di Fabrizio Macrì
„I ricatti ce li pone la globalizzazione, non Marchionne che ci trasferisce il Mondo com‘è, brutture comprese…pensare di continuare così, in un mondo cambiato, è privo di logica. Il gioco prima o poi finisce”.
Questi i due passaggi dell’intervista di Chiamparino che più mi hanno convinto e con il quale condivido non solo la posizione a favore del SI nel referendum di Mirafiori sostanzialmente per le stesse ragioni da lui indicate ma anche la stima di Marchionne e soprattutto il suo modo schietto di “trasferire” il crudo mondo della competizione internazionale nell’asfittica realtà italiana.
Che l’accordo vada migliorato non ci sono dubbi, ne’ ci sono però dubbi che PD e sindacati possano sperare di farlo solo accettando la sfida posta da Marchionne che si riduce ad un nodo che ci piaccia o no dobbiamo sciogliere: in Italia la produttività per unità di lavoro nel settore auto è 1/6 rispetto a Brasile e Polonia. Con questo problema dobbiamo confrontarci ed affannarci a fare proposte alternative se la soluzione Marchionne non ci piace.
Questo lo dobbiamo fare non solo per trattenere FIAT (unica multinazionale che intende investire in Italia al momento) ma anche tutte le altre attività produttive che il nostro paese lo stanno lasciando, schiacciate dalla scarsissima competitività del sistema.
Ruolo del PD quindi è non solo dire di SI a Marchionne in modo netto e chiaro perchè è ovvio e lampante che non possiamo permetterci di perdere un’azienda come FIAT ma anche indicare tutte le altre misure che la politica dovrebbe prendere per accrescere la competitività del sistema e la sua capacità di esportare ed attrarre investimenti a cominciare dalle misure che meno piacciono all’elettorato del Governo, come la riforma degli ordini professionali e l’introduzione di massicce dosi di liberalizzazioni ma anche la riforma della Pubblica Amministrazione ed una pesantissima riforma fiscale: LACRIME E SANGUE insomma, non altro. La realtà impone questo
Nota finale:
ciò che mi lascia allibito è che di fronte ad un Governo immobile e ad una lega nord che a livello locale comanda nelle regioni più forti del Paese da 20 anni ed ha il Governo in mano da 8 con due dicasteri chiave come Interni ed Economia , non si impieghino energie per mettere davanti alle proprie enormi contraddizioni e responsabilità la maggioranza al potere che di tanto vuoto e sterile nordismo ha riempito le nostre risorgimentali orecchie, ma ci si diverta a mettere il dito nelle pur esecrabili divisioni interne del Partito Democratico.
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