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Se le cose rimangono cosi’ al vertice europeo del 24 e 25 marzo, dal 2015 l’Italia dovrà ‘ rientrare ad un ritmo di 45 miliardi di euro l’anno in un arco di tempo di 20 anni

“Nell'ultima riunione del Comitato dei rappresentanti permanenti dell'Unione Europea (Coreper) del 28 gennaio scorso, la contestazione dell'Italia sul ritmo di rientro del debito pubblico e' isolata e soltanto la Grecia l'ha condivisa. Se le cose rimangono cosi' al vertice europeo del 24 e 25 marzo, dal 2015 l'Italia dovrà' rientrare ad un ritmo di 45 miliardi di euro l'anno in un arco di tempo di 20 anni”. Lo ha affermato l'On.Amedeo Ciccanti, capogruppo udc alla commissione bilancio nella dichiarazione di voto sulla riforma della legge di contabilità' pubblica, il quale ha anche sottolineato che “la tanto propagandata attenuazione del ritmo di rientro con la valutazione del basso debito privato e altri 'fattori rilevanti' non ha trovato alcuna considerazione significativa e la combinazione tra il rientro del disavanzo e del debito in questi tre anni, rispetto all'inerzia del Governo sulle riforme, diventa una 'miscela esplosiva' che rischia di scatenare una rottura della coesione sociale e la speculazione finanziaria”. “L'Italia – ha concluso – e' sull'orlo di un baratro!”.

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