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MA QUALE NUOVA VIA?

Dopo trenta mesi di Governo, Berlusconi è apparso stonato e senza effettivi obiettivi comuni da proporre. Indipendentemente dal marasma di quest’ultimo periodo, riteniamo opportuno fare il punto su quello che potrebbe essere il seguito di questo Esecutivo. Intanto, sembra tramontato il bipolarismo; ma senza prospettive per diverse formule di governo. Il PdL non è più quello del passato e il Cavaliere sembra costretto, nonostante tutto, a ricercare altri cobelligeranti per tentare di portare avanti la sua Legislatura. I segnali, però, non ci sembrano buoni. Intanto, il “Terzo Polo” è più una realtà formale che sostanziale. Il trio Fini, Casini e Veltroni c’è sembrato, da subito, stonato e senza percorribili proposte per un eventuale apparentamento col Cavaliere. Del resto, l’alleato tradizione del PdL, cioè la Lega Nord, non sembra disponibile più di tanto ad offrire spazio di governo agli uomini del nuovo polo. Anche l’opposizione, quella che prima s’identificava nella sinistra, non ha proprio le idee chiare e, nel marasma, l’ipotesi d’elezioni politiche anticipate si fa sempre più probabile. Resta, in ogni caso, da chiarire quali soluzioni, diverse dalle attuali, potrebbero essere proposte per tentare d’uscire da una crisi che non è solo di valori. Tutti sembrano animati da tanta buona volontà, ma il meccanismo s’inceppa, quando si continua a remare contro. Gli uomini del PdL, quelli che sono rimasti fedeli a Berlusconi, ce la mettono tutta per salvare la faccia; ma ci riescono a stento. Basta prendere in esame le loro dichiarazioni per comprenderlo. Gli uomini di Bossi, almeno per ora, restano sulle loro storiche posizioni. Prima il Federalismo, poi si vedrà. Ma anche su quest’etereo Federalismo potrebbe incrinarsi l’alleanza. Allora sarebbe la fine. Con buona pace di tutti. Per ora, scandali permettendolo, la linea politica del Governo sembrerebbe quella di completare le riforme che rappresentano un mastodontico insieme di provvedimenti che riteniamo, da subito, inattuabili. Mentre l’opposizione, anche se più formale che sostanziale, se n’esce con i soliti decreti populisti, il Paese continua a chiedere chiarezza e garanzie per il futuro. Resta che, oltre alle buone promesse, di concreto non si è ancora fatto più nulla- E’ da dicembre che la macchina dello Stato è bloccata per motivi interni, ma anche esterni, alla Maggioranza. Berlusconi, nonostante tutto, intende andare avanti. I suoi ministri sono tutti con lui; anche se, per la verità, l’armonia di un tempo ci appare solo un ricordo. Intanto il PD ed i ruderi della vecchia sinistra tentano il tutto per tutto. Se il Cavaliere non può essere sfrattato da Palazzo Chigi, c’è sempre la possibilità d’isolarlo e sospendere, di conseguenza, inapplicabile il suo programma. Quello che era stato presentato, con tanta enfasi, al popolo italiano. Ma il pasticcio rimane. Intanto perché la maggioranza del Cavaliere si presenta sempre più “variabile”, poi perché gli alleati d’oggi non lo potrebbero essere più domani. Anche in Seconda Repubblica è già capitato. Così chi segue la politica nazionale non è nelle condizioni di relazionare in modo univoco. Con l’aria che tira, è già difficile fare delle proiezioni giornaliere su quanto accade nel Bel Paese. Cure miracolose, a tutt’oggi, non ne vediamo. Né ci sentiamo propensi a manifestare un ottimismo che non è nelle nostre corde. Mentre si avvicina il Carnevale 2011, ci chiediamo quale può essere la “nuova” via che dovrebbe togliere le castagne dal fuoco al Leader del PdL; sempre col placet della Lega che, per una serie di fondati motivi, non riteniamo mai scontato. In politica, almeno da noi, il probabile può anche essere possibile. Ma il possibile, per nostra sciagura non sempre è probabile.

Giorgio Brignola

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