Gli addetti ai lavori non hanno potuto fare a meno di registrare l'enfasi con la quale il Governo ha risposto, martedì 11 gennaio 2011, all'interrogazione presentata dagli onorevoli Di Biagio e Narducci al Ministro degli affari esteri sulle iniziative volte al miglioramento dei servizi consolari per gli italiani all'estero.
Il Governo ha, infatti, tracciato anche in quest’occasione una sorta di “Nuova frontiera” di kennedyana memoria: ”non ti chiedere cosa può fare il Consolato per te, ma chiediti piuttosto cosa puoi fare tu per il tuo Consolato!”
Di fronte alle legittime preoccupazioni esternate dai due deputati eletti nella Circoscrizione Estero, il Governo ha nuovamente parlato di “servizi consolari a distanza” e di “Consolato digitale”, eludendo ancora una volta una realtà quotidiana che vede attualmente buona parte dei nostri cittadini all'estero privi di qualsiasi dimestichezza con l’informatica.
Certo bisogna guardare avanti ma in base alle risposte fornite dal Governo è difficile spiegare ai nostri connazionali come si possa rendere “a distanza” l'impronta digitale per il passaporto e come si possa rendere “a distanza” l'obbligatoria firma per la richiesta ed il ritiro della carta d'identità.
Per quanto concerne gli innovativi sistemi informatici introdotti dal MAE, in particolare la piattaforma SIFC (Sistema Integrato Funzioni Consolari), dalle informazioni attinte alle fonte, cioè presso gli addetti ai lavori che con il SIFC operano tutti i giorni, si apprende in realtà vi sono problemi tecnici irrisolti, per esempio che la lavorazione con il SIFC è molto lenta che la pagina scompare continuamente, non è possibile tenere il sistema monitorato durante un'intera giornata di lavoro, e che il sistema è tortuoso:per la sola trascrizione degli atti di stato civile è richiesta l’apertura di ben 9 pagine diverse con tempi di lavorazione attorno ai 15-20 minuti per ogni singolo atto (nascita, matrimonio, morte). Inoltre, i prestampati (richiesta di nulla osta ed altro) richiedono nuovamente la trascrizione di tutti i dati appena registrati.
Si potrebbe obiettare che un sistema nuovo richiede di essere ottimizzato per gradi successivi, ma a parere di addetti ed esperti la piattaforma informatica su cui tanto si punta ha u errore di fondo, di concepimento, molto grave: il SIFC, infatti, è sconnesso dall'AIRE a cui si accede con un altro programma, il CIC (Carta Identità Cartacea). Ciò significa che ogni variazione di indirizzo, stato civile ed altro va registrata su due distinti sistemi. Ma anche che ogni dato registrato sul SIFC va riportato sul CIC con una significativa perdita di tempo, perchè passa attraverso i Comuni prima ed il Ministero dell'Interno dopo. Altro che percorsi abbreviati!
Se ne deduce che il Ministero degli esteri ha fallito il colpo iniziale, creando un sistema informatico (SIFC) isolato, che cementa il principio di due distinte banche dati e che ripropone, dunque, la vecchia anagrafe consolare, la quale, a sua volta, non ha possibilità di diretto accesso alla banca dati centrale degli italiani all'estero AIRE.
Ad integrazione delle verità divulgate in materia dal Governo, sarebbe pertanto opportuno diramare anche questa verità, con l’auspicio che ogni innovazione dei servizi non vada a scapito delle collettività italiane residenti all’estero, nonché dei dipendenti consolari, entrambi già esasperati dalle chiusure di rappresentanze consolari e di altre strutture italiane all’estero.
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Franco Narducci
Vicepresidente
Commissione Affari esteri
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