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BERLUSCONI CHE PARLA DI POSTRIBOLO E’ COME L’OSTE CHE PARLA DI VINO

Berlusconi che parla di postribolo è come l’oste che parla del vino. E’ un argomento su cui il premier è stato un po’ avventato. Ma si sa, l’età, la tarda ora, ha visto un po’ di visi conosciuti e, come ha detto il mio collega Donadi, si è arrabbiato perché avrebbe voluto essere invitato.

Scherzi a parte, me lo sono immaginato, con la bava alla bocca mentre insultava Gad Lerner e mi è venuto in mente che non è la prima volta che il premier interviene a gamba tesa in una trasmissione. Ora poi, è particolarmente feroce, segno che l’animale è ferito e dunque vulnerabile.

Il punto è che Berlusconi non riesce a immaginare che qualcuno possa avere un’idea diversa dalla sua e ha una concezione proprietaria dei mezzi di comunicazione. Del resto lo ha dimostrato anche in passato. La prima volta che intervenne in diretta in una trasmissione fu nel marzo del 2001, da Santoro, ça va sans dire, nel “Santoro, si contenga” diventanto poi un cult.

Da allora le comparsate telefoniche sono state una decina, regolarmente divise tra Santoro e Floris (ma si ricorda anche un memorabile insulto a Rosi Bindi a Porta a Porta). Ieri sera l’esordio alla trasmissione di Gad Lerner. Non c’è niente da fare. Sia Annozero che Ballarò non accettano più interventi telefonici in diretta. Berlusconi quando chiama spara il suo comizio e prima che qualcuno possa interloquire con lui ha già abbassato la cornetta. In queste condizioni, è chiaro, ormai le porte per lui sono chiuse, probabilmente anche Lerner non cadrà più nella trappola. Siamo in democrazia e chi non accetta il contraddittorio è tagliato fuori, almeno dalle trasmissioni normali. In questi anni abbiamo assistito a un crescendo di insulti e di comportamenti che non hanno nulla a che vedere con la normale e democratica espressione del pensiero.

L’indegna sceneggiata di ieri all’Infedele conferma che ormai l’uomo è disperato e che, travolto dagli scandali e senza argomenti, non riesce a fare altro che insultare. La sua pretesa di intervenire ovunque senza regole, con insulti personali e attacchi politici, è però inaccettabile. Se ha qualcosa da dire vada a dirla ai magistrati, che lo hanno già convocato ma ai quali si è rifiutato di presentarsi.

Purtroppo il suo colossale conflitto di interessi gli consente di essere presidente del Consiglio titolare (anche per interposta persona) di concessioni pubbliche, proprietario delle maggiori televisioni commerciali, controllore, pardon “occupatore” della Rai. Insomma, un concentrato di anomalie che a suo tempo il centrosinistra ha fatto finta di non vedere rimanendone schiacciato. Cosa aspetta il Pd a scuotersi e ripartire per cambiare?

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