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Speriamo davvero che la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro Bondi sia approvata

L’abbiamo presentata insieme al Pd ed anche il Terzo Polo ne ha depositata una, che ci auguriamo abbia il consenso della maggioranza del Parlamento. Nel mio intervento ho cercato di illustrare alcune delle nefandezze compiute dal Ministro in questo triennio.
È iscritto a parlare l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.
ANTONIO BORGHESI. Signor Presidente, signor Ministro, discutere una mozione di sfiducia verso un Ministro non è mai un atto che si fa a cuor leggero e noi dell'Italia dei Valori che abbiamo firmato insieme al PD quella mozione, lo abbiamo fatto in modo convinto e non tanto con riferimento all'ultima questione che riguarda Pompei, ma con riferimento al giudizio che noi diamo di un triennio della sua attività come Ministro. Voglio partire dai risultati di questo triennio, perché il risultato è per davvero facilmente commentabile: una diminuzione tra previsione iniziale 2011 e previsione 2010 di 281 milioni di euro e la previsione di una riduzione tra assestato 2010 e previsione 2011 di 461 milioni di euro; 224 milioni di euro in meno alla missione tutela e valorizzazione di beni e attività culturali; 66 milioni in meno alla missione ricerca e innovazione e, all'interno di queste missioni, alcuni programmi, in particolare la tutela delle belle arti, dell'architettura e dell'arte contemporanea, la tutela e valorizzazione del paesaggio che perdono 31 milioni, la valorizzazione del patrimonio culturale, la tutela del patrimonio culturale. Questi sono i risultati dal punto di vista pratico. Lei mi dirà: io ho a che fare con un Presidente del Consiglio, c'è un problema complessivo di Governo e con il Ministro dell'economia e delle finanze. Certamente se la cultura che esprime il Presidente del Consiglio è quella che si sta rappresentando in questi giorni faccio fatica a capire che lei possa davvero avere un aiuto, però questo aumenta ancora di più le sue responsabilità politiche. Queste ultime sussistono anche rispetto all'idea di nominare come direttore generale un ex-manager, Mario Resca, e qualcuno potrebbe dire: bene, un manager può essere utile ma c'è un qualche atto significativo che questo manager abbia fatto in questi tre anni?
È vero, riceve un compenso magari apparentemente basso di 160 mila euro l'anno, però dopo si scopre che grazie anche al suo appoggio viene nominato commissario per l'organizzazione della «Grande Brera», organizzazione museale grazie alla quale, con le indennità cosiddette variabili, potrebbe arrivare a percepire qualcosa come 2 milioni e mezzo di euro di fondi pubblici. Questo direttore generale è quello che non ha cambiato il corso delle cose, perché ancora una volta vengono pagati e dati contributi a film come i cinepanettoni, come Natale a Beverly Hills o altro, signor Ministro. Queste erano le prime spese da tagliare e da tagliare immediatamente.
Vorrei poi ricordare alcune iniziative discutibili che lei ha avuto in questo triennio, come l'idea di una specie di nuovo Minculpop, il Ministero della cultura popolare di epoca fascista, l'idea cioè di una commissione che giudicasse il valore etico e politico dei film. Io credo che la censura sia sempre qualcosa di assolutamente sbagliato, ma se andiamo a vedere si parla di valore etico oppure politico dei film e poi diamo i contributi ai cinepanettoni.
C'è la riforma degli enti lirici, signor Ministro, che avete sbandierato come la soluzione ai problemi degli enti lirici, che oggi sono in una situazione per cui la stragrande maggioranza degli stessi enti lirici italiani sarà costretta a chiudere i battenti, perché non è in grado di continuare a svolgere quel compito di elevatissimo valore culturale che attirava spettatori non solo italiani, ma anche e soprattutto dall'estero. In un momento di grave difficoltà come questo, in Germania abbiamo la Merkel che investe in cultura e dà più soldi alla cultura, mentre lei ha la responsabilità di un Ministero che invece vede continuamente le risorse tagliate.
