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Non converrebbe chiedergli di fare un passo avanti?

Mi veniva da sorridere questa mattina quando, uscendo dal supermercato Coop, alcuni signori del Pd mi hanno chiesto una firma. “Per che cosa?”, ho chiesto. E loro: “Per cacciare Berlusconi”. Bersani insiste: “Il premier faccia un passo indietro”. Ho pensato ad una maestra che una volta mi raccontò di un ragazzino irrequieto, un po' ribelle, il quale, per spirito di contraddizione, faceva sempre il contrario di ciò che gli si chiedeva. Un giorno, desiderando che uscisse assieme ai compagni dalla classe appena suonata la campanella, e poiché sapeva che lui apposta, come il solito, si sarebbe attardato restando tranquillo seduto nel banco, la maestra gl'intimò: “Tu non ti muovere, ché devi uscire per ultimo”. Fu il primo a balzare in piedi. Ora, è vero che Berlusconi non è ingenuo come il ragazzino ribelle, però, siccome dirgli di fare un passo indietro è perfettamente inutile, converrebbe provare a chiedergli di fare un passo avanti. Non si sa mai. In ogni modo la firma l'ho messa. Non si sa mai.

Veronica Tussi

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