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Intervista al Presidente Pier Ferdinando Casini che chiarisce molti elementi della politica del Nuovo Polo di Centro del quale si fanno tante ed errate speculazioni

Pubblicata su Avvenire Domenica 6 Febbraio 2011 pagina 11

«Silvio al Colle? No. Lui ha solo diviso»

Anche il Pd ha fallito e la “santa alleanza” non è il mio progetto

L’intervista a Pier Ferdinando Casini pubblicata su Avvenire di Arturo Celletti

«Berlusconi è convinto che fino a quando resiste a Palazzo Chigi è più forte. Ma non è così. La scelta di restare asserragliato nella roccaforte del governo lo rende solo più debole. Infinitamente più debole».
Parla piano Pier Ferdinando Casini, e all’improvviso, anche se ha davanti solo il cronista di Avvenire, si rivolge direttamente al capo del governo. «Non ti garantisci restando immobile nel bunker, ma solo avendo la lucidità di capire che un disegno politico non si esaurisce nella propria persona». È un invito forte a fare un passo indietro per aprire una fase nuova. È un appello a privilegiare la Politica rispetto alle convenienze. E a capire che il progetto di un grande rassemblement dei moderati che abbia come riferimento i valori del Partito popolare europeo è ancora possibile.
Casini insiste: «Non sarò io a indicare a Berlusconi una soluzione, un nome, un percorso. Tocca a lui capire che questo è il momento della generosità e delle scelte coraggiose. Tocca a lui individuare in fretta una soluzione. Perché ormai è diventato un ostacolo anche per i suoi attuali compagni di cordata. E perché se avesse il coraggio di lasciare Palazzo Chigi, quelle convergenze che oggi appaiono impossibili diventerebbero immediatamente realizzabili. E così tante riforme. Penso a una grande intesa sulla giustizia. E penso a segnali chiari sulle intercettazioni: non serve il bavaglio che pretende Berlusconi, ma certo potrebbero essere disciplinate in fretta e con vasto consenso». Diètro quel pressing prende forma il “salvacondotto” per il Cavaliere.
Casini insiste: «Silvio trovi la forza di gestire l’ultima fase con le armi della politica. E non arroccandosi nel fortino e gridando al complotto».

Presidente Casini se il premier rinunciasse a Palazzo Chigi avrebbe anche nuove chance per la corsa al Quirinale?
No, questo no. Berlusconi non è il leader politico giusto per la successione al presidente Napolitano. Un uomo che ha diviso e che divide il Paese in maniera così lacerante non può essere il capo dello Stato. Il centrodestra ha altri nomi di valore su cui puntare; ma Berlusconi no. Lui non è mai riuscito a pacificare l’Italia… Anzi, troppo spesso l’ha eccitata, l’ha imbarbarita e l’ha ferita nell’anima.

Allude anche alla vicenda Ruby?
Io del caso Ruby non parlo perché non serve parlarne. Perché tutto è drammaticamente eloquente. Tutto, davvero tutto, a cominciare dal tentativo di far passare quel gruppo di ragazze per educande. Ma una cosa deve essere chiara a tutti: il fallimento di Berlusconi non è legato ai suoi comportamenti privati. Lui deve lasciare Palazzo Chigi perché non c’è stata una sola delle grandi cose promesse che è riuscito a realizzare. Non ha fatto nulla per la famiglia, nulla per il ceto medio… Non è riuscito a correggere i mali della giustizia, a realizzare un vero federalismo solidale, a rendere concreta la troppe volte annunciata rivoluzione fiscale. E vogliamo parlare ancora di Ruby?

Parliamo, allora, dei temi etici e dei suoi rapporti con Fli.
C’è poco da parlare, c’è solo da aspettare la prova dell’Aula. Vedrete a partire dalla legge sul fine vita dimostreremo la nostra compattezza. Conosco uno ad uno i parlamentari dell’Udc e sto imparando a conoscere anche quelli del Nuovo Polo. E posso dire di non aver dubbi su come ci muoveremo sui grandi temi legati a vita e famiglia.

Domenica prossima il Pdl voleva manifestare contro la Procura di Milano; Santoro e un bel pezzo delle opposizioni a favore…
I pm non hanno bisogno di furore popolare: né a favore, né contro. Non hanno bisogno degli atti d’accusa del premier, ma nemmeno delle difese di Santoro che finiranno soltanto con indebolirne immagine e credibilità e a renderne più complicato il lavoro. Hanno invece bisogno di rispetto e di serenità, di lavorare lontano dal clamore e dai riflettori.

Oggi quella serenità manca?
Vuole la verità: non mi ha convinto l’offensiva della procura di Milano, non mi ha convinto la difesa di Berlusconi, non mi ha convinto nulla di questa brutta storia. Vedo tanta confusione in uno scenario amaro, squallido… Vedo l’immagine del mio Paese compromessa e tanta, tanta superficialità. E allora l’unica cosa che vorrei dire è voltiamo pagina e facciamolo in fretta.

Mezzo Pd è attento alle mosse di Santoro…
Il Pd ha fallito. Basterebbe rileggere le parole con cui Rutelli l’ha lasciato. E magari accostarle al grido di dolore di una persona seria come Umberto Ranieri: il Partito democratico nel Mezzogiorno deve essere rifondato se vuole davvero essere un argine al malaffare.

Molti, però, scommettono che in caso di voto anticipato lei direbbe sì a una “santa alleanza” contro Berlusconi
Scommettono male. Io lavoro per un Paese normale, che non abbia bisogno di “sante alleanze”… Di patti contro qualcuno. Io lavoro perché la politica abbia un sussulto. Ha ragione Andrea Riccardi: serve uno scatto di qualità. Per troppo tempo ci siamo affidati quasi esclusivamente alle nomenclature di partito; per troppo tempo le convenienze dei leader hanno deciso l’agenda politica. Ora basta: voltiamo pagina e facciamo capire alla società civile che non ci può lasciare soli. Facciamolo con uno spirito nuovo di pacificazione, di riconciliazione, di ritrovata unità. Siamo ancora in tempo.

Presidente insisto: dirà sì o no alla “santa alleanza” col Pd e con Vendola?
Sono stato già chiaro: non credo a questa prospettiva. E c’è solo una possibilità che si realizzi: dovrebbero saltare le condizioni di normalità democratica. Dovrebbe perdere la testa Berlusconi, dovrebbe cominciare ad attaccare il capo dello Stato, la Costituzione… Oggi questo rischio non esiste e prego Dio che questo epilogo non si realizzi.

Berlusconi continua a ripetere che il voto anticipato sarebbe un dramma…
Ha capito che la grande marea di astensionismo lo travolgerebbe e lo cancellerebbe definitivamente dalla scena politica. E allora resiste. Arroccato. Rinchiuso nel palazzo. Senza rendersi conto che così il Paese affonda. E per questo che se mi costringono a scegliere tra la paralisi e il voto so che cosa scegliere… Andremo a elezioni e l’Udc dirà da subito che il suo obiettivo, poi, sarà una grande coalizione. Perché se non c’è un armistizio tra i partiti non si esce dalle sabbie mobili.

L’armistizio si realizza solo dopo nuove elezioni?
No, si realizza anche con un passo indietro del premier, ora. Spero ancora in un suo gesto politico, spero ancora che capisca che con lui, lì, tutto è impossibile. Vede, al Parlamento europeo un’intesa sull’immunità parlamentare è stata raggiunta senza fatica, in Italia no… Io so il perché e credo che anche Berlusconi dovrebbe incominciare a riflettere.

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