Voglio ricordare un altro caso, il caso di IMAIE, dove con un metodo studiato scientificamente a tavolino avete soppresso un'entità privata per attrarla all'interno dell'orbita pubblica, soltanto perché quell'entità aveva un tesoretto di 120 milioni di euro e avete pagato indennità milionarie a quei commissari con quegli atti. Quelli erano soldi che potevano essere, anche quelli, risparmiati e probabilmente usati in modo migliore.
E non parliamo di Arcus e di Cultura Spa, società costituite dal precedente Governo Berlusconi, ma di cui lei porta in qualche modo la responsabilità. La Corte dei conti ha più volte detto che siamo in presenza di una società che dopo tanti anni dalla costituzione non ha ancora dimostrato di essere capace di assolvere al ruolo che era stato previsto, bensì è una società che costa qualche milione l'anno soltanto di indennità per i consiglieri di amministrazione e per i dipendenti, che non si capisce bene cosa facciano. Nonostante questo, ha distribuito a pioggia qualcosa come 250 milioni di euro. E oggi vediamo che mancano tutte quelle risorse al FUS! E sapete come sono state destinate? Sono state in molti casi mance di Stato. Voglio ricordare perfino – mi è facile da dire – i soldi buttati a pioggia al dipartimento archeologia dell'università di Padova, di cui è direttore la sorella del deputato Ghedini, ad esempio, tanto per citare un caso. Oppure interventi su immobili ecclesiastici che sono nel patrimonio Vaticano ma in extraterritorialità e parliamo anche qui di milioni di euro.
Per non dire che è stata persino finanziata, attraverso quei fondi, la partecipazione dell'Italia all'expo di Shanghai (naturalmente è una missione guidata da Mario Resca). Per non dire poi dei regali fatti ai sindaci amici: basti ricordare un milione al comune di Roma e un milione e mezzo al comune di Palermo.Quindi, vede che siamo in presenza di atti discutibili. Anche su Pompei, signor Ministro, non è che sia facile togliersi da quella responsabilità, perché la questione Pompei parte da lontano, parte dal luglio 2008, parte da qualche mese dopo la sua nomina a Ministro. Infatti, già allora era stato deciso di commissariare la gestione di quel sito, ma c'era voluto persino un anno per nominare un commissario, un commissario che si chiama Marcello Fiori e sul quale oggi vi è un'indagine in corso per il modo con cui ha gestito in quel periodo, in questi due anni, l'incarico che aveva ricevuto. Allora vede, signor Ministro, che di questioni che non vanno bene ce sono tante. Mi dispiace ricordarne un'altra, ma anche la sua «parentopoli» rappresenta un atto assolutamente inimmaginabile ed inaccettabile. Infatti, con un atto di diretta emanazione del Ministero, è stato conferito un incarico, al di là della competenza, all'ex marito e al figlio della sua compagna e lei ha risposto che tale atto è stato motivato semplicemente dal fatto che vi era qualcuno che aveva bisogno, quando, lo scorso anno, 500 mila lavoratori hanno perso posto di lavoro. Ebbene, signor Ministro, questo è un atto inaccettabile ed inimmaginabile: basterebbe questo, da solo, per creare le premesse per le sue dimissioni.
Signor Ministro, lei si è chiesto – in questi giorni, ho letto attentamente alcuni suoi comunicati stampa – se oggi paghi la volontà di colpire Berlusconi. Ebbene, lei ha sempre difeso Berlusconi a spada tratta, in un modo spesso – mi permetta di dirlo – persino sacrilego. Infatti, signor Ministro, accostare, come lei ha fatto, in termini culturali, Berlusconi ad Adriano Olivetti, una persona di elevatissimo spessore culturale – credo che Adriano Olivetti si ribalterà nella tomba – è inimmaginabile.
La cultura che lei difende in questo modo, difendendo il Presidente del Consiglio Berlusconi, rappresenta lo scempio al quale stiamo assistendo in questi giorni, quel film vergognoso che stiamo guardando. Beh, se difende quel tipo di cultura, signor Ministro, è giusto che noi chiediamo le sue dimissioni.

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