RICORRENZA PATRONO DEI GIORNALISTI A VENEZIA. SANTA MESSA PRESIEDUTA DAL PATRIARCA CARDINALE ANGELO SCOLA

PRESENTE ALLA CERIMONIA, EZIO MAURO, DIRETTORE DEL QUOTIDIANO

“ REPUBBLICA”

Oggi, 22 gennaio 2011, a Venezia, in un incontro avvenuto dapprima nella suggestiva cripta della Basilica di San Marco per la S. Messa (v. foto) e quindi nell’attiguo Patriarcato per una conferenza ad altissimo livello, tenuta dallo stesso Patriarca di Venezia, Angelo Scola, dal Direttore di Repubblica, Ezio Mauro e dal Presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori, per commemorare San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, si è parlato anche dei momenti critici in cui versa il Paese. Detto incontro, oltre ad essere stato un’occasione per presentare un libro a titolo “Laicità oggi” scritto dal Patriarca, davvero fuori da tanti schemi che sono soliti roteare anche durante gli incontri annuali per la ricorrenza del “Vescovo dei Giornalisti”, è stato uno dei pochi che, a mio avviso, ha sviscerato problemi di alto livello che, per la loro complessità, ha tenuto tutti noi col fiato sospeso. Non solo, ma la laicità del Direttore di Repubblica a cui faceva da contraltare il senso evangelico del Cardinale Angelo Scola, talvolta in comprensibile distonia per il ruolo che ciascuno dei due insigni personaggi ricopre, è sempre stata contemperata dalla necessità di risolvere il problema dell’uomo il quale, oggi come oggi, non vive in una vera dimensione democratica, ma in una democrazia che di positivo ha solo il nome, atteso che l’uso “sui generis” di questo esercizio “democratico” ha portato tre generazioni in rovina: nonni, padri e figli. Esattamente come ha scritto oggi Famiglia Cristiana. Per il Cardinale, dopo aver detto apertamente che il Paese sta attraversando momenti critici sotto l’aspetto morale – e l’allusione era chiara, tant’é che nei prossimi giorni avrà luogo un congresso episcopale – la democrazia è uno spazio dove trova posto anche Dio, mentre per Ezio Mauro, nella sua visione da laico, essa deve essere materialmente uno spazio contrattato dall’uomo a difesa del bene comune.

La “pedagogia del trascendente”, così ha definito il Direttore del quotidiano “Repubblica”, la materia su cui opera la Chiesa, oggi fatica a fare una “traduzione” dal “post-moderno” alla complessità del vivere insieme. A ciò, ha replicato subito il Patriarca dicendo: “ E’ vero, si deve però tener conto, pur senza cercare delle giustificazioni, che oggi esiste una conflittualità planetaria provocata da novità assolute ed inedite, verso la quale la Chiesa si adopera con ogni sforzo per affrontarle anche attraverso un dialogo multietnico, partendo dalla considerazione che non c’è libertà e giustizia senza uno sguardo unificatore del pianeta. “

“Anche l’ateo, chi insomma non ne vuol sapere di Dio, non può affermare che il Vangelo vada contro questo bisogno di parlare in un unico linguaggio nell’interesse dell’umanità, della “vita buona” del Vangelo. Va ricordato, in questo tempo di globalizzazione, che la Chiesa, da sempre coesa attraverso il suo episcopato, esattamente come si è pregato attraverso il Canto d’ingresso alla Santa Messa “Chiesa di Dio”, è stata da sempre un precursore religioso-mediatico di una globalizzazione proprio in funzione della sua universalità”.

Qui sotto, alcune foto dell’incontro, a cui … “se mi inviterete”, ha detto modestamente Ezio Mauro, darò la mia adesione per sviluppare insieme questi argomenti. Magari alla luce degli eventi futuri. Sperabilmente, meno critici di oggi.

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