Il nostro Paese è governato da una banda di lanzichenecchi che non solo fa strame delle nostre istituzioni, ma sta provando, con il compiacente servilismo di buona parte della comunicazione televisiva, a sbriciolare anche il buon senso degli italiani. Continuano a dirci che l’opposizione dura dell’Italia dei Valori a Berlusconi e ai suoi compari è sterile e senza sbocchi. Poiché ce lo dicono da quando è cominciata la legislatura tutti i cosiddetti soloni della politica e della cosiddetta stampa indipendente, ho cercato di capire se, dove e quando abbiamo sbagliato.
È da almeno un anno che ripetiamo che vi è il tentativo di instaurare un regime, uno strisciante regime autoritario che porta ad affievolire tutte le istituzioni di garanzia, dal Presidente della Repubblica alla Corte Costituzionale, per rafforzare il ruolo padronale del Presidente del Consiglio.
Quando abbiamo detto queste cose, ci hanno buttato addosso di tutto: giustizialisti, intransigenti, incapaci di governare, privi di senso delle istituzioni. Oggi tutti quanti dicono che Berlusconi è un pericolo pubblico, che il Paese sta andando allo sfascio, che il Parlamento non funziona, che la compravendita di parlamentari è uno scandalo, che la vita pubblica e privata del Presidente del Consiglio è uno scandalo.
E QUINDI NON ABBIAMO SBAGLIATO.
Sulla crisi economica l’Italia dei Valori ha sempre detto che il Governo se ne fregava, tutto intento a favorire la cordata di amici di Alitalia, Confindustria, e tutta una cricca di personaggi di dubbio profilo.
In questo periodo sono diminuiti i consumi, le famiglie sono in grande difficoltà, le imprese non riescono a reggere la concorrenza internazionale, i giovani, se ce l’hanno, hanno un lavoro sempre più precario, i lavoratori (a cominciare da quelli della FIAT) vedono attaccati i propri diritti. Da qualche mese tutte le forze politiche dicono che questo Governo è fannullone, fa gli interessi solo di alcuni, pochissimi, e ha messo il Paese in mutande.
E QUINDI NON ABBIAMO SBAGLIATO NEPPURE SU QUESTO TEMA.
È dall’inizio della legislatura che il Governo ha tagliato i fondi alla ricerca, alla scuola e all’università.
Non ha inteso investire in innovazione, non ha impedito che i migliori cervelli continuassero ad andar via dall’Italia. Il capolavoro l’ha raggiunto con una pessima riforma universitaria, bistrattata da tutti tranne che dai “baroni” universitari.
Studenti, ricercatori, precari e famiglie sono scesi in piazza per protestare, ma il Governo ha fatto finta di niente.
Ora tutti si accorgono che la cultura italiana perde colpi, l’intero sistema culturale italiano perde colpi e puntano l’indice sul Governo.
ED ANCHE QUESTA VOLTA AVEVAMO VISTO GIUSTO PRIMA DEGLI ALTRI.
Sulle missioni internazionali abbiamo registrato l’aumento di morti in Afghanistan. Lo abbiamo denunciato dicendo che la nostra missione si era trasformata da missione di pace a missione di guerra. Ma anche stavolta ci hanno gridato appresso di tutto: saremmo incapaci di pensare in grande, di partecipare alle scelte degli alleati, di curare l’immagine internazionale del nostro Paese. Ma noi abbiamo inteso difendere i nostri ragazzi che ci danno lustro e che però non possiamo tenere in una zona di guerra, perché ce lo impedisce la Costituzione.
SIAMO IN SINTONIA CON IL PAESE ANCHE SU QUESTO TEMA.
In politica estera le amicizie spericolate e pericolose del Presidente del Consiglio si chiamano Putin e Gheddafi con il cono d’ombra che si portano dietro. Abbiamo ricordato che si tratta di due dittatori, ci hanno risposto che per le relazioni estere italiane costoro sono punti di riferimento. Poi tutti si lamentano della mancanza di libertà di informazione in Russia e della mancanza assoluta di libertà che vi è in Libia.
ANCHE SU QUESTO SIAMO DALLA PARTE GIUSTA.
Infine, ma non perché si esauriscono i nostri argomenti, qualche riflessione sulla riforma della giustizia che il centrodestra va sventolando fin dal 2008. Ovviamente non ha fatto nulla, se non provare con il Lodo Alfano, il processo breve, il legittimo impedimento, la legge sulle intercettazioni a truccare le carte. Tutte norme nell’esclusivo interesse di Silvio Berlusconi che, avendone combinate di tutti i colori, la vuole fare franca a tutti i costi. Finalmente tutte le forze politiche d’opposizione si sono rese conto che la posizione dell’Italia dei Valori era l’unica coerente e seria su questi argomenti. Ma lo hanno detto sempre con molto ritardo e non ci hanno aiutato a raccogliere le firme per il referendum contro il legittimo impedimento.
Adesso li aspettiamo e li vogliamo tutti impegnati per mandare a casa il rais di Arcore e i suoi accoliti. Vedremo se si impegneranno tutti o i soliti millantatori risponderanno a chiacchiere invocando elezioni e un cambio di Governo.
Noi ci siamo e ci saremo, siamo una parte viva del Paese, quella che ha voglia di poter vedere un Tg1 che informa, una televisione che indica modelli di comportamento positivo, che è contro i dossieraggi, che vuol difendere l’ambiente, che vuole procedimenti giudiziari più veloci, che è schierata con le fasce sociali più deboli, che vede l’Italia unita come forza importante del consesso internazionale.
Questa è la sfida dell’Italia dei Valori, questa è la sfida nell’interesse del nostro Paese.