Invio traduzione italiana dell'articolo ” Die akte Berlusconi. Ein Mann ausser Kontrolle ” pubblicato oggi su Blick am Sonntag .
Un cordiale saluto.
Leoluca Orlando
www.leolucaorlando.it
Berlusconi. Un uomo fuori controllo.
“Vi è del marcio in Italia”: Berlusconi “dittatore da terzo millennio”, non più libero.
Un “dittatore”, non più libero.
E’ questa la condizione, ormai sotto gli occhi di tutti, del Presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi.
Il re è da anni nudo, ma ormai appare , anche, veramente nudo.
Sì, un dittatore da terzo millennio, nell’Europa dell’euro e di Schengen; adeguato nei tratti e nei comportamenti alla società dell’informazione e alla finanziarizzazione dell’economia.
Come immaginiamo che sia un dittatore negli anni 2000 all’interno dell’Unione Europea?
Non certamente con la camicia nera e il saluto romano né con la camicia grigia e il passo militare!
Silvio Berlusconi, come è dei dittatori, prova fastidio per ogni forma di controllo e tenta di zittire/comprare le voci scomode.
L’Europa controlla, dà fastidio e viene insultata; la Corte Costituzionale controlla, da fastidio e viene insultata; e così con il Parlamento, e così con l’opposizione, e così con la Magistratura , e così con lo stesso Presidente della Repubblica.
Controllano, svolgendo il loro ruolo costituzionale e danno fastidio al dittatore, allergico ad ogni forma di opinione, che non sia di obbedienza e silenzio.
Silvio Berlusconi, ancora, come è dei dittatori, non distingue tra pubblico e privato, tra controllore e controllato, tra venditore e acquirente, tra Stato e mercato; egli pretende di fondare il proprio potere sulla dimensione e sulla confusione di ruoli e di interessi.
Nella stessa residenza privata , presso la quale per anni ha svolto funzioni di guardianìa un personaggio condannato per legami con la mafia, si riunisce il Governo italiano, si ricevono i Capi di Stato di tutto il mondo e si organizzano party e orge con prostitute trasportate con auto e voli di Stato e scortate da forze dell’ordine, mortificate nel loro ruolo e nella loro dignità.
Silvio Berlusconi, inoltre, non è più un uomo libero (forse è un caso clinicamente patologico, come ha dichiarato allarmata la sua seconda moglie, al momento della loro separazione, due anni fa).
Non è un uomo libero.
Wolfgang Goethe ammoniva che “alla fine dipendiamo dalle creature che abbiamo creato” e l’attuale Presidente del Consiglio dei Ministri dipende dal suo passato, dal suo presente, dalle sue creature: non sa più, neanche lui, da chi e da quanti può essere condizionato, ricattato.
Da una minorenne, da una decina di prostitute, da un imprenditore corrotto, da un banchiere o da un esponente della massoneria deviata, da un mafioso o da …!?!
Il dato culturale-politico è, in sintesi, quello di un governo che si è fatto regime, di una politica di destra che perverte i valori della destra europea, divenendo la peggiore nemica di una normale politica di destra: libertà senza regole, arbitri senza sanzioni, competizione annunciata strumentalmente per realizzare monopoli, accaparramenti di ricchezze pubbliche e private senza armonia, senza alcun progetto di sviluppo.
Grande è la responsabilità di quanti in Italia non hanno, e non hanno ancora, alzato la testa e gridato “basta”, di quanti nella politica e nell’economia, nella scienza e nel mondo dell’informazione hanno subìto/accettato che Berlusconi divenisse prototipo di una vera e propria cultura deteriore.
Sono, così, sorti tanti, troppi “berlusconi di condominio e di borgata”, a destra come, talora, anche a sinistra, degli schieramenti politici.
Grande, altresì, è la responsabilità dell’Unione Europea, della quale l’Italia è parte; di una Unione Europea che censura dittature e violazioni di democrazia e di libertà negli altri
continenti … ma non sembra riuscire, in maniera adeguata, a contrastare la pericolosità, per la sicurezza italiana ed europea, di un “dittatore non libero” come Berlusconi.
Confondere affari privati, ruoli istituzionali e scelte internazionali in Russia e ad Antigua, in Libia e in Bielorussia, è, rischia di essere, potenziale attentato alla sicurezza dell’Italia e dell’Unione Europea.
Cosa ha a che fare con la cultura europea un imprenditore senza regole, un politico che disprezza e zittisce il dissenso, un primo ministro che opera in proprio, per sé e per i suoi amici e soci?
Grande, infine, è la responsabilità del Vaticano: lo affermo, con tutta la sofferenza e il disagio di un credente.
Grande è, infatti, la responsabilità di alti esponenti vaticani, responsabilità resa ancora più pesante da anomale frequentazioni e ruoli assegnati a faccendieri e improbabili personaggi.
Non sto certamente parlando di tanti, tanti uomini di Chiesa che, purtroppo, con scarsa visibilità e incisività, hanno tentato e tentano quotidianamente di indicare, in base a principi e a valori, le ragioni del consentire e del dissentire, e nulla hanno a che dividere con quanti ritengono il Governo Berlusconi una garanzia per i valori cristiani e, in particolare, e con paradossale arroganza e provocazione, per i valori della famiglia … naturale, fondata sul matrimonio (sic!).
Ciascuno è tempo che faccia la propria parte; nessuno dica di non essersi accorto che “vi è del marcio in Italia”.