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Commi ed articoli ma a Napoli il Natale è all’insegna della “munnezza”

Fa male al cuore parlarne (quanto danno ha provocato all'Italia questo scempio!), ma l'emergenza rifiuti in Campania, soprattutto nella città di Napoli e nella sua area metropolitana, è ancora lì a far discutere con la sua gravità e drammaticità. Per i cittadini italiani emigrati ogni volta che le televisioni estere ne parlano è come ricevere un pugno nello stomaco: questione di orgoglio e di frustrazione poiché è impossibile spiegare al tuo collega in fabbrica o in ufficio le ragioni di questo disastro.
Chi come me vive in Svizzera (ma anche in Germania, Belgio, Francia e altri paesi) resta incredulo vedendo i cumuli di rifiuti in cui c'è di tutto, perfino pneumatici, tavoli o sedie di plastica, legno e sacchi di plastica di ogni genere, ciò che evidenzia la mancanza totale di una pedagogia della raccolta dei rifiuti sulla quale le Istituzioni e le agenzie formative – famiglia e scuola – dovrebbero assolutamente intervenire. Far crescere la cultura del rispetto ambientale e il rispetto delle leggi è fondamentale per evitare le situazioni drammatiche che stanno vivendo i cittadini campani, senza voler sminuire le responsabilità delle amministrazioni. Ma proprio guardando alle succitate nazioni si comprende quanto sia importante l'educazione alla raccolta differenziata e a limitare la quantità di rifiuti prodotti.
In Svizzera la selezione dei rifiuti – la raccolta differenziata – inizia proprio dai sacchi che li contengono: sono ammessi soltanto quelli ufficiali del comune di appartenenza, acquistabili nei supermercati (sacchi di altro genere non vengono ritirati e le multe sono salate). Siccome i sacchi costano parecchio, li si riempie soltanto con lo stretto indispensabile e combustibile, mentre i rifiuti biodegradabili finiscono nel container “verde” e destinati al compostaggio privato o pubblico. In compenso non esiste la “iniqua” tassa per lo smaltimento dei rifiuti soldi urbani (Tarsu), basata sui metri quadri dell'abitazione anziché sui rifiuti prodotti.
In ogni comune o città vi sono punti di raccolta e selezione dei rifiuti solidi di ogni genere, vetro, oli, apparecchiature varie e quant'altro. In generale non sono ammesse le discariche e tanto più quelle indifferenziate, salvo le discariche destinate allo stoccaggio, allo smaltimento o al riciclo di materiali particolari, per esempio quelli contenenti amianto, i materiali bituminosi, calcinacci, ecc. Vi sono, inoltre, numerosi siti per il trattamento di rifiuti industriali destinati al riuso e al riciclo. I rifiuti urbani vengono inceneriti in impianti ad alta tecnologia, in molti casi attrezzati per il recupero del calore prodotto e destinato al teleriscaldamento o alla produzione di energia elettrica (i famosi termovalorizzatori).
Ma l'aspetto fondamentale che colpisce rispetto alla situazione italiana è l'efficienza legislativa in termini di attribuzione di poteri e competenze a comuni e Cantoni (o Länder), leggi che disciplinano l'intero processo dello smaltimento e trattamento di ogni genere di rifiuti. Ne ho avuto contezza proprio nei giorni scorsi con l'approvazione alla Camera dei Deputati dell'ennesimo decreto legge per l'emergenza in Campania. Come se commi e articoli da soli avessero lo straordinario potere di far sparire la “munnezza” dalle strade e ripulire Napoli, la città che nella seconda metà del Settecento è stata l'itinerario privilegiato del Grand Tour. Una sorta di viaggio che i nobili dal 1600 al 1800 compivano per accrescere la formazione culturale e spirituale. Anche Goethe affrontò quel viaggio e descrisse il Grand Tour.
