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MINISTRO BONDI, CROLLANO PURE GLI ARCHIVI

di Carmelo Currò

Ancora irrisolte le sparizioni di tele e documenti

Il ministro Bondi è proprio sfortunato. Dopo i crolli di Pompei, è stato accusato di essere un pianista, ossia di aver votato anche per un suo collega parlamentare assente. Gentile ministro, io devo ripetere che Lei forse è stato assente non solo per quanto riguarda una capillare sorveglianza su ciò che accadeva nel più importante sito archeologico italiano ma purtroppo anche per quanto riguarda le soluzioni di alcuni sfasci verificatisi in altri siti culturali locali, di molto minore importanza rispetto alle rovine pompeiane ma certo di vitale rilievo per la storia e la cultura locale.

Mi riferisco a quanto accaduto in luoghi come la chiesa salernitana di S.Salvatore in Drapperia, l’Archivio di Stato di Salerno, alcuni archivi parrocchiali di Cava dei Tirreni, l’archivio parrocchiale di Ricigliano. Si tratta del problema che concerne le sparizioni di cui ho potuto io stesso prendere atto, talvolta casualmente, come quando ho richiesto negli archivi menzionati alcuni registri regolarmente censiti ma volatilizzati senza che il materiale sia stato mai recuperato, nonostante talvolta esistano precise indicazioni sul come e sul chi abbia prelevato le carte antiche. Sedicenti studiosi, praticoni di storia e genealogia, vecchi arnesi senza preparazione ma con molta presunzione, hanno preso in prestito per anni e mai restituito, e qualcuno ne ricorda ancora nomi e cognomi; altre volte, come è avvenuto nell’Archivio di Stato, non si sa chi abbia prelevato (ma diciamo pure rubato); e ancora dalla chiesa salernitana di S.Salvatore sono sparite alcune pale d’altare senza che l’opinione pubblica abbia mai più avuto notizie su che fine abbiano fatto testimonianze così importanti della nostra arte e della nostra mentalità devozionale e sociale.

Quale avvilente rispetto umano ci proibisce di passare alle vie di fatto e richiedere ordinanze che prevedano indagini e perquisizioni capillari? perché non si entra nelle case di coloro che hanno prelevato o ricevuto in prestito, in quelle dei loro eredi o amici e collaboratori? perché non si va alla ricerca di quanti hanno pubblicato saggi su località i cui registri sono spariti, in modo da restringere (ove sussistano dubbi) i nomi delle persone che rientrano tra gli eventuali sospettati?

Io stesso da qualche anno ho denunziato sui giornali e in televisione quanto è accaduto. Io stesso ho inviato ai Carabinieri e al Ministero dei Beni Culturali notizie dettagliate e firmate su quanto avevo casualmente scoperto.

E’ possibile che non si tenga conto di quel che è accaduto e che ancora sta accadendo, visto che a mio avviso non si riesce a svolgere un’inchiesta decisiva? Ma noi non siamo tra quelli che si arrendono. Racconteremo e spiegheremo ancora.

Carmelo Currò

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