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Dalla Palestina sotto stelle cadenti

E’ una guerra che dura da decenni, tra Israele e la Palestina, ma la fase più drammatica avvenne tra il 27 dicembre 2008 e il 18 gennaio 2009 , chiamata Operazione Piombo Fuso. Scriveva Alessandra Valle a Roberto Saviano:… La compassione e la protezione internazionale di cui Lei ha goduto, mi piacerebbe che la restituisse: Ai 1310 morti di Gaza (di cui 420 bambini, 112 donne,120 anziani e 15 tra medici e soccorritori) e 5500 feriti dell’ultimo attacco israeliano non a caso chiamato ‘Piombo fuso’. E a quelli che moriranno per l’effetto delle armi non convenzionali usate. Alle 117 prigioniere palestinesi nelle carceri israeliane che non hanno neanche il diritto di visita dei familiari perché non vengono loro rilasciati i permessi per attraversare i 543 check point fissi e 600 volanti che attraversano il territorio palestinese. Agli oltre 3000 bambini palestinesi prigionieri nelle carceri israeliane. Un ordinanza militare israeliana stabilisce che un bambino palestinese diventa adulto a 16 anni, mentre quello israeliano a 18 (!). Siccome però l’età viene attribuita al momento della sentenza, l’esercito israeliano può arrestare bambini dai 12 anni in su. Ai resistenti nonviolenti di Bil’in e Nih’lin che da 4 anni, ogni venerdì si recano in corteo davanti alla sezione del Muro (lungo complessivamente 850 mt e alto 8/9 mt) che gli israeliani (illegalmente!!!!) vogliono costruire nei loro villaggi. Una moltitudine composta da tutte le fasce d’età e di sesso, completamente disarmata che rivendica, attraverso slogan, l’integrità del proprio territorio. Per tutta risposta ricevono dai militari protetti da carri armati e filo spinato, bombe lacrimogene e bombe sonore che avvelenano ed assordano, quando non ammazzano come è accaduto all’ultimo caduto, un ragazzo di 29 anni, la settimana scorsa. Ai pacifisti israeliani (l’unica parte sana di quella società) che rischiano costantemente il carcere e la vita per sostenere i diritti dei palestinesi e dissentire dalla retorica militarista dei loro governi.”

Non si sono mai fermate le Forze dell’Ordine, sono generazioni ormai sotto fuoco, dalla nascita alla morte e non per calamità naturali. Basta cercare uno dei due soggetti, vi si aprono scenari fantastici, foto e video innumerevoli: cercateveli se ne avete tempo. Io non ne ho, per calarmi in dissertazioni sulla violenza e la lotta armata. Vi mando un video, il cui titolo è Shministim – Giovani obiettori di coscienza israeliani. Si legge sotto: ” Sono studenti israeliani che si rifiutano di fare i due anni di leva OBBLIGATORIA (uomini e donne) per una DITTATURA MILITARE che occupa al di fuori di ogni legge la terra di Palestina, ed invitano ad inviare il loro messaggio di sdegno al ministro della Difesa Ehud Barak. Questa la traduzione della mail precompilata da inviare al ministro:
“Appoggio gli Shministim e il loro diritto di opporsi pacificamente al servizio militare. Mi appello per la liberazione di quegli adolescenti che sono stati incarcerati per il loro rifiuto di principio a servire un esercito che occupa i territori palestinesi. La detenzione di questi obiettori di coscienza è una violazione dei loro diritti umani e contraria al diritto internazionale. Sono ispirati a questi studenti le loro controparti in Palestina, la cui resistenza non violenta all’occupazione indica la via per una pace giusta e la sicurezza per tutti i popoli della regione. Essi sono la nostra migliore speranza per il futuro. Vi esorto ad ascoltare loro, e non punirli.” Questo il link: http://december18th.org/. Grazie a tutti. All’iniziativa partecipa Omer Goldman, figlia dell’ ex vice-capo del Mossad (nel video).”

Mentre vi scrivo ricevo :

28 dicembre 2010. Ore 22:23 locali.

