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Fini annuncia querele contro Libero e Il Giornale. Finto attentato, aperte inchieste a Bari e Milano

La Procura distrettuale di Bari ha aperto un fascicolo per “attentato per finalità terroristiche o di eversione” (art.280 del codice penale) in relazione ai contenuti dell'editoriale del direttore di Libero, Maurizio Belpietro, riguardante il progetto di un attentato al presidente della Camera, Gianfranco Fini, da compiere in una sua prossima visita ad Andria. L'ipotesi di reato è nei confronti di sconosciuti. Fini, d’altro canto, aveva già annunciato querela. “In relazione a quanto pubblicato dai quotidiani Giornale e Libero, Fini ha dato mandato di adire le vie legali a tutela della propria onorabilità”, dichiara Fabrizio Alfano, portavoce del Presidente della Camera. Insorgono anche gli esponenti del Fli. In relazione alla notizia del falso attentato congegnato da Fini, Italo Bocchino parla di “storia ridicola”, mentre Flavia Perina definisce la cosa “pazzesca”.Nei giorni delle vacanze natalizie, come in quelli delle ultime vacanze estive e del martellamento sull'affaire Montecarlo, il quotidiano diretto da Belpietro ha ripreso la campagna contro il leader Fli. ''Fini è fallito'', troneggia in apertura un titolo a nove colonne, che parla poi di ''consensi dimezzati in un anno'' ed ex elettori che lo ''odiano''. Ma è l'editoriale di Maurizio Belpietro, che insinua di un attentato a Fini durante una visita istituzionale in primavera ad Andria, che fa scoppiare un caso. Il leader di Fli, racconta il direttore di Libero, resterebbe ferito in modo lieve, per poi far ''ricadere la colpa sul presidente del Consiglio” condizionando, in prossimità delle elezioni, l'esito del voto. La consegna del silenzio che Fini aveva imposto ai suoi nella cena prenatalizia si infrange: intervengono in tanti per commentare la ''delirante'' ipotesi, che subito entra nel mirino della magistratura. Il procuratore di Milano Armando Spataro sente Belpietro, mentre apre un'indagine la Procura di Trani, per trasferire poco dopo il fascicolo alla direzione distrettuale antimafia di Bari, che assume il coordinamento delle indagini. A corredo dello 'scoop' sull'attentato, spunta poi nell'editoriale di Belpietro una escort di Modena che avrebbe raccontato ''con una serie di particolari piccanti'' di un incontro con il Presidente della Camera, retribuito con mille euro in contanti. Se fosse vero, per il direttore di 'Libero' ''la terza carica dello Stato, dopo aver fatto il moralista con Berlusconi, ora sarebbe inciampato in una vicenda a sfondo erotico peggiore di quelle rimproverate al Cavaliere''.I futuristi si schierano a falange macedone in difesa del leader. E ritirano fuori dal cassetto il 'metodo Boffo'' e l'attentato dai contorni non chiari allo stesso Belpietro, nei mesi scorsi. ''Per far felice l'editore di fatto del suo quotidiano, Belpietro ipotizza un attentato che ferisce Fini per danneggiare Berlusconi. Una tesi folle – commenta un urticante Italo Bocchino, dopo giorni di silenzio – frutto di menti folli che la dice lunga sullo scadimento di certo giornalismo italiano. Se la storiella dell'attentato è ridicola, quella della prostituta modenese e' ancora peggio e il tutto dovrebbe consigliare una vacanza al direttore di Libero. Se poi insiste per saperne di più di falsi attentati puo' chiedere al suo caposcorta e se vuole notizie su donne a pagamento deve rivolgersi ad altri palazzi della politica, certamente diversi da Palazzo Montecitorio''.Poi Bocchino incalza: “Maurizio Belpietro si ravveda e chieda scusa a Gianfranco Fini”. Il capogruppo dei deputati di Fli lo scrive sul sito di Generazione Italia. “Conosco Maurizio