La donna nel corso della sua esistenza ha dovuto lottare per raggiungere quell’emancipazione che una società molto maschilista gli impediva di raggiungere. Dalla fine degli anni sessanta fino ad oggi, si sono susseguite lunghe e tortuose battaglie che prima hanno sconfitto la figura della donna come la classica madre di famiglia, relegata a casa per fare la calza e crescere i figli, successivamente i movimenti femministi hanno iniziato altre feroci battaglie per ottenere il riconoscimento di quelle pari opportunità che oggi ricevono piena disciplina anche se nei confronti del gentil sesso vi sono ancora discriminazioni sul posto di lavoro. Tante sono le donne che rivestono ruoli importanti nelle aziende senza arrivare all’apice della loro carriera, ma sono ancora numerose in Italia le donne che devono combattere per trovare in età adulta una loro autonomia che spesso, gli ideali dell’entroterra da dove provengono, gli impediscono di raggiungere. Il libro Conflitti, scritto dalla giornalista Maria Ianniciello, ci racconta la storia di Carla Cesinati, una giovane donna siciliana che riesce a coronare il suo sogno ovvero quello di diventare in primis una giornalista e poi riuscire ad affermarsi come reporter di guerra. Carla è nata e cresciuta in una famiglia borghese, ha avuto rapporti molto conflittuali con sua madre la quale sognava per lei un futuro accanto ad un uomo della sua stessa estrazione sociale. Carla rinuncia alla sua vita agiata per seguire il suo obiettivo ovvero quello di sbarcare a Milano per entrare a lavorare nella redazione più importante d’Italia, il Corriere della Sera. Maria Ianniciello, avellinese di Grottaminarda, ci racconta com’è arrivata a scrivere questo libro.
M. CH: Dott. essa Ianniciello, Conflitti percorre un periodo storico molto particolare per la donna, posso chiedere qual è stato l’elemento ispiratore che le ha spinto a scrivere questo libro?
M. I: “Mi ha spinto a scrivere questo libro, la condizione della donna, in particolare della donna meridionale. Io ho vissuto personalmente in qualità di giornalista queste problematiche. Nel libro parlo di Carla Cesinati, un personaggio di fantasia, una donna siciliana nativa di Palermo che combatte in primis contro la madre la quale non accetta la sua scelta di vita perché vede nella decisione della figlia, il classico capriccio di una ragazzina. Per lei prospettava una vita diversa, a suo modo di vedere migliore. Una volta arrivata a Milano Carla si dovrà scontrare anche con il forte maschilismo che in quell’epoca si trovava facilmente all’interno del contesto lavorativo”.
M. CH: Carla Cesinati è una donna appassionata di giornalismo, ma che deve combattere per raggiungere il suo sogno. Dott. essa Ianniciello, anche lei ha dovuto lottare nel privato per raggiungere i suoi obiettivi?
M. I: “Devo riconoscere che la scrittura è in parte autobiografica, in una storia si racconta ciò che lo scrittore vede intorno a se. Anch’io ho lottato, ma mai quanto Carla per il semplice fatto che sono stata avvantaggiata da chi, prima di me, ha voluto fortemente l’emancipazione femminile”.
M. CH: Se volessimo addentrarci in un raffronto fra il passato e il presente, possiamo dire che la donna attuale è più libera oppure deve ancora scontrarsi con antiche mentalità che purtroppo ancora persistono?
M. I: “Purtroppo ancora oggi esistono dei modi di pensare che penalizzano la donna, questo accade sia al sud che al nord, basta pensare ai tanti episodi di violenza sulle donne. Nel lavoro la donna meridionale ha enormi difficoltà a conciliare professione e famiglia, questa situazione è aggravata anche dal fatto che nel meridione mancano le strutture e poi non dobbiamo dimenticare che in alcuni paesi molte donne non studiano e a 20 anni sono costrette a sposarsi”.
M. CH: Nel prologo ci sono due punti interessanti; il primo riguarda la conflittualità di Carla con la madre, il secondo è l’atteggiamento maschilista che la protagonista incontra sul posto di lavoro. Lei ha lavorato in tante redazioni, le è capitato di conoscere colleghi maschi con atteggiamenti prepotenti e scontrosi nei suoi confronti o di sue colleghe oppure è stata fortunata in tal senso?
M. I: “Per fortuna non ho avuto esperienze di questo tipo, però ho conosciuto casi di donne alle quali è successo questo”.
M. CH: Carla Cesinati arriva al Corriere della Sera, appena è assunta affianca un reporter in un quartiere del capoluogo lombardo, dove c’è stata una rapina, ma soprattutto corona il sogno di diventare una reporter di guerra e così assiste in prima persona al conflitto in Vietnam. Lei fra dieci anni si vede e spera di fare la corrispondente in un teatro operativo di guerra?
M. I: “A differenza della protagonista opto per un giornalismo più tranquillo. Sono il direttore responsabile di una rivista a vocazione territoriale, amo molto la cultura, la scrittura e per il momento lo scenario internazionale non fa per me. Sembra un paradosso ciò che dico, ma ho voluto scrivere questo libro perché sono un’appassionata di storia contemporanea, avendo fatto studi di lettere con una tesi finale nella materia specifica”.
M. CH: In base alla sua esperienza personale anche nel giornalismo nota un certo maschilismo oppure le donne riescono a fare un po’ più di carriera?
M. I: “Personalmente vedo ancora un certo maschilismo, ci sono tante giornaliste che vanno a presenziare nei posti di guerra, ma poi a livello di carriera fanno molta fatica per arrivare alla vice- direzione di un giornale”.
Conflitti dimostra come le donne debbano ancora sgomitare per essere trattate e rispettate alla pari degli uomini.
Marco Chinicò