Quasi a voler sfruttare il periodo delle feste di fine anno e il letargo dell’attenzione dei media verso questo lembo di terra martoriato, continua l’escalation di attacchi israeliani ai civili di Gaza. Ieri notte navi da guerra israeliana hanno assaltato un peschereccio palestinese, mentre questo si trovava a navigare in acque legalmente riconosciute essere di Gaza. Rapito l’equipaggio di 6 pescatori, dei quali fino ad ora non si ha nessuna notizia. Questo pomeriggio, soldati israeliani durante una incursione in territorio palestinese hanno sparato alcuni colpi verso alcuni lavoratori impegnati a recuperare materiale edile di riciclo da delle macerie a Est di Gaza. Colpito da una scheggia di proiettile e fortunatamente ferito solo in modo lieve, Mahmoud Mousa Mohammed di 19 anni. Quando i miei compagni dell’ISM lo hanno visitato era ancora visibilmente sotto shock. L’episodio piu’ efferato di attacchi israeliani questa sera a Est di Khan Younis, dove un colpo di carro armato ha ucciso un ragazzo e ferito altri 5 civili. Nonostante le prime informazioni identificavano la vittima come un guerrigliero della resistenza, testimoni nella zona che ho contattato personalmente poco fa mi hanno confermato trattasi anch’essa di vittima civile. Domani con i compagni dell’ISM ci rechiamo per un sopraluogo e per offrire la nostra solidarietà ai familiari di questi nuovi lutti di Natale. Sono probabili bombardamenti aerei nella nottata. Seguiranno aggiornamenti a questa pagina Facebook: http://www.facebook.com/pages/Vittorio-Arrigoni/290463280451 Restiamo Umani. Vittorio Arrigoni da Gaza city.

E’ poco più di un anno che mi collego a Facebook, e con grande soddisfazione, per i contributi e la comunicazione che è possibile. So che molti detestano questo spazio, io lo uso come i media sanno bene usare tutto, a modo mio. Pertanto, vi rimando un’ intervista-articolo che scrissi poco meno di un anno fa Le bambine e i bambini di Gaza: Nas Que Mada,in italiano Meglio di Niente. Non faccio auguri, suona male.

Doriana Goracci.

Le bambine e i bambini di Gaza

L’intervista che potrete leggere è breve ed essenziale, tratta dal sito Rebelion. Mi ha colpita la descrizione asciutta e la richiesta finale, rilasciata da Eisa Alsoweis Ahmada. E’ stata tradotta da una recente amica di Rete, Vanesa Volpe, conosciuta su Facebook. Curato da lei anche il video che allego alla fine su quanto scritto da Eduardo Galeano e Piombo Impunito, sul Manifesto il 15 gennaio 2009. Internet può servire anche a questo. Grazie a chi diffonderà.
Doriana Goracci

