Dedicato al mio amico Carmine G.
Continuando nel filone: Processi da cortile dell´associazione con il motto
>.
Un mio amico mi ha pregato di pubblicare l´articolo che segue . Fonte Libero- Autore Franco Bechis
 
La procura di Milano ha rotto ogni indugio. Ha deciso di stralciare la posizione di Silvio Berlusconi
da quella di Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti chiedendo solo per il premier il giudizio
direttissimo sia per concussione che per avere comprato prestazioni sessuali da Ruby Rubacuori
quando ancora era minorenne. I pm sono quasi certi di ottenere il giudizio. Tanto certi che il presidente
del Tribunale, Livia Pomodoro, ha già allertato da almeno una settimana la quarta sezione penale
presieduta da Oscar Magi, perché si preparasse al processo del secolo. Magi è un magistrato duro e
militante della corrente delle toghe rosse (Md), e più volte ha già incrociato battagliando le vicende
politico-giudiziarie di Berlusconi.
Ecco la sua storia. L'episodio è diventato il più chiacchierato degli ultimi tempi a palazzo di Giustizia
di Milano. Martedì primo febbraio nel bel mezzo di un importante processo, quello per le tangenti
Enipower, in aula è arrivata trafelata una commessa del Tribunale. Si è avvicinata al presidente della
quarta sezione penale, Oscar Magi, e gli ha sussurrato: «il presidente ha bisogno di vederla. Subito».
Ambasciatore non porta pena, tanto più se a inviarlo era Livia Pomodoro. Un po' seccato Magi ha
sospeso l'udienza, rassicurando che sarebbe tornato il prima possibile. E infatti una ventina di minuti
più tardi il processo è potuto riprendere regolarmente. 0 quasi. Perché Magi è tornato in aula agitato
e scuro in volto. Ha riaperto l'udienza, concesso la parola al pubblico ministero, quando all'improvviso
una musichetta mano mano crescente è rimbombata nel silenzio dell'aula. Un suono familiare, e a
qualche avvocato è scappato un sorriso: ma sì, quella musichetta era proprio la sigla di Ballarò, il
programma televisivo che proprio quella sera Giovanni Floris avrebbe condotto su Rai Tre. La musica
era la suoneria di un telefonino. Il presidente Magi si è fatto rosso in volto e imbarazzato ha spiegato:
«Scusatemi. È il mio telefonino. Ora lo spengo».
UN TRILLO IMBARAZZANTE
L'udienza è proseguita senza ulteriori intoppi, ma alla fine è stato un gran confabulare fra avvocati,
commessi e giudici a latere. Non si sa chi abbia dato l'informazione e se la fonte originaria fosse
diretta, ma subito si è diffusa a palazzo la ragione di quella convocazione della Pomodoro, certo
inusuale. Secondo la ricostruzione, Magi sarebbe stato informato dell'imminenza del rinvio giudizio
di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, certo con l'imputazione di concussione ma probabilmente anche
con quella prevista dall'articolo 800 bis, comma 2 del codice penale (prostituzione minorile). Dunque
toccherebbe proprio alla quarta sezione penale il processo dell'anno a Silvio Berlusconi. Siccome
prevale l'accusa di concussione, è una delle sue sezioni specializzate nella materia. L'altra è quella
presieduta da Valeria Gandus, e per il Cavaliere si tratterebbe semplicemente se scegliere di finire in
padella o adagiarsi comodamente sulla brace. Difficile dire chi fra Gandus e Magi possa essere la padella e
chi rappresentare la brace. Nessuno dei due magistrali è ben disposto con il premier.
Il prossimo giudice di Berlusconi si è già occupato più di una volta del premier italiano, direttamente o
indirettamente. E non gliele ha mandate a dire. Magi è stato gip collegato al pool mani pulite di Milano
in sostituzione di Italo Ghitti, e in quella veste ha istruito il processo per le tangenti alla Guardia di Finanza.
