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ANCHE IL SESSO CON UNA MINORENNE? AVEVA RAGIONE LA MOGLIE

Berlusconi è indagato per concussione e prostituzione minorile per il noto caso di Ruby, reati penali punibili con la reclusione fino a dodici anni. La vicenda è gravissima e non va assolutamente sminuita nell’ambito di un fenomeno di gossip. Al processo penserà la Magistratura ma bisogna intanto trarne il dato politico: cioè che, a quanto sembra, siamo governati da una persona priva di etica privata e pubblica, che non ha remore nell’abusare della propria posizione per commettere un vergognoso reato come la prostituzione minorile, forzare le procedure di diritto per evitare lo scandalo e pretendere da un Ministro della Repubblica di insabbiare tutto in Parlamento. Questo è davvero troppo. Abbiamo superato ogni limite. Aveva ragione la moglie Veronica che ai tempi del primo scandalo pubblico, quello di un’altra minorenne, Noemi, disse che il marito era malato.

Non possiamo consentire a Berlusconi di sfruttare il suo ruolo per commettere atti illeciti; non possiamo lasciare che sieda sullo scranno della Presidenza del Consiglio per emanare leggi che gli assicurino l’immunità da ogni accusa. Non possiamo permettergli di sopraffare l’ordine giudiziario per annichilire le indagini della magistratura sui suoi molteplici reati; non possiamo restare indifferenti ad un Capo di Governo che avrebbe fatto prostituire una minorenne e commesso un abuso di potere nei confronti della Polizia. La misura è colma, serve una mobilitazione popolare per dire basta a questo insieme di corruttela, clientelismo, malaffare, immoralità e disprezzo della cosa pubblica in cui si è risolta la politica berlusconiana: abbiamo l’occasione di ricondurre almeno in parte il sistema nell’alveo della sana e robusta democrazia, continuamente minacciata dalla spregiudicatezza del Caimano. Presto si voterà per eliminare il legittimo impedimento, e sarà necessario impegnarci tutti per una partecipazione il più possibile consapevole e diffusa, perché la norma potrebbe salvarlo anche dalla ‘inchiesta Ruby’.

La giustizia infatti farà il suo corso, ammesso e non concesso che il Caimano si degnerà di rimettersi al giudizio della legge come tutti i cittadini. La Procura di Milano ha deciso di chiedere il rito immediato per impedirgli di sottrarsi a giusto verdetto: dobbiamo tutti, nei limiti delle nostre possibilità, avere la stessa determinazione a difendere la legalità, la democrazia e la nostra stessa libertà. La giustizia è amministrata in nome del popolo: e questa vicenda, più che mai, riguarda tutti noi. Stiamo parlando della sicurezza della Nazione, perché il premier ha ospitato ragazzine nelle residenze di Stato; è in gioco la nostra possibilità di disporre di un ordine giudiziario libero, autonomo, efficiente e non paralizzato dallo strapotere che il Presidente degli imputati eserciterà per cancellare le sue colpe; si tratta di difendere il profilo etico delle istituzioni e il principio di eguaglianza della legge: al di là di Berlusconi, è tale la decadenza in cui ha indotto le istituzioni che dobbiamo ricostruire la nostra democrazia.

Certo, paradossalmente il Caimano potrebbe pensare di reagire come la sovrana babilonese Semiramide raccontata da Dante: “A vizio di lussuria fu sì rotta, / che libito fé licito in sua legge, /per tòrre il biasmo in che era condotta”, cioé fu talmente dedita alla concupiscenza che emanò leggi per renderla lecita, abolendo così la riprovazione in cui era incorsa. I suoi comportamenti dimostrano che ne sarebbe capace: ma Il fatto che abbia ingaggiato parlamentari, monopolizzato l’informazione e usato potere e denaro come strumento di consenso non vuol dire che potrà comprare anche la nostra Repubblica. Ad impedirglielo ci sarà l’indignazione della coscienza civile di tutta la società, il doveroso ed encomiabile lavoro della magistratura e la strenua opposizione di noi dell’Italia dei Valori. È con la democrazia, che Berlusconi dovrà presto fare i conti.

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