“Le notizie, poche, che riescono ad attraversare il muro di silenzio dei mass media europei e statunitensi sulla guerra che porta avanti Israele contro i palestinesi di Gaza, sono estremamente allarmanti. Una delle vie informative che scappano al controllo delle grandi corporazioni informative, i governi e le lobby di pressione sionista, sono gli stessi palestinesi e le loro organizzazioni solidali nel mondo. In questa occasione abbiamo parlato con Eisa Alsoweis Ahmada, che è stata vicepresidente dell’Associazione della Comunità Ispano – Palestinese “Gerusalemme” ed oggi presiede l’Associazione Amiche ed Amici della Palestina nella popolazione di Madri di Alcorcon. In questo periodo si compie un anno da quando il governo di Israele ha dato per conclusa l’offensiva militare sul territorio di Gaza, che da molto tempo sopporta il recinto sionista senza che nessun governo occidentale si disponga ad interromperlo, farlo saltare, denunciarlo energicamente o prendere misure di pressione effettive su Israele nei centri internazionali.
Può raccontarci come è la situazione internazionale rispetto a Israele ad un anno del compimento del genocidio israeliano-sionista contro la popolazione di Gaza?
I governi praticano la doppia rasiera. Viviamo in un mondo che serve agli interessi individuali e non alla dignità umana né alla Giustizia Universale che pretende che tutti siano uguali di fronte alla giustizia. In Spagna si è modificata la legge per non infastidire Israele ne i suoi criminali. Al suo posto ci portano rappresentanti israeliani, membri dell’Autorità Palestinese che non hanno nessuna legittimità dal loro popolo. Per la comunità internazionale dare denaro all’Autorità Palestinese è lavarsi la coscienza e fomentare il clientelismo politico nella società palestinese. Dall’altra parte il discorso di Obama quando salì al potere non era lo stesso di oggi, si è dimenticato del conflitto e adesso parla soltanto della crisi economica che lo tocca.
Oggi una bambina o bambino nato a Gaza, cosa vede intorno?
Distruzione, depressione, amarezza, rabbia e destrutturazione familiare. Inoltre molti bambini sono orfani. Dubitano molto che le persone grandi possano cambiare la situazione attuale perché gli adulti presentano gli stessi sintomi.
Colazione, cibo, cena. Quali alimenti ci sono nelle loro dispense e frigo?
Il frigo è un sogno, non c’è elettricità per farlo funzionare. Gli alimenti sono gli aiuti internazionali, un sacco di farina, un sacco di riso, qualche chilo di zucchero e abbastanza cibo in scatola, questo attraverso una cartella per ogni famiglia durante il mese. La carne è un sogno per una famiglia di Gaza. Credo che, se hanno un pasto in una giornata, si considerano fortunati.
Tagli dell’energia elettrica, dell’acqua potabile, perché queste cose così essenziali dipendono da Israele?
E’ l’affare. A noi non è permesso costruire una centrale elettrica. Hai visto che la prima cosa che bombardano sono le strutture basiche di una città, e sempre dipende da loro. I palestinesi devono comprare l’elettricità e l’acqua da Israele al prezzo che decidono loro e certamente, parte dell’aiuto internazionale è quello di ingrossare i conti delle compagnie israeliane.
Allora, come si sopravvive giorno dopo giorno nelle case, negli accampamenti dei rifugiati, nelle scuole, negli ospedali?
Si tratta di questo, si tratta di sopravvivere come sia, la nostra forza risiede nella nostra determinazione di continuare a lottare con tutti i mezzi a nostra disposizione fino ad ottenere il nostro Stato Palestinese libero e democratico.
Come si realizza l’insegnamento dei bambini palestinesi nella città assediata? Di quali mezzi dispongono? Cosa usano gli insegnanti e cosa i bambini per lo studio?
Il nostro insegnamento è un esempio per il resto del mondo, perché si porta nelle case dei bambini. La loro volontà (degli insegnanti) di continuare ad insegnare nelle peggiori condizioni è ammirata da tutti i palestinesi, dato che, sono capaci di andare a lavorare nelle case senza farsi pagare nulla, i libri non si buttano, si passano da uno all’altro, ecc.
Sotto quale stato d’animo e alimentare si trovano i bambini palestinesi?
Per l’infanzia palestinese la depressione e l’ansietà sono cose quotidiane. Puoi immaginare, trovandosi in questo stato, che alimentazione hanno, principalmente se consideriamo che la maggior parte delle volte non trovano nulla da portare alle loro bocche.
Come si può aiutare la popolazione assediata da così lontano?
Affiliandosi a movimenti sociali per esigere ai governi che obblighino a Israele a compiere con la Legalità Internazionale e portare tutti i responsabili del governo israeliano davanti ai Tribunali Internazionali perché siano giudicati per i loro crimini contro il popolo palestinese.
Tantissime grazie a Eisa Alsoweis, presidente dell’Associazione di Amiche e Amici della Palestina in Alcorocon (Madrid)
Traduzione italiana curata da Vanesa Volpe”


Trasmigrazioni…
Sogno dei gigli bianchi
strade di canto
e una casa di luce
Voglio un cuore buono
e non voglio il fucile
Voglio un giorno intero di sole
e non un attimo
di una folle vittoria razzista
Voglio un giorno intero di sole
e non strumenti di guerra
Le mie non sono lacrime di paura
sono lacrime per la mia terra
Sono nato per il sole che sorge
non per quello che tramonta

Testo tratto da “O notte lascia che il prigioniero finisca il suo canto”(anonimo) e da “Io sogno dei gigli bianchi” di Mahamud Darwish Musica di Rocco De Rosa,Canio Loguercio,Rocco PetruzziClip realizzata con immagini di repertorio da Salvatore Speranza


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