Belpietro da quindici anni – afferma – e da lui mi sarei aspettato che prima di scrivere del presunto attentato chiamasse il portavoce di Fini per chiedere se era prevista una visita ad Andria a marzo. Doveva verificare la notizia con il ministro degli Interni e chiedere lumi alla parte interessata”. Così come, “prima di sparare fandonie sulla escort modenese Belpietro doveva verificare attraverso la prefettura di Modena se Fini era stato lì nei periodi indicati da chi l`accusa”.''E' facile prevedere che anche la nascita del nuovo Polo politico dei moderati sarà accompagnata dal dossieraggio della stampa padronale e parastatale'' preconizza Carmelo Briguglio. ''Belpietro confonde il Natale con il Carnevale'', chiosa Giuseppe Consolo. ''Proietta una sua ossessione: che tutti siano oggetto di attentati o che addirittura vadano in giro a procurarsene uno'', è la spiegazione di Antonio Buonfiglio.Perina: “Una cosa pazzesca” – Per Flavia Perina “quest'attacco di Libero è una cosa pazzesca. Affermazioni di cui è inutile cercare la coerenza. Siamo al ventilatore acceso, al fango che schizza in ogni direzione”. In una intervista all''Unità', il direttore del 'Secolo' reagisce così all'editoriale di ieri nel quale il direttore Belpietro parla di voci su un presunto attentato a Fini per far ricadere la colpa su Berlusconi oltre che di possibili incontri tra il presidente della Camera e una escort. “Siamo oltre la categoria della disinformatia. Quella – dice ancora la deputata finiana – prevede che si parta da un fatto, lo si distorca, e lo si trasformi fino a farlo diventare un elemento a danno dell'avversario. Qui, invece, manca il fatto da cui partire. Il dato di realtà. C'è una voce, un sentito dire, idee del tutto folli”.”Tutto questo – osserva ancora Perina – ci dovrebbe fare interrogare su due cose. Una è il dato di un Paese imbarbarito nel quale la politica non reagisce a cose del genere, si fa sopraffare, si fa dominare dallo spirito di fazione e dalla logica tribale. L'altra è un dato politico. Dal 14 dicembre tutti vanno dicendo che Fini è distrutto, che non ha prospettiva: evidentemente qualche incidenza politica ce l'ha e qualche rischio lo presenta, altrimenti non si spiegherebbe quest'accanimento. Ho diversi elementi – aggiunge Perina – per pensare a una riaccensione della campagna contro Fini. Spero di sbagliarmi, e certo le ipotesi fatte dal Belpietro sono talmente folli che è possibile restino come atto isolato di follia, per riempire i giornali nei giorni sotto Natale, quando non si sa che scrivere”.Urso: “Campagna di annientamento” – “La campagna di annientamento politico che i giornali vicino al premier hanno nuovamente scatenato contro Gianfranco Fini non fermera' Futuro e Liberta' che anzi realizzera' il proprio Congresso a Milano chiamando a raccolta chi nel centrodestra e nel paese non intende chinare la testa”, afferma Adolfo Urso, coordinatore di Futuro e Libertà, che ammonisce: “noi non ci lasciamo intimidire ne' dalle liste di proscrizione e neppure dal fango e dai veleni che la politica della corruzione ha messo in campo contro chi non si arrende”.Granata: “Il mandante è Berlusconi” – Una affermazione interamente condivisa da Fabio Granata, ma con una ulteriore considerazione. “E' vero: vogliono annientarci – sostiene il finiano – ma il mandante è Berlusconi. Fli deve avere come ragione sociale unica quella di demolire il berlusconismo'”, aggiunge Granata per il quale “è incapacitante da parte di qualcuno dei nostri dirigenti sottolineare che vogliono annientarci e poi non essere conseguenziali a indicare il mandante: e il mandante è Silvio Berlusconi”.
28 dicembre 2010Redazione Tiscali

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