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Questione morale nell’Italia dei Valori: chi è senza peccato scriva la prima lettera

Bizzarra, strana, stravagante, bislacca, strampalata, stramba, intempestiva e ad orologeria la lettera di Luigi De Magistris che solleva una questione, guarda caso morale. Emulo del grande Helenio Herrera, ha fatto dell’attacco la miglior difesa e scrive una letterina proprio niente male. Grande magistrato, personalmente sono un suo fan per come ha condotto l’operazione “guai di notte” e sono sicuro che il rinvio a giudizio finirà in un nulla di fatto. Però non riesco a capire per quale motivo invece che lavare i panni sporchi dentro casa sua, spiattelli ai quattro venti il marcio in Danimarca. Forse ha deciso di sferrare il colpo di grazia a Di Pietro? Si fa presto a parlare di morale. In questo paese sembra non si parli di altro di una eterna, estenuante questione morale che affligge tutti in tutti i settori. A lui però deve riconoscersi il merito di aver avuto il coraggio di attaccare il capo inavvicinabile e leader maximo senza che non gli abbia strappato i capelli uno ad uno. Dove sono i rimanenti dirigenti? Stanno nascosti con la testa sul banco in silenzio e non si capisce se sia un silenzio di assenso o di dissenso. Certo è che se non parlano ora in questo momento in cui il dibattito all’interno del partito si fa importante è meglio che tacciano per sempre. Con questo comportamento sono proprio loro le scelte sbagliate, quelle candidature pericolose di cui si lamenta De Magistris.
Mai nessuno della società civile sarà accettato come candidato in questo partito perché la logica di reclutamento è quella di tutti gli altri partiti: personaggi che sul territorio attirano voti e possibilmente con un passato politico militante e non necessariamente nell’IDV. Dove sia la particolarità e l’originalità dell’Italia dei Valori proprio non si capisce. P.S. Buon anno nonostante tutto.

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