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IL PREMIER SI PRENDE SPUDORATASMENTE GIOCO DEGLI ITALIANI. MA SOLO NEL PALAZZO, MENTRE E’ MISERRIMAMENTE SOLO FUORI PALAZZO ED ANCHE NELLO STESSO PARLAMENTO !

C’è ancora qualcosa da aggiungere dopo ciò che è successo ieri con il “federalismo” se non esprimere la più profonda indignazione rispetto al comportamento di un Presidente del Consiglio che, una volta con il voto “comperato”, l’altra attraverso forme di “scilopotismo”, ma anche e soprattutto perché egli è assolutamente consapevole che se “molla” diventerebbe un “guitto”, soggetto-oggetto di una giusta giustizia, mentre i suoi accoliti perderebbero il posto saporitamente retribuito al punto da aver ormai consolidato la loro posizione di “yesman”, ed infine anche perché gli italiani hanno le mani legate e non possono pertanto fare niente prima della scadenza del suo mandato ? La risposta a questa lunga domanda, che non permette una lettura continua senza prendere un po’ di fiato, è no, senza alcuna esitazione !
Ma indignarsi contro una sola persona come il “Presidente”, con il quale non ho nulla da condividere, è limitativo-restrittivo in quanto, se gli è consentito di fare tutto ciò che fa in dispregio alle leggi dello stato, lo si deve al fatto che anche i suoi “yesman” hanno pure loro qualcosa da farsi perdonare, tra l’altro ben compensati per questo, in omaggio al detto secondo cui una mano lava l’altra…… ferme restando le opportune eccezioni. E chi mi legge comprende perché sono costretto ad appellarmi alle opportune eccezioni, e cioè con lo stesso spirito di Roberto Benigni con cui il comico si è prodotto ironicamente nella trasmissione di Fazio…. con la frasetta, giuridicamente importante, che al momento precisa non mi viene, seppur della stessa valenza..

Oggi, parlare di indignazione, è “pleonastico”: infatti tutto è permesso a questa classe dirigente che a me personalmente fa schifo sotto ogni aspetto in quanto sta trasformando l’Italia in un postribolo vero, non quello evocato da Berlusconi con riferimento alla trasmissione di Gad Lerner, L’Infedele”, e mi chiedo come gli Italiani che si apprestano a vivere in questo postribolo devono essere considerati ed etichettati ? Il mondo intero ci guarda e ci fa capire che l’Italia è il paese che non ha precedenti quanto a malgoverno, soprusi, casini, spudoratezza, mancanza di rispetto verso la gente, un paese insomma che guazza nell’illegalità resa “legale” attraverso le famosi leggi “ad personam”. Io non appartengo certo a questa Italia e rimpiango la Svizzera ove ho lavorato per alcuni anni al punto che, se non fosse per l’età ed i mezzi, io ci tornerei subito per non sentir più parlare di questo Berlusconi che ormai ha trasformato l’Italia in una “dipendence” della Finivest… Basta ! Vergogniamoci tutti !

Per finire, lasciatemi ricordare anche questo. Non avevo alcun dubbio sul fatto che Berlusconi facesse un piacerino di facciata a Bossi per il federalismo, bocciato ieri in commissione e fatto rinascere spudoratamente attraverso decreto. Una volta, se non vado errato, la stampa scriveva che Berlusconi aveva fatto un contratto “notarile” con Bossi, memore dei precedenti inaffidabili che fecero cadere il suo precedente governo. Non sarà che è ancora in vigore il “do ut des” attraverso detto contratto, alla faccia dei cittadini ? Al punto da far ricordare ai due “B” le clausole del predetto, le quali, ove non rispettate, avrebbero potuto produrre serie conseguenze per entrambi ?
Non per niente mi ha sempre meravigliato la loro affermazione secondo cui il loro rapporto è solido e non può essere smantellato. Rapporto contrattuale o politico ?

Che fare ? Esprimere desolazione non serve. Bisogna muoverci. Il guaio è che dall’altra sponda non ci sono persone appetibili dal punto di vista della serietà istituzionale. Fini e Casini, compresi, anche se li accetterei otturandomi il naso.
Purtroppo non restano che, e dico purtroppo non riferibile alle persone, i soli Bersani e Di Pietro, fors’anche a Vendola, dei quali tutto si potrà dire tranne che non siano persone oneste.

C’è da sperare che dopo questo turbinio politico che dura da 16 anni, che ha connotato l’Italia come la Repubblica delle banane, poi dei Fichi d’India (Umberto Agnelli) , poi ancora delle Bandane, poi ancora delle Ronde, ora delle Ruby, ci sia spazio anche per un po’ di serietà istituzionale che eviti di cambiare la connotazione dell’Italia in “Repubblica Italiana della fame”.

E’ ora che intervenga il Padreterno ! Come diceva anche la canzone di Mina :… “proviamo anche con Dio, non si sa mai…”
Arnaldo De Porti

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