Cosa occorre allora per estirpare questo problema da Napoli? Certamente occorre spezzare la catena delle collusioni con la criminalità organizzata, ma non solo. Dal decreto varato dal Governo e approvato in aula si evince che nel primo comma dell'articolo 1 si “espungono tre siti di discarica dall'elenco di quelle da realizzare ai sensi dell'articolo 9, comma 1, del decreto-legge n. 90/2008”. Dove l'oscuro verbo espungere significa semplicemente cancellare. Nel secondo comma, ovviamente sentite Province ed Enti locali, si prende in considerazione la possibilità “per il presidente della regione Campania, … , di nominare commissari straordinari che abbiano adeguate competenze tecnico-giuridiche … con potere di agire in deroga alla legislazione vigente in materia di appalti pubblici e di valutazione di impatto ambientale al fine di garantire la realizzazione urgente – secondo le modifiche approvate nel corso dell'esame in Commissione – dei siti da destinare a discarica nonché ad impianti di trattamento o di smaltimento dei rifiuti destinati al recupero, produzione o fornitura di energia mediante trattamenti termici di rifiuti nella regione Campania”.
I commi da 3 a 6 intervengono sulla gestione del ciclo dei rifiuti sia dal punto di vista tecnico, sia dal punto di vista istituzionale, ad esempio per consentire l'utilizzo della cosiddetta frazione organica stabilizzata (indicata anche come biostabilizzato) prodotta dagli impianti di trito vagliatura ed imballaggio rifiuti quale materiale di ricomposizione ambientale per la copertura e risagomatura delle cave abbandonate o dismesse, di discariche chiuse ed esaurite.
Il comma 4 inserisce un nuovo comma 1-bis all'articolo 6-ter del decreto-legge 90/2008 che autorizza, presso i medesimi impianti, la realizzazione di impianti di digestione anaerobica della frazione organica derivante dai rifiuti, al fine di ridurre il conferimento in discarica dei residui dei rifiuti trattati. Il comma 5 invece riscrive il comma 2 dell'articolo 9 del decreto-legge 195/2009 provvedendo a trasferire alla provincia di Napoli, che vi provvederà tramite la propria società provinciale, le funzioni in precedenza attribuite ad Asia S.p.A.
La Provincia deve cioè garantire la funzionalità dell'impiantistica al servizio del ciclo di gestione dei rifiuti nel territorio della provincia di Napoli nonché gestire gli impianti di selezione e trattamento dei rifiuti ubicati nei comuni di Giugliano e Tufino. Al trasferimento di funzioni corrisponde il trasferimento, alla società provinciale, degli introiti derivanti dalle relative tariffe.
Queste a grandi linee le soluzioni, fatte di commi che aggiustano commi precedenti, proposte ad oggi dal Governo per liberare la regione Campania, e la città di Napoli dai rifiuti. Ma numeri – altri numeri – sono stati pubblicati da Cittadinanzattiva. A Napoli, la spesa annua per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani ammonta a 453 euro, quasi il quadruplo rispetto alla città meno cara d'Italia, Isernia con 122 euro.
Ma intanto il viaggiatore che arriva a Napoli, mentre in Parlamento si discute della gestione del ciclo integrato dei rifiuti e del ruolo delle amministrazioni locali per tale gestione in riferimento al territorio campano, si chiede cosa vedrà sulle strade partenopee, se la spazzatura è scomparsa dai luoghi pubblici almeno per predisporre i cuori al Natale ormai imminente. Attese purtroppo vane e appena uscito dalla stazione, il nostro ideale visitatore, vedrà cumuli di rifiuti che fuoriescono dai contenitori, spazzatura che va in putrefazione e viene calpestata dalle macchine nel traffico napoletano. Uno spettacolo poco edificante per una città turistica che vede scemare il numero delle visite, con le relative conseguenze sul piano occupazionale, sì perché la “munnezza” a Napoli ormai non è solo emergenza igienica ed ambientale ma è assurta ad emergenza occupazionale con i turisti che non arrivano più nella città del sole e con gli alberghi semivuoti. Ma il Governo che fa? Sono passati due anni da quando ha promesso di ripulire la città, da quando il Berlusconi ha affermato che ci avrebbe pensato lui, ma il cittadino napoletano la spazzatura se la trova sempre davanti alla porta di casa ed il Grand Tour è solo una cosa da studiare sui libri di scuola. Ma non ci si deve rassegnare: bisogna incalzare continuamente il Governo affinché si riesca a fare qualcosa di buono partendo dall'ascolto delle esigenze e dei suggerimenti che vengono dalla società civile che di proposte, anche tecniche, ne ha prodotte a sufficienza, peccato che le orecchie di chi governa non sono predisposte all'ascolto.

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