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Gambizzato Tiberio Bentivoglio, aveva denunciato i suoi estorsori

Tiberio Bentivoglio è un piccolo imprenditore calabrese, gestisce da quasi vent’anni un’attività commerciale di rivendita di prodotti sanitari e per la prima infanzia nella zona nord di Reggio Calabria. E da quasi vent’anni è soggetto a richieste estorsive da parte della ‘ndrangheta. Bentivoglio però non ha mai accettato di pagare il pizzo e ha regolarmente denunciato le intimidazioni ricevute. Ieri mattina è stato gambizzato.

L’attentato è solo l’ultimo episodio di un’odissea che inizia nel 1992, quando Bentivoglio decide di ampliare i locali del proprio esercizio commerciale senza chiedere permessi “a chi di dovere”. Così, dopo soli due mesi dalla data di inaugurazione dei locali, subisce un furto: primo segnale da parte della criminalità organizzata. Seguirono minacce, incendi, intimidazioni. Lui denuncia e gli viene data la protezione di una scorta cui ben presto rinuncia “a causa dello stress che comportava non solo a me, ma alla mia famiglia”, come aveva spiegato appena un mese fa in occasione di un incontro di Libera a Isola Capo Rizzuto. Bentivoglio, infatti, non è solo un imprenditore che non si è piegato, ma è il fondatore del movimento antiracket ‘ReggioLiberaReggio’ con il quale si è costituito parte civile in una serie di processi tra cui quello denominato “Eremo” nel quale, pur essendosi costituito parte civile, non è stato riconosciuto come vittima. Eppure il processo “Eremo” ha portato alla condanna di Santo Crucitti, che Bentivoglio aveva denunciato quale suo estorsore. Crucitti però ha ricevuto una pena di sei anni e otto mesi solo per il reato di associazione per delinquere di stampo mafioso. Era l’8 febbraio 2010.

A un anno esatto dalla sentenza di quel processo è arrivato l’attentato. Ieri mattina gli aggressori lo hanno atteso sotto casa e hanno fatto fuoco non appena è uscito per andare a lavorare. I proiettili sparati contro l’uomo sarebbero stati due ma solo uno lo ha colpito al polpaccio. I poliziotti stanno cercando gli altri bossoli nella zona. L’imprenditore è stato portato agli Ospedali Riuniti, le sue condizioni sono serie ma non verserebbe in pericolo di vita.

Immediata la solidarietà di don Luigi Ciotti, presidente di Libera: “Davanti al grave episodio che ha visto vittima l’imprenditore calabrese è necessario rompere il silenzio, avere il coraggio della denuncia seria, documentata che deve essere affiancata dalla forza della proposta che insieme alle forze dell’ ordine, alla magistratura, e quella parte trasparente delle istituzioni, cittadini e associazioni dobbiamo portare. Il cambiamento ha bisogno del ‘noi’, del contributo di tutti che si fonda su un impegno quotidiano dal quale nessuno deve ritenersi esente“.

E’ arrivata stamane anche la solidarietà del presidente della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, a Roma per impegni istituzionali, il quale – appresa la notizia del ferimento dell’imprenditore Tiberio Bentivoglio – ha espresso ”vicinanza umana per un fatto molto grave. Sono convinto che Bentivoglio continuerà con maggiore determinazione nella lotta al racket e nell’opera di denuncia” afferma Scopelliti in una nota emanata dall’Ufficio stampa della Giunta Regionale. “Gli imprenditori taglieggiati attendono azioni concrete – prosegue la nota – e nei giorni scorsi la Giunta ha approvato un progetto di legge attraverso il quale la Regione Calabria affiderà lavori agli imprenditori che denunciano richieste estorsive, per premiare il loro coraggio civile ed il loro impegno contro la ‘ndrangheta”.

Dal canto loro gli aderenti all’associazione antiracket fondata da Bentivoglio si dicono “stanchi della solidarietà a parole”. Fa loro eco Domenico Nasone, referente di Libera Reggio Calabria: “Ci troviamo a lottare ogni giorno, oggi è toccato a Tiberio ma domani può accadere ad altri. Siamo sul fronte e non possiamo non combattere questa battaglia, rimane il fatto che siamo ancora soli e in pochi”.

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