Peraltro già prima come giudice istruttore si era occupato di inchieste del pool, controfirmando ad esempio
numerosi arresti eccellenti per l'inchiesta Enimont. Indirettamente ha incrociato le vicende giudiziarie di
Berlusconi in un altro processo: quello in cui assolse il teste Omega, Stefania Ariosto, dal reato di
diffamazione nei confronti di un altro magistrato, Rosario Priore. La sentenza fece molto discutere,
perché riconobbe che i fatti attribuiti a Priore dall'Ariosto (tra l'altro una puntata al casinò di Montecarlo
insieme a Cesare Previti) erano falsi. Ma non c'era intenzione di diffamarlo. Anche in tempi più recenti i
destini del Cavaliere e del suo possibile prossimo giudice si sono incrociati. Magi è stato infatti il primo
giudice ad avere tuonato in provvedimento scritto contro il reato di immigrazione clandestina (definito
«manifestamente irragionevole») inserito nel pacchetto sicurezza, nel 2008 dal governo Berlusconi.
Ha presieduto la corte che ha condannato l'ex ministro della Salute Girolamo Sirchia a tre anni di
reclusione e cinque di interdizione dai pubblici uffici. E soprattutto ha guidato il processo per il rapimento
ad Abu Omar, costretto sì dalla Corte costituzionale a tenere fuori il Sismi di Nicolò Pollari sulla cui attività
era stato opposto il segreto di Stato. Ma levandosi più di un sassolino dalla scarpa nelle motivazioni della
sentenza. Criticò la Corte costituzionale (non è fra i giudici convinti che le sentenze si rispettano e basta)
definendo quella decisione «un paradosso logico e giuridico di portata assoluta e preoccupante» con cui è
stato tirato un «sipario nero» sulle attività del Sismi. Prima di scrivere la sentenza Magi interpellò formalmente
Berlusconi sul segreto di Stato accusandolo di «evidente ambiguità delle posizioni prese nello svolgimento
della vicenda in questione».
«L'ORRENDA RIFORMA CASTELLI»
Insomma, un osso duro. Che ha pure le sue idee in testa assai diverse da quelle del presidente del Consiglio.
Ha una passione evidente per la tv militante. A parte il telefonino con la sigla di Ballarò, Magi ha sorpreso
tutti ammettendo come prove al processo sui derivati del comune di Milano una serie di puntate di Report
di Milena Gabanelli. Ha però punito con una sentenza che ha fatto assai rumore i manager di Google Italia
colpevoli per un filmato caricato nella sezione video da alcuni studenti che malmenavano un loro compagno
di scuola handicappato.
Ma anche nella magistratura Magi è militante attivo. Iscritto a Magistratura democratica da più di 30 anni,
è sempre stato protagonista dei congressi dell'associazione e talvolta si è presentato alle elezioni dell'Anm.
Nel 2007 salutò con il governo di Prodi augurandosi che abrogasse «l'orrenda riforma Castelli» e concluse:
«Non credo, cosi come suggeriva Giorgio Gaber, che la mia generazione ha perso, e che di vincente ci
sia solo l'arrivismo, la forza, l'opportunismo». Proprio alla vigilia delle elezioni dei 2006 Magi sfilò nel corteo
del 25 aprile per difendere la Costituzione dall'assalto dei berluscones a braccetto con altre due donne-magistrato:
Valeria Gandus e llda Boccassini.
Se entrambi i reati di cui è accusato Berlusconi dovessero finire davanti alla sua sezione, Magi può rivendicare
una certa competenza anche sui casi hard. Nel 1988 fu lui ad arrestare il titolare della Hash Model di Milano
sostenendo che solo sulla carta reclutava fotomodelle, che in realtà si prostituivano in cambio di una particina
in un film o di un servizio fotografico. Poi nel 1992 Magi si trovò a dovere dirimere una contesa sul comune
senso del pudore contro le immagini hard di Ilona Staller, la pornodiva meglio conosciuta come Cicciolina.
Scrisse una sentenza di 23 pagine che la stampa all'epoca definì «un vero e proprio compendio sessual
giudiziario». È l'unica buona notizia per il Cavaliere. Allora il giudice Magi sentenziò: «Non può esistere
uno Stato etico determinatore della libertà sessuale». Chissà…
Fonte Libero- Autore Franco Bechis