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In ricordo di due grandi giornalisti

Il 5 gennaio del 1984 la mafia uccideva Pippo Fava.
L’8 gennaio del 1993 sempre la mafia uccideva un altro valoroso giornalista, Beppe Alfano, padre di Sonia, deputata al Parlamento europeo ed eletta, come indipendente, nelle liste dell’Italia dei Valori. E' bene ricordare questi due eroi dell’informazione, visto che in quei giorni si parla di tutto, tranne che di mafia.
Pippo Fava era uno di quei giornalisti che, pur di raccontare la verità, poteva rimanere senza lavoro, fondare una rivista dal nulla e continuare a scrivere di mafia. Uno di quelli che già negli anni '70 vedeva la mafia come un fenomeno diverso, guardandola in modo più ampio e considerandola nella sua complessità. Fava, da siciliano, diceva che la Mafia, quella veramente pericolosa per tutto il Paese, stava in Parlamento, nelle istituzioni.
In Italia, dove i rapporti tra mafia e Stato non vengono mai chiariti, il giornalismo come quello che faceva lui è indispensabile.
Oggi che alcune di quelle relazioni stanno venendo a galla, in un periodo nel quale siamo vicini come mai alla verità, abbiamo l'obbligo di ricordare le parole di chi pur consapevole dei rischi che stava correndo, come sono tutte le vittime della mafia, non si è fermato e ha continuato a denunciare.
Tra qualche giorno, l'8 gennaio, ricorrerà l’anniversario di un altro omicidio di mafia: nel 1993 veniva ucciso Beppe Alfano, altro giornalista che, innamorato della sua terra, denunciava chi, nell'illegalità, la storpiava. Se per l’omicidio di Fava ci sono state delle condanne, nel clan dei Santapaola, gli assassini di Alfano sono ancora a piede libero, ed è questo l'insulto più grande alla sua memoria.
Nella classifica annuale di Reporters sans frontières sulla libertà di stampa, l’Italia mantiene il 49° posto a pari merito con il Burkina Faso e in leggero vantaggio su El Salvador. Una ragione in più per ricordare la figura di questi due giornalisti tutti d'un pezzo e senza padroni: il loro esempio deve essere un monito da seguire in un Paese che invece è asservito al satrapo e alla sua banda di pseudogiornalisti.
Parte dell'eredità morale di Fava e Alfano, intellettuali uccisi per le loro idee e per le loro azioni, è stata raccolta un anno fa anche da ‘Radio 100 passi’. Una radio siciliana e italiana che compie proprio oggi un anno e cha fa informazione libera e antimafia, anche nel nome di tutte quelle vittime coraggiose e silenziose. Per sostenere il loro prezioso lavoro, abbiamo aderito alla campagna di sottoscrizione, che ospiteremo sul sito nazionale www.italiadeivalori.it come piccolo, tangibile segno del nostro supporto incondizionato a chi lotta ogni giorno, in ogni modo, contro la mafia.

Grazie Beppe, grazie Pippo per il vostro coraggio ed il vostro esempio!

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