Manifestazione del 13 febbraio: “Se non ora, quando”

di Titti Di Salvo, Cecilia D’Elia, Monica Cerutti

In questi giorni su facebook tante persone, di entrambi i sessi, cambiano l’immagine del proprio profilo, sostituendo la propria con quella di una donna dalla vita significativa. Può capitare così di discutere con politiche, attrici, studiose, scienziate famose. La ricchezza e la varietà del genere femminile si moltiplica sul social network.

C’è un sentimento diffuso d’indignazione e di rabbia per l’intreccio sesso potere che l’inchiesta milanese su Berlusconi sta facendo emergere. Un esito estremo della personalizzazione del potere e della politica in cui prevalgono rapporti servili, e il corpo femminile è ridotto a merce di scambio, puro oggetto di godimento sessuale del potente da accontentare. Quello che emerge dalle intercettazioni e dai racconti delle protagoniste non è solo un discutibile stile di vita di chi dovrebbe governarci, fatto che da solo basterebbe a dichiararlo inadeguato a ricoprire il ruolo di capo di governo. Quello che emerge non riguarda solo la sua vita privata, la sua camera da letto. Anche se non fossero stati commessi reati, e da quello che la stampa riporta delle indagini sembrerebbe il contrario, quello che emerge da tutta questa storia ha una straordinaria rilevanza pubblica e politica.

Ma se cosi è, se ciò che emerge ha una straordinaria rilevanza pubblica e politica, è altrettanto importante che si materializzi collettivamente sulla scena pubblica l’indignazione che determina: per rispetto e responsabilità verso noi stesse, verso le nostre figlie, verso le ragazze e i ragazzi di oggi.

Il bunga bunga berlusconiano è tutt’uno con il suo modo d’interpretare il potere e il governo. Aveva detto bene Veronica Lario quando parlò di divertimenti dell’imperatore e di fine della politica.

E’ fuorviante parlarne anche solo riducendolo a un problema di prostituzione. Siamo di fronte ad un modo di essere non secondario del sistema di potere e di consenso di Berlusconi. Non a caso la carriera politica, equivalente ad un posto in una delle sue televisioni, diventa, oggetto di contrattazione. Il Presidente del consiglio può permettersi di gestire tali carriere come farebbe in un’azienda privata.

Non vogliamo giudicare le ragazze che frequentano la casa del premier cercando di cambiare la propria vita in una serata. Vorremmo piuttosto discutere del fatto che in una società sempre più trasformata dalla televisione, schiava dell’immagine, ossessionata dalla rappresentazione, la politica diventa uno dei modi di raggiungere il successo e i favori sessuali possono far parte dello scambio.

Neppure condividiamo quelle letture che riducono le donne a vittime e parlano di ritorno agli anni 50. Sono donne anche quelle che hanno parlato e mostrato la nudità dell’imperatore. E’ una donna Ilda Bocassini. Nella nostra vita incontriamo tante donne, magari affaticate e un po’ sole, precarie o in cerca di lavoro, ma libere e sicure del proprio valore.

Vorremmo piuttosto domandarci quale libertà e disinvoltura mettono in campo le giovani e giovanissime, aspiranti letterine o veline, ma disposte anche ad accontentarsi di un seggio in Parlamento o in un Consiglio Regionale.

Ci sarebbe molto di cui discutere, anche per noi donne.

Discutere di quella insicurezza che è il tratto distintivo della nostro vita di oggi e che ha lo sguardo – dicono le statistiche – delle giovani ragazze alle prese con un futuro negato e la precarietà di un lavoro contrapposto a dignità e diritti, fino allo scandalo delle dimissioni in bianco. Discutere della vita materiale delle donne, a cui lo stato sociale in ritirata scarica responsabilità senza riconoscere ruolo e valore.

Notiamo che troppi uomini non si sono ancora sottratti alla richiesta di complicità che il premier più volte ha sottilmente fatto parlando del suo stile di vita e le cronache sono piene di padri e fratelli che puntano sulla capacità di guadagno delle loro “ragazze”.

Crediamo sia urgente, nella politica e nella società, fare una grande e limpida battaglia politica contro questo sistema di potere e di corruzione, contro la mercificazione del corpo femminile e il modello di relazioni che propone, contro la svalorizzazione del lavoro e della vita delle donne.

Per questo abbiamo promosso e sottoscritto la lettera invito a mobilitarci “Se non ora quando?” e il 13 febbraio saremo in piazza, speriamo con tante e tanti amici. Pensiamo che debba manifestarsi sulla scena pubblica, invasa dallo spettacolo di miseria del bunga bunga berlusconiano, l’orgoglio femminile.

Titti Di Salvo, Cecilia D’Elia, Monica Cerutti

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