsto dalla legge attualmente in vigore (e che rimarrebbe in vigore) a favore degli extracomunitari i quali maturino il diritto a pensione nel sistema contributivo a prescindere dall’anzianità contributiva fatta valere, e si applicherebbe anche ai lavoratori extracomunitari i quali non rientrano nel sistema contributivo, bensì in quelli retributivo o misto, introducendo così il principio di parità di trattamento.
La proposta di legge stabilisce che ai lavoratori extracomunitari, compresi quelli che avrebbero titolo alla pensione di vecchiaia con il sistema retributivo o misto, in caso di rimpatrio hanno la facoltà di richiedere, nei casi in cui la materia non sia regolata da convenzioni internazionali, la liquidazione dei contributi che risultino versati in loro favore presso forme di previdenza obbligatoria maggiorati del 3 per cento